CAPITOLO 17

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Presi le chiavi e il cronometro e corsi giù per le scale andando verso la cantina. Guardai dietro ogni mobile che c'era ma non trovai nessuna porta. Mi ero scordata di chiedergli quale era di preciso. Scostai un vecchio comodino e notai una porticina che si mimetizzava perfettamente con il muro e un piccolo pomello. "Finalmente".
Cercai di aprirla ma non ci riuscì. Evidentemente era arrugginita. "Andiamo....forza apriti" dopo qualche sforzo riuscì ad aprirla e la chiusi dietro di me. Avviai il cronometro e lo impostai per 10 minuti. Mi misi a quattro zampe e gattonai in questo piccolo tunnel illuminato da delle piccole luci che mi permettevano di vedere almeno dove mettevo le mani e i piedi. Tenni in bocca il cronometro attraverso il laccio e le chiavi della macchina nella mano destra. Sembrava infinito. Più andavo avanti più vedevo sempre meno e la luce diventava sempre più lieve. Ad un certo punto trovai una cassettina per terra. L'aprì e trovai una torcia con qualche batteria di ricambio in caso dovesse spegnersi; presi la torcia con la mano sinistra e l'accesi. Finalmente trovai la porta d'uscita. Uscì fuori e respirai a piedi polmoni un po d'aria fresca. Lì dentro stavo per soffocare. Arrivai in un grande parcheggio e trovai solo una macchina nera quindi supposi fosse quella.
Salì dentro nel posto del guidatore. Appena chiusi la portiera sospirai e chiusi gli occhi per circa 3 secondi, poi li riaprì ricordandomi delle parole di Harry. Guardai il cronometro che avevo messo nella tasca dei pantaloncini e vidi che segnava esattamente 2:07. Harry aveva a disposizione 2 minuti per venire. Altrimenti sarei dovuta scappare. Ricontrollai 1:45. "Ti prego Harry so che puoi farcela." Dissi con le lacrime che stavano iniziando a velarmi gli occhi. "Non lasciarmi ti prego" sussurrai le ultime due parole. E se lo avessero preso? No impossibile. Harry è furbo sa come non farsi vedere. Ricontrollai il timer: 0:17. Chiusi gli occhi appoggiandomi allo schienale e chiudendo gli occhi solo per qualche secondo. Ma evidentemente non fu solo qualche secondo perché sentì il timer suonare segno che era scaduto il tempo. Dio mio ti prego fa che stia bene. Presi un grosso respiro e scesi dalla macchina guardandomi intorno cercando di non farmi vedere da nessuno. Iniziai a correre ma quando mi accorsi che sentivo freddo nelle guance capì di star iniziando a piangere. Corsi ancora più veloce pensando sempre in positivo e dicendomi che Harry stava bene e che non c'era da preoccuparsi.

Arrivai alla fine della via e come mi aveva detto Harry trovai l'ultima casa con un lampione nel piccolo giardino. L'unico in tutta la via quindi non potevo sbagliarmi. Corsi verso la porta e suonai all'impazzata guardandomi intorno tra un suono e un altro cercando di non essere vista dai poliziotti. All'improvviso un ragazzo che non avevo mai visto aprì la porta con sguardo assonnato con addosso una maglia e dei pantaloncini. Si grattò la testa cercando di connettere visto che era stato svegliato bruscamente, ma come un lampo si ricordò di qualcosa e strabuzzò gli occhi. "Eveleen??" Chiese. Non sapevo come potesse sapere il mio nome. Insomma...un ragazzo così bello me lo sarei sicuramente ricordata se lo avessi conosciuto. Annuì ancora un po scossa dalla corsa. Lui mi fece subito spazio facendomi entrare e dicendo che mi potevo accomodare nel divano. Mi presi la testa tra le mani. Più i minuti passavano e Harry non si faceva vedere, più le cose più terribili si fecero spazio nella mia mente.

Stockholm SyndromeWhere stories live. Discover now