CAPITOLO 16

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Delle sirene mi fecero svegliare. Mi alzai e mi arrampicai alla finestra cercando di vedere quanto più potevo. Erano venuti. Avevano intercettato la chiamata e mi avevano trovata. Ero salva ed ero libera. Ma era veramente questo quello che volevo?? Volevo davvero lasciare Harry per tornare alla vita comune di tutti i giorni?? Lui che con un suo semplice tocco mi fa andare in tilt il cervello, lui che con quel suo sorriso anche se mostrato poche volte mi fa sciogliere come gelato al sole, lui che è il mio unico punto fisso nella vita. È entrato sconvolgendomela in bene e in male. È entrato con la forza di un uragano e io non ho fatto niente per fermarlo. Presi una decisione e sapevo che era quella giusta da fare.
Corsi ed uscì dalla mia camera non sentendo le sirene suonare. Sicuramente le avevano spente quando si erano avvicinati alla casa per non farsi scoprire.
"Harry apri questa porta!!" Urlai sbattendo violentemente le mani contro il legno nuovo della porta.
"HARRY!" Urlai ancora. Mi venne ad aprire un Harry assonnato e che si sfregava gli occhi. "Spero che tu abbia una buona scusa per il fatto che tu mi abbia svegliato altrimenti facciamo i conti domani." Scossi la testa in segno di negazione. "Tu non capisci...c'è la polizia fuori!" Dissi cercando di non urlare troppo per non farci sentire. "Senti Eve torna a letto te lo sarai sognata." Disse annoiato e visibilmente scocciato per il fatto che l'avevo svegliato. Stava per tornare in camera ma sentì qualcuno cercare di aprire la porta di casa molto lentamente, cercando di non farsi scoprire. "Cazzo!" Disse Harry. "Ascoltami bene.." Disse prendendomi il viso tra le mani e costringendomi a guardarlo negli occhi in modo che io possa essere concentrata solo su di lui "..scendi giù in cantina: dietro un mobile c'è una piccola porta, entra li e segui il tunnel, troverai una torcia perché più vai avanti più diventa buio, accendila. Vai sempre dritta fino alla fine e trovi un'altra porta: aprila. Esci e vai nel parcheggio. C'è una macchina: entra dentro e stai li finché io non arrivo. Prendi questo" mi diede le chiavi della macchina e un cronometro. "Le chiavi ti servono appunto per aprire la macchina e il cronometro fallo partire quando entri nel tunnel. Aspetta 10 minuti. Se io entro 10 minuti non arrivo scendi e corri verso la fine della via. Li c'è una casa dove troverai una luce nel giardino sempre accesa. Suona e di chi sei, ti faranno entrare, sono persone che io conosco." Si avvicinò sempre di più al mio viso e mi guardò intensamente negli occhi "io mi fido di te. So che non te ne andrai" e aveva ragione. Mi diede un bacio veloce sulle labbra "ora vai". Sentimmo dei lamenti da fuori "questa porta non si apre. Proviamo a vedere se c'è una porta sul retro. Non fate rumore. Probabilmente stanno dormendo. Dobbiamo riuscire a salvare Eveleen, di lui non mi interessa. Uccidetelo se è necessario." Erano venuti per me: erano venuti a salvarmi. Ma io ero salva anche se loro non lo sapevano io con lui ero salva. Ero tranquilla. Non sapevo cosa provavo seriamente per Harry ma con lui stavo bene. Avevo la possibilità di uscire e abbracciare i miei amici ma non l'avrei fatto. Mai.
Harry vide che stavo dubitando se andare o uscire quindi mi prese il viso tra le mani e mi diede un altro bacio questa volta un po più prolungato. "Vai amore" disse guardandomi con le sue iridi verdi. E come posso dirgli di no?

Stockholm SyndromeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora