Neanche la voce di David riuscì a indurre le mie mani a staccarsi da lei, sebbene quelle di Emma si ritrassero alla svelta, facendomi protestare interiormente.

«Dobbiamo parlare». Mi avvertì, poggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.

Emma mi scrutò per una manciata di secondi prima di lasciarci soli.

«Che cazzo, Ollie!». Sbottò quando fu certo che fossimo solo noi due.

«Lo so».

«No, tu non lo sai». Continuò a parlare fermo nella stessa posizione di prima. «Ti ha ficcato due dita in gola per farti vomitare e riprendere, perché eri completamente incosciente, e ti ha portato fin qui a piedi».

«Se è per questo mi ha anche lavato».

David ignorò quella vergognosa insinuazione, continuando a rimproverarmi. «Ma che ti ha detto il cervello? Max? Fai sul serio?».

«Non ricapiterà più».

«Lo spero veramente. Altrimenti sarò io a riportare Emma a casa. Non fare più cazzate».

«Ho perso le staffe».

David si staccò dallo stipite per raggiungermi e piazzarsi minaccioso di fronte a me. «Beh, non le devi più perdere, soprattutto quando c'è lei. E non perché sei convinto che sia di cristallo, ma semplicemente per il fatto che prima o poi la farai volare via».

Annuii, sostenendo il suo sguardo.

Quando David fu sicuro che avessi compreso a pieno i suoi avvertimenti, mi lasciò solo.

Feci vagare lo sguardo in giro per la stanza. Ovunque i miei occhi si posassero c'era traccia di Emma. Persino il divano non era riuscito a sottrarsi alle sue magie. La pelle logora e consumata, dopo anni di onorato servizio, era sparita, sostituita da una nuova sebbene sempre scura.

La delicatezza con cui non era entrata a far parte della mia vita fu quella con cui, invece, era riuscita a scivolarmi sotto la pelle.

Ormai era diventato pressoché inutile continuare a sforzarmi di tenermi alla larga da lei. Sarebbe stato impossibile e non riuscivo a trovare un solo valido motivo per cui farlo.

E, soprattuto, non ne avevo nessuna intenzione.

E, soprattuto, non ne avevo nessuna intenzione

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«Sono innamorato». Dichiarò Ben orgoglioso di quell'affermazione.

Io e David ci scambiammo uno sguardo esasperato.

Il Dylan & Dog quella sera non era molto affollato, così nessuno dei due poté far finta di niente accampando la scusa di non aver sentito.

Eravamo tutti e tre al bancone ad aspettare le nostre ordinazioni e io e David non ne potevamo più di ascoltare Ben che ci stava ripetendo per la terza volta quanto fosse innamorato della ragazza che gli avevo fatto dimenticare in tempo record il suo ormai ex colpo di fulmine.

Come le ali di una farfallaWhere stories live. Discover now