Chapter 9

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È passata più di una settimana dall'uscita alla Like Crazy, la sala giochi, insieme a Yoongi, Jeongguk, Jimin e Hoseok, è stata una bellissima idea andarci, mi sono divertita tantissimo con loro, ho visto un loro lato nuovo, ovvero quello competitivo, non che io sia stata da meno, ma sfidarsi tra di noi è stato divertente; abbiamo passato la giornata tra sorrisi, risate e anche urla. Abbiamo giocato a calcetto, alle gare con le macchine e le moto, a basket e ovviamente al dance revolution, in cui devi seguire le indicazione sullo schermo ed appoggiare i piedi sulle giuste frecce; abbiamo fatto talmente tanti giochi che siamo arrivati a fine giornata esausti. Jeongguk è stato quello che ha vinto la maggior parte delle volte, essendo un appassionato di videogiochi e sportivo, anche se Hoseok e Jimin, nonché ballerini accademici di danza hip-hop e modern, gli hanno dato filo da torcere nel momento in cui abbiamo ballato, mentre io e Yoongi eravamo quasi sempre ai primi nelle gare delle auto e nel basket; alla fine in questi giochi o sei fortunato o semplicemente te la cavi, infatti c'era chi era meglio su un gioco e chi su un altro ancora, non che ci importasse molto, volevamo solo divertirci e passare una bella giornata. Quando siamo tornati al dormitorio li ho ringraziati perché in tutte quelle ore con loro, non ho pensato a nient'altro, dopo mesi sono riuscita a staccare da tutto, a distrarmi da tutti i miei brutti pensieri e a stare un po' meglio; non avrei mai pensato di poter passare una giornata così bella da quando sono qui, eppure grazie a quei quattro ragazzi è successo, forse ha ragione la psicologa, forse è veramente giunto il momento di stringere amicizia con loro e fidarmi di loro.

Per quanto riguarda il resto dei giorni li ho passati a studiare e a seguire le lezioni, ormai il semestre è iniziato da un po', così come tutti i corsi, quindi sta diventando una vera impresa stare al passo tra appunti e libri abbastanza spessi da studiare, ma fortunatamente riesco a stare con i quattro ragazzi durante il pranzo e la cena, dato che alla mattina e a volte al pomeriggio abbiamo le lezioni, se non abbiamo queste, dobbiamo studiare e alla sera siamo troppo distrutti anche al solo pensiero di uscire dalla nostra stanza e farci un giro per svagarci, dopo una lunga giornata stressante; probabilmente se non ci fossero loro, starei tutto il giorno chiusa in stanza, ma con loro proprio non se ne parla, basta vedere come sono riusciti a farmi uscire per andare alla sala giochi.

In questo momento sto andando alla sala pranzo, dove dovrebbero esserci già gli altri, Yoongi e Jeongguk sicuramente, mentre Hoseok e Jimin non ne sono sicura, dato che l'accademia di danza è più lontana e ha una sua mensa; non sono in compagnia dei primi due ragazzi perché a fine lezione ho voluto approfittarne per chiedere alla professoressa delle informazioni riguardanti il tirocinio che dovrò fare durante questo terzo anno e prima della laurea, quindi ho ancora dei mesi, ma non molti se voglio laurearmi entro l'anno prossimo.

Camminare lungo questi corridoi enormi non mi fa stare tranquilla, non quando sono da sola, anche se non piacerebbe nemmeno se fossi in mezzo ad una massa indefinita di persone, il silenzio viene interrotto solo dai miei passi che provocano un leggero rumore al contatto con il pavimento, alzo lo sguardo sentendo sempre quell'orribile sensazione di essere osservata, eppure non vedo telecamere; da quando Jimin ha detto che siamo perennemente osservati, la leggera sensazione che provavo prima si è solo amplificata, ora sono convinta che qualcuno che mi osserva ci sia e voglio scoprire chi si cela dietro alle telecamere.

"Darcey" urla alle mie spalle una voce maschile che ho già sentito, ma che non riesco ad accomunare a nessuno; decido di voltarmi e noto quattro ragazzi, tra cui Jackson.

"Hai bisogno di qualcosa?" chiedo confusa guardandolo e sentendo l'ansia farsi strada dentro di me, soprattutto dopo quello che mi hanno detto i ragazzi sul suo conto.

"Voglio solo parlarti" risponde Jackson avanzando verso di me, senza nemmeno chiedermi se sono d'accordo o se voglio starlo a sentire, seguito dagli altri tre ragazzi mai visti prima; li osservo e, come Jackson e me, sono tutti occidentali, ma dai loro tratti posso dire che sono di diverse nazionalità.

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