38. Il colibrì

En başından başla
                                    

«Allora, avrai anche un piano perfetto».

Mi fermai a poco metri dalla macchina, costringendo anche Shinhai a farlo. «Cosa intendi?».

«Intendo: cosa hai intenzione di fare?». Davanti la mia faccia perplessa, Shinhai proseguì. «Della tua vita, Emma». Specificò esasperata. «Qual è la fase del tre del piano?».

Scrollai le spalle. «Sono in stand by alla fase due: per ora faccio piani solo a breve termine. Un termine che va dal lunedì al venerdì».

Shinhai sospirò. «Continuerai a stare da Ollie?».

«Finché lui non mi caccia».

«E poi? Non puoi continuare a vivere in funzione della tua cotta adolescenziale».

Cercai di scoccarle un'occhiata torva, ma la mia espressione era geneticamente sprovvista di quel genere di occhiate.

«So che alcune volte posso sembrare... frivola. Ma ho passato una vita a essere la spettatrice della vita degli altri. È giusto che anche io adesso prenda parte allo spettacolo».

«Stai sprecando il tuo tempo dietro un ragazzo che neanche ricambia e mai ricambierà».

«Non si tratta di quello, Shinhai».

«E allora spiegami: di cosa si tratta?».

Rimasi in silenzio e il viso di Shinhai si addolcì.

«Sono solo preoccupata per te. Non voglio che tu ti penta di aver perso tutto questo tempo quando avresti potuto impiegarlo a...».

«Stare rinchiusa dentro casa?». La mia domanda retorica fece deviare lo sguardo della mia amica oltre le mie spalle.

«Sei mai stata innamorata?». Le chiesi.

Shinhai alzò gli occhi al cielo prima di tornare a guardarmi. «Non puoi essere innamorata, Emma. Lo conosci appena e ti parla a malapena. L'amore non è il centro del mondo. Le persone adorano esagerare. Si vive bene anche se non si è innamorati di nessuno. Zero sbattimenti e una vita sgombra di problemi che neanche sono i tuoi».

«E, invece lo è, Shinhai! È il centro del mondo. Noi viviamo in funzione dell'amore. Non ami niente a tal punto da esserne così sopraffatta?».

Shinhai sembrò scandalizzata da quella mia domanda. «Lo ami così tanto?».

«No! Non lo so... Probabilmente, sono sulla buona strada per innamorarmi di lui. Ma il punto è un altro: amo come mi sento quando sto con lui, amo come reagisce il mio corpo alla sua vicinanza e il mio cuore alla sua voce. Sono emozioni mie e io amo provarle. Proprio come amo essere felice quando dipingo mobili, passo il tempo con te, con i miei amici e la mia famiglia, e faccio quello che mi piace fare. Si tratta di me, non di lui. Si tratta di amore verso me stessa. Quello verso gli altri è solo un riflesso, inevitabile e potente».

Shinhai strizzò gli occhi. «Quindi, tu ami provare "amore", o qualsiasi altra cosa strana sia, nei suoi confronti?».

E io alzai i miei per riflettere meglio. «Sì». Decretai, infine. «È contorto?».

«Quasi quanto questa maglietta». Indicò il centro del mio petto. «Infilata in una gonna da hippie. Ma ha perfettamente senso».

Il mio viso si riempì di soddisfazione. «Forse potrei diventare un Life Coah».

Shinhai scoppiò a ridere trascinando anche a me.

«Puoi amare quanto, come e chi vuoi, Emma. Ma alla fine di quest'anno accademico devi capire cosa fare della tua vita».

L'entrata in scena di Penelope mi salvò da quell'argomento che non ero pronta ad affrontare, figuriamoci a risolvere.

Lei e Shinhai si erano conosciute solo pochi giorni prima e già andavano più che d'accordo. Si erano state subito simpatiche anche perché Shinhai era la versione asiatica di Penelope e Penelope quella americana di Shinhai.

Come le ali di una farfallaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin