54. La macchia di caffè

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Chris

Arrivo davanti al bar delle ragazze e faccio per entrare, visto che sono uscito di casa prima che Nora si svegliasse per venire a comprarle i croissant alla marmellata che tanto ama, bloccando il cellulare e smettendo di leggere i messaggi nel gruppo della squadra, ma mi blocco all'improvviso quando mi rendo conto di aver urtato qualcosa -o forse qualcuno- così alzo la testa di scatto.

Il mio sguardo si posa su una ragazza che ha più o meno la mia età, i capelli mori a caschetto e gli occhi azzurri sgranati, sta osservando con imbarazzo la mia giacca, così solo mi rendo conto che il bicchiere di caffè che ha in mano si è rovesciato un po' nello scontro e mi ha leggermente sporcato. "Scusami." si mette la mano libera davanti alla bocca e scuote la testa "Non ti avevo visto, che disastro che sono. Dio, dimmi cosa posso fare per risolvere."

Scuoto la testa e allungo una mano agitandola davanti a me come per allontanare le sue parole e fermare la sua agitazione. "Ma scherzi? È solo del caffè, si pulisce. Non è un problema, non mi sarei nemmeno accorto se non me l'avessi fatto notare." le sorrido e lei ridacchia, rilassandosi leggermente.

"Sei certo?" mi esamina e poi indica il bancone del bar con un gesto approssimativo del pollice, mettendo in mostra le unghie curate e colorate di un rosa chiaro ed elegante che sembra rispecchiare anche il suo aspetto. "Sennò posso offrirti qualcosa... almeno per farmi perdonare e farmi sentire meno in colpa."

Noto, alle sue spalle, che Luna e Bianca stanno fingendo di fare altro mentre è palese ci stiano osservando curiose, ma comunque mi ritrovo ad annuire alla richiesta della mora, senza nemmeno pensarci su. Non credo ci sia nulla di male, è chiaro ormai che Nora non mi veda più come una volta... ormai è quasi un mese che sta da me, non c'è mai stato un solo segnale che mi facesse pensare che mi ama ancora, e forse è arrivato il momento che io provi a riempire la mente e il tempo senza soffrire e stare male ogni secondo.
Sono passati mesi e mesi da quando ci siamo lasciati, da quando anche solo la vicinanza di un'altra mi faceva stare male, credo che a questo punto mi meriti un po' di tregua.

"D'accordo, ma è già tutto okay, sappilo." le sorrido ancora e insieme iniziamo a camminare verso gli sgabelli, mentre lei tende la mano verso di me per presentarsi, così gliela stringo prontamente.

"Mi chiamo Elisabetta."

"Io sono Christian."

Annuisce come se fosse già al corrente di questo, sorridendo in modo meno imbarazzato rispetto a qualche istante fa. "Lo so, ti conosco in realtà, anche se sono una tifosa dell'Inter, quindi sappi che sto andando contro i miei principi offrendoti un caffè."

Ironizza mentre si accomoda al bancone e io faccio lo stesso, sistemandomi nello sgabello accanto a lei, ignorando le occhiate serie delle mie amiche. "Ti ricordo che me lo stai offrendo perché mi hai sporcato la giacca, perciò non è colpa mia, prenditi le tue responsabilità." la prendo leggermente in giro e lei ridacchia, alzando le mani in aria in segno di resa.

"Touché!" sposta lo sguardo verso Bianca e Luna che sono davanti a noi e sorride loro in modo cordiale, così anche loro lo fanno di rimando, ma le conosco abbastanza bene per sapere che la stanno studiando, perché? Questo non lo so, e ho paura a scoprirlo sinceramente. "Per me un bicchiere d'acqua visto che ho appena fatto colazione, invece per lui..."

"un caffè" aggiungo io, ordinando ciò che voglio, visto che Elisabetta non poteva sapere ciò che prendo di solito "e due cornetti da portare via, quello integrale al miele per me e poi quello che piace a Nora."

Bianca mi fa un cenno impercettibile con il capo e temo che presto mi fulminerà con lo sguardo. Che le prende? So che non siamo ancora tornati amici come una volta, ma avevamo fatto passi avanti, probabilmente oggi si è svegliata male e il mio nome pende più nella lista nera.

Una nuova vita||Christian PulisicWhere stories live. Discover now