Capitolo 14

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La notte è fredda, l'aria è gelida. Mi arriva in faccia e mi viene la pelle d'oca. Quando arriviamo alla stazione sono le 11 passate.
- Dovremmo aspettare - dico
- Si- dice James - tu dormi io resto sveglio -
-Non ho sonno - rispondo - ho dormito abbastanza per oggi-
-Va bene- ci sediamo vicino alla porta.
Davanti a noi c'è una via piena di negozi. Era bellissimo fare shopping con mia madre. Abbiamo gusti molto simili e andavamo d'accordo.
-Ti mancano i tuoi genitori? - chiedo
-Si e no- risponde
-Non è una risposta molto sensata- dico
-Ci sono i pro e i contro- spiega - si mi mancano ma allo stesso tempo no perché mi hanno lasciato in accademia. Quando arrivavano le vacanze estive io rimanevo lí, da solo.
- Mi dispiace - dico
- Per questo voglio aiutarti, non voglio che tu perda la tua famiglia. Io l'ho persa però ho la consapevolezza che sono vivi. -
- Ti ricordi dove era la tua casa?- chiedo
- Prima di andare in accademia la nostra casa era a Firenze. Non so se in questi anni si sono trasferiti. -
-Magari se Kaius ci porterà da quelle parti , potremmo controllare se c'è qualcuno -dico
- Non so se voglio rivederli-
-James è la tua famiglia. Loro sono il tuo sostegno. -
-Lo so - dice - ma io non riuscirò mai a fidarmi di loro come una volta... -
Si addormenta. È ancora un bambino, e voleva fare la guardia. Toccherà a me. Controllo di nuovo l'orario, è mezzanotte . Non sono mai stata a Milano. Paola dice che è una bellissima città dove puoi fare acquisti, visitare i musei e i monumenti e andare allo stadio per il concerto del tuo cantante preferito. A me non piace tanto la musica e non seguo un cantate in particolare. Ascolto soltanto le canzoni che trasmettono in radio. Le mie compagne di classe stavo ore e ore su YouTube, io lo aprivo soltanto per copiare gli spartiti per musica. A pensarci bene: forse è stata la prof di musica a farmela odiare. Quando cantavamo tutti insieme in classe,anche la prof, già dalla prima parola stonava. Noi ragazzi provavamo a coprire la sua voce ma era praticamente impossibile. Mi addormento anch'io.
- Hai già capito tutto eh?- chiede l'uomo dai capelli bianchissimi.
-Non sono così stupida- rispondo - so chi sei-
- Tutti mi conoscono - dice - io sono lo shadowhunters più cattivo che sia mai esistito -
Mi sveglio. James mi guarda.
-Un altro incubo? - chiede
Annuisco
-È Kaius- dico -l'uomo dei miei incubi. Come fa a entrare nella mia testa?-
-E io che ne so- si alza e mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi.
-È aperto- dico
-Si però per entrare dobbiamo renderci invisibili- dice
Prende il suo stilo e mi fá un disegno sul braccio poi fa lo stesso sul suo.
-Ora i mondani non ci vedono quindi devi essere un fantasma.-
-Va bene -
-Seguimi-dice
Entriamo nella stazione e la prima cosa che mi accorgo è la gente in fila per i biglietti e per il controllo. James attraversa tutta la sala e vá verso uno sportello senza fila. Dopo questo siamo ai binari.
-Dobbiamo prendere il treno del binario 15- dice indicando il cartellone elettronico.
Attraversiamo il binario 1,2,3,4,.... fino al 15. Lí c'è un treno più grande rispetto agli altri. James entra in un vagone e io lo seguo.
- Andiamo dove ci sono i bagagli e presto perché non durerà molto la runa. - dice correndo.
Giriamo a destra e arriviamo in un vagone pieno di valige.
-Eccoci- dice James e si siede su una valigia.
Io mi siedo su una accanto alla sua.
-Non sono mai salita su un treno- dico
-Io per andare in accademia - dice
-Chissà dove troveremo il secondo indizio- penso ad alta voce
- Nord est vado, dove la bora arriva- recita James - forse a nord ovest della città oppure vicino al mare perché quando c'è la bora arriva lo zunami -
-Giusta osservazione Watson- dico
-W chi?- chiede
-Non hai mai sentito parlare di Sherlock Holmes? - domando
-No- risponde
-Lascia stare - dico.
Dopo un pó James inzia a tremare.
-Hai freddo?- chiedo
-No- risponde
- Cos'hai?- chiedo
-Ho paura - dice.
-Di cosa?-
-Dei posti chiusi-
Povero. Io ho avuto per anni quella del buio, che in fin dei conti è una sciocchezza, figuriamoci dei posti chiusi o dell'altezza.
Mi siedo accanto a lui e lo abbraccio. Lui non se lo aspetta ,lo capisco perché è rigido, dopo però si rilassa .
-Hai qualche altra paura? - chiedo
-In questo momento no- risponde
Si sente un lungo fischio.
-Siamo già arrivati? - chiedo
-Si- risponde
Riprende dal suo zaino lo stilo e fa lo stesso segno di prima sul mio e sul suo braccio.
Lasciamo il vagone e usciamo dalla stazione. All'entrata noto un foglio bianco incastrato nella porta .
-James guarda- gli indico il biglietto
Lui annuisce e vado a prenderlo.
Facile vero? Adesso le cose inziano a complicarsi. Sono un santo e sono un leone . Il prossimo indizio è dove il mio nome è famoso.

Angelo per metàWhere stories live. Discover now