X Capitolo - non c'è più tempo

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Squilla il telefono. Vado a rispondere. Sono quelli dell'aeroporto, devo partire.

Fisso il camino e il caos della sera precedente, pezzi di vetro per terra, macchie di sangue sul tappeto, i gatti non si vedono. Mi siedo a terra e penso... Che forse non ne vale la pena. Che forse posso stare a casa e dormire un po'...
Che magari posso partire domani e dare buca solo oggi. Oppure potrei proprio non partire.

Sono seduto qui, nell'oscurità silenziosa della mia vita sbiadita, riflettendo su scelte che sembrano volermi divorare l'anima. Le luci accecanti dei riflettori sono ormai solo un ricordo lontano, mentre la mia esistenza si dissolve in una malinconica melodia di rimpianti.

Guardo fuori dalla finestra, cercando risposte nell'oscurità della notte. La Russia, terra di misteri e opportunità, si staglia come una promessa di redenzione. Ma è davvero ciò che cerco? O è solo un ultimo tentativo di sfuggire al peso di un passato che non smette di tormentarmi?

Le rughe sul mio volto raccontano storie di successi effimeri e di sogni infranti. Forse è giunto il momento di arrendersi, di chiudere il sipario su questo spettacolo della mia esistenza. La tentazione di un viaggio verso l'ignoto si scontra con la fatica di portare avanti il peso di un'anima logorata.

La Russia, con le sue strade innevate e i segreti nascosti, potrebbe offrirmi una nuova pagina da scrivere. Ma la fuga è davvero la risposta? O è solo un'altra illusione che si dissolverà nel vuoto della mia esistenza?

In questo labirinto di pensieri, mi interrogo sul senso della mia presenza in questo mondo. Forse è il momento di prendere una decisione definitiva, di abbracciare l'ignoto o di lasciarsi andare al silenzio eterno.

Eppure, la stanchezza pervade ogni fibra del mio essere, e la tentazione di lasciarmi andare diventa sempre più seducente. Forse è giunto il momento di dire addio a questo palcoscenico, di lasciare che il sipario cada definitivamente.

In questo limbo di indecisione, cerco la forza di trovare un significato, di tracciare un cammino che mi conduca lontano dalla melodia malinconica che suona nella mia mente. La Russia potrebbe essere una fuga o una nuova pagina, ma forse la vera avventura risiede nel riscrivere il mio destino qui, tra le pieghe di un presente incerto.

Partirò. Ho deciso, tanto non ho niente da perdere. Richiamo l'aeroporto e dico che farò un po' tardi e pagherò per chiunque si lamenti. Vado sopra a finire la valigia.

Mentre salgo le scale uno dei gatti mi cammina tra i piedi... É così morbido ma allo stesso tempo ispido, guardo in basso... Non é il mio gatto.

Salgo le scale più bruscamente e sento una fitta colpirmi il braccio rotto.

L'atmosfera è carica di tensione mentre apro lentamente la porta della mia camera da letto, un luogo che solitamente riflette il mio rifugio, ma oggi si trasforma in uno scenario surreale. Uno strano presentimento mi avvolge mentre varco la soglia, e il cuore inizia a battere con ritmo incerto.

La luce fioca rivela un'immagine fuori dal comune: la finestra è frantumata, e frammenti di vetro decorano il pavimento come scaglie di un mistero irrisolto. La brezza gelida entra, svelando un'atmosfera sinistra che avvolge la stanza.

Il letto matrimoniale, solitamente luogo di riposo sereno, è diventato il palcoscenico di una scena macabra. Un daino morto giace sulla coperta, il suo sguardo fisso sembra raccontare una storia di terrore. È come se il confine tra il mondo esterno e il mio rifugio intimo sia stato violato in modo brutale. Una nube di insetti riempie la stanza e un odore acerbo mi investe le narici.

Accanto al corpo dell'animale, la mia valigia della sera prima si erge come un testimone silenzioso di una notte che ha preso una piega inaspettata. La paura si insinua mentre cerco di dare un senso a questa visione surreale, chiedendomi cosa possa nascondersi dietro questo bizzarro scenario.

In un istante, la sicurezza della mia casa è frantumata insieme alla finestra, e il mistero dietro la presenza del daino morto pesa come un'enigmatica domanda senza risposta.

"Cosa cazzo ho fatto ieri sera?"

Non mi ricordo niente. Penso che mischiare non sia stata una grande idea.

Corro alla valigia nel panico con una mano sul naso per sentire meno l'odore. Butto in valigia la roba che é per terra o sulle sedie, non ci penso neanche. Chiudo tutto ed esco di casa, un taxi mi sta già aspettando. Salgo su e dico di andare all'aeroporto.

Nel mentre la mia testa continua a farmi male. Il conducente si volta e dice qualcosa che non capisco, gli lancio due banconote da 100 e scendo dall'auto. Sono all'aeroporto.
Entro e in preda alla distrazione non mi ricordo dove devo andare...

Circondato da luci sfocate e voci indistinte. Le sostanze nel mio corpo creano un velo di confusione, distorcendo la realtà intorno a me. Le persone che si muovono freneticamente sembrano danzare in un'atmosfera surreale, e gli annunci delle partenze si mescolano in un ronzio incomprensibile. Tutto sembra una puntata di Disney Fantasia.

La mia mente annebbiata fatica a dare un senso al caos intorno a me. Gli sguardi degli altri passeggeri si fondono in una visione distorta, e il rumore assordante dell'aeroporto sembra avvolgermi come un'onda sonora distorta. Mi sembra di morire ma non come avrei voluto.

Mentre cerco di raggiungere il gate, la mia instabilità cresce, e il sovraccarico di sensazioni diventa travolgente. In un attimo di confusione estrema, il mio corpo cede al peso dell'incertezza. Vacillo, incapace di distinguere la realtà dalla mia percezione alterata, fino a quando, sopraffatto, perdo conoscenza.

La vita continua a pulsare intorno a me, ma sono sprofondato in un abisso di incoscienza, le grida di qualcuno familiare, il frastuono e il battere alle orecchie. Sono incapace di percepire il mondo che continua a ruotare intorno a me. Il mio viaggio prende una svolta inaspettata, mentre il suono assordante dell'aeroporto svanisce, lasciandomi sospeso in un limbo di incertezza e distorsioni sensoriali.

Mi sveglio di nuovo in un lettino, stavolta sono sicuramente in aeroporto... Ne sono certo. Una nube sfocata mi parla.

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⏰ Last updated: Mar 06 ⏰

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La vita di EttoreWhere stories live. Discover now