VI Capitolo - Riflettere sul Da Farsi

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Sono le 12 ed Ettore se n'è già andato. Era di fretta sembrava dovesse scappare o qualcosa del genere, immagino che essere il figlio di un condannato non deve essere facile. Così dal nulla é uscito di casa e neanche me ne sono accorto, nonostante mi abbia salutato, forse sono stato io che non fò molto conto al mio intorno. A questo punto csono quasi sucuro che fosse programmata la sua dipartita, in lontananza dal terrazzo ho visto una macchina scura, berlina, a metà strada lungo la discesa di casa mia... Quando si tratta di spionaggio e risparmiare sulle telecamere di sorveglianza aver comprato un versante della montagna ha i suoi benefici...
Ho valutato male quel ragazzo, sembrava un povero incapace, un barbone, ma forse ha fatto tutto di proposito? Anche la scenata? Anche le lacrime? C'era qualcosa in lui che non mi convinceva fin da subito... Non sono certo un pazzo... In fondo sua madre é una specie di celebrità, avrà sicuramente qualche aggancio o qualche tipo di aiuto... O forse sono solo io che ci penso troppo, forse è solamente sotto la supervisione di un amico, o di un parente.
Rientro dalla terrazza e mi avvicino al bancone della cucina, sposto lo sguardo e noto un post-it sul frigo, mi avvicino a leggere, é firmato "Eto". Mi ha lasciato un biglietto, con un indirizzo, un orario e una data... Immagino che qui incontrerò questo misterioso pilota di elicotteri. Che strana situazione, eh? Sembra sempre più irreale, come fosse uno strano gioco della mia mente o una conplessa allucinazione... Anche se fossi pazzo, sarebbe meglio, tutti i migliori sono pazzi... Per questo ho conquistato il mio successo, per la mia persona, la mia illustre e deliziosa stravaganza, come un dandy moderno, un Napoleone dell'avanguardia... Non mi sento superiore agli altri, sono solo più bravo in alcune cose... E meno in altre. Il successo non é fatto per tutti, é un peso, bisogna saperlo sostenere, i fan, l'arroganza di chi crede di saperne più di te, la sofferenza dell'insoddisfazione. Non sto vivendo male la situazione dopo tutto, anzi, mi fa sentire il protagonista, come se questa fosse solo una storia scritta in un incredibile libro di avventura, tipo ventimila leghe sotto i mari, viaggio del mondo in 80 giorni oppure i viaggi di Gulliver! Ma c'è qualcosa che mi sfugge... Ettore.
Quindi Ettore, con la sua faccia da schiaffi, il pianto titanico e l'aspetto barbonico sarebbe stato in grado di creare una scena drammatica per farmi muovere qualcosa? E pensare che l'avrei ammazzato, se così fosse il mio sguardo su di lui sarebbe ben diverso, avrebbe sicuramente acquistato la mia simpatia, e a me non sta simpatico mai nessuno a parte i geni indiscutibili dell'arte e della scienza... Chissà come ha tirato fuori una tale interpretazione, immagino che per amore dei propri genitori si possa fare di tutto. Spero solo che tutto questo macello non si tratti di una trappola... Non é raro per gente come me ricevere minacce di morte, feci spedite in una scatola sotto casa, uova lanciate contro i finestrini delle auto blu mentre si passa immezzo alle folle e quant'altro, potrebbe tutto essere un trucco per farmi cascare in qualche stupido gioco diabolico. E la cosa peggiore é che non sono per niente preoccupato, anzi, sono elettrizzato! Cose del genere non capitano alle persone comuni, la mia individualità é singolare, sono il prescelto. É come essere in un romanzo d'azione, nulla di questo é meglio per cercare ispirazione e stimoli per il mio lavoro, per continuare ad essere il numero uno.
Mi trovo di fronte ad una scelta, partire o rimanere a casa? La mia mente si immerge in un mondo di riflessioni e ponderazioni che mi portano a esplorare ogni angolo del mio ego. Quello che sto facendo ha senso? Sento di avere il potere sulla situazione o sono in totale balia della sorte? Voglio davvero farlo o sono solo accecato dal desiderio di trovare nuova ispirazione? È corretto che lo faccia solo per un istinto egoistico? Se lo venissero a sapere i miei fan perderei la mia posizione o sarebbero dalla mia parte? Mi conviene davvero rischiare di andare in un luogo sconosciuto in missione per salvare qualcuno che non fa più parte della mia vita? Tutte queste domande mi perseguitano. Partire, avventurarsi in nuovi luoghi e scoprire ciò che il mondo ha da offrire, è un'esperienza entusiasmante e arricchente che mi ha sempre incuriosito, ma stavolta è diverso... La prospettiva di incontrare persone diverse, immergermi in culture sconosciute e ampliare i miei orizzonti mi riempie di una gioia travolgente. L'idea di abbandonare la mia zona di comfort e affrontare l'ignoto mi spinge a crescere e a scoprire parti di me che forse non ho mai conosciuto, è egoistico come concetto, ma non posso mentire a me stesso. È anche vero però che rimanere a casa mi offre una sensazione di sicurezza e stabilità, mi dà un vantaggio sull'avere i miei spazi, i miei tempi, i miei attrezzi per lavorare. Qui ho radici solide, tipo i miei gatti che mi sostengono e mi amano incondizionatamente. La familiarità degli ambienti e la routine quotidiana mi donano un senso di appartenenza e mi permettono di concentrarmi su quello che voglio fare e che ho sempre fatto nel corso degli anni. La casa è il luogo in cui mi sento al sicuro, circondato da ciò che mi è familiare. Pensandoci più approfonditamente, la scelta tra partire o rimanere a casa si basa su una combinazione di desideri, obiettivi e priorità personali. È un equilibrio delicato tra la voglia di avventura, di trovare nuove idee e l'amore per la stabilità, la sicurezza e la permanenza di ciò che conosco. È una decisione che richiede una profonda riflessione e l'ascolto attento del mio cuore e sinceramente l'idea di partire mi mette estremamente a disagio, soprattutto quando si tratta di viaggiare con uno sconosciuto su un messo probabilmente non autorizzato in una patria di avversità per salvare qualcuno che nemmeno conosco bene... Alla fine della storia, indipendentemente dalla scelta che farò, so che sarà una decisione giusta, perché l'ho deciso io e io sò cosa è giusto per me. Sia che io decida di partire alla ricerca di nuovi orizzonti o di rimanere a casa per consolidare ciò che ho già costruito, so che il mio cammino sarà colmo di esperienze significative. In un certo senso sono grato per l'opportunità di poter fare questa scelta. Sono più fortunato degli altri ad avere la libertà di decidere il mio destino e di esplorare le possibilità che la vita mi offre. Che sia partendo o rimanendo a casa, so che la mia anima sarà sempre guidata dalla mia sete di conoscenza, di crescita e di felicità.
Se devo fare questa cosa, voglio farla di testa mia, con le mie scelte e le mie posizioni, viaggiare verso l'ignoto da un giorno all'altro è intrigante sì, ma non posso farlo. Non è nel mio stile e non è una cosa che voglio cambiare, non mi migliora come umano e nemmeno come artista, perciò ho deciso: partirò, ma prenderò il mio jet privato e farò le cose in maniera diplomatica, non ho mai desiderato fare il rivoluzionario oppure prendere una posizione politica, ho sempre preferito pensare a me stesso, mettere me davanti agli altri, anzi penso che tutti dovrebbero farlo per stare meglio con se stessi. Desiderio partire per stimolarmi, è una cosa che voglio fare, non mi interessa più di tanto dell'avvenire di chi si è messo nella condizione di essere condannato a morte... Te la sei cercata... Io farò il mio, a modo mio, perché questa è la mia vita, e non ci sarà nessuno a decidere per me, nemmeno un ragazzino bravo a recitare e fare la parte del martire può spostarmi dalle mie posizioni, lo farò per me stesso.
L'incenso si è spento, il mio naso annichilito dall'odore pungente mi fa uscire dallo stato di trance in cui mi trovavo ed ora è giunto il momento di fare qualche telefonata. Un jet privato non si trova subito e quindi non c'è tempo da perdere, ci vediamo in Russia Ettore...

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