VIII capitolo - un salto nel buio

8 0 0
                                    

Camminando con passo svelto, mi avvio al piano superiore, pieno di eccitazione per ciò che mi attende! Niente può fermarmi, proseguo lungo il corridoio e raggiungo la mia stanza. Spalanco la porta, i gatti si allontanano miagolando in un misto di sorpresa e timore.
"È il momento di brillare, baby!"
Esclamo con entusiasmo. L'eccitazione mi prende su dal mio antro depressivo e mi fa spiccare verso l'universo! E fore questa eccitazione mi ha preso un po' troppo, perché mi sono appena piscuato addosso. Saltello verso il bagno non curante dello schifo che lascio a terra. "Chiamerò qualcuno a pulire tanto questa è casa mia!" Dico pensando ad alta voce. Mentre entro nella stanza mi guardo allo specchio, occhi bianchi e puri, luccicanti! Luccicanti come l'intelligenza e il genio, luccicanti come stelle nello spazio! Mi dirigo verso la doccia e per prendere il doccino per sbaglio tiro il cordino per chiamare i soccorsi. Mi ricordo quando l'hanno installato in casa mia appena ho iniziato ad essere depresso, avevano paura che mi ammazzassi! Ma a me non mi ammazza nessuno! Nemmeno io! "AHAHAHAHAH!" UNA RISATA, ecco che farò se mi verranno a cercare, e li accoglierò alla porta con un buon vino rosso al calice guarda doli dalla mia torre d'avorio. Mi sciacquo il sotto e anche le mani già che ci sono e saltellando mi ricordo un tassello fondamentale.
"Come mi vesto?"
Vado verso camera mia e una volta entrato mi dirigo verso il mio guardaroba, aprendo le ante di vetro a soffietto.
"Questo l'ho disegnato io" Mi congratulo con me stesso ad alta voce e poi torno al mio da fare. Devo scegliere un outfit da favola, voglio essere il nuovo conquistatore, il D'Annunzio del design. Quei russi devono tremare davanti al mio estro.
" Io sono Ettore, il salvatore dal cuore dolce per chi è meno fortunato."
Una faccetta a cuoricino come la mia, gli occhi grandi e neri, chi può resistermi? Con la mia arte, porterò il mondo a un nuovo stato di equilibrio e bellezza. È come la sensazione che provai quando vinsi il primo concorso, mi sentivo un genio senza tempo, onnipotente e inarrestabile. Devo solo decidere quale outfit indossare per affrontare il freddo russo, chiudere tutto in valigia e decollare!
"Visone di volpe bianca? No troppo couture... Ah! Forse il pellicciotto di pelle d'orso? No trovo kitsch... C'è l'ho!"
Corro dall'altra parte della stanza e prendo lo scaletto, tre scalini e sono in cima, prendo delicatamente la scatola sulle mensole superiori. Scendo e mi poggio sul letto, soffio per rimuovere la polvere, si alza un polverone e tossisco un po' e poi lo vedo... Lì impeccabile come la prima volta.
" Il Woolrich Arctic Parka Evolution, in Lana Ramaria, limited edition azzurri ghiaccio"
E mi dico "è perfetto...!"
Ora mi basta un bel paio di jeans e due stivali di Michael Kors con i contro coglioni.
Apro le valigie sul letto, non una ma ben cinque. Bisogna che partiamo preparati. Io e il mio estro non possiamo farci spaventare da qualche grosso slavo con gli occhi di ghiaccio e il broncio, no no! Potere, devo trasmettere potere! Sennò come mi prendono sul serio quelli là?
Praticamente smonto l'intero armadio, dall' giacche ai visoni, dai mocassini agli stivali, dagli scialle ai cappottini e dopo 4 ore filate mi sento realizzato.
"Guarda un po' che bel completino ho qui!"
Una risata isterica di frenesia mi esce dalla bocca, tanto inaspettata che subito dopo cala il silenzio.
Non solo, mi gira la testa, che sia stato mischiare la polvere magica agli anti depressivi e l'alcool? Mi alzo in piedi e zompetto verso la porta d'uscita, zoppicando la mia vista si affioca e iniziano ad apparirmi delle macchie davanti agli occhi, non so se sto morendo o sto solo svenendo e prima che me ne potessi accorgere... Perdo controllo del mio corpo e volo giù dalle scale...
Mi sveglio, fuori è scuro, forse è già notte, e la mia mente torna a girare, in uno sprazzo di lucidità l'unica cosa che riesco a dire è
"Un salto nel buio, ecco cosa sto per fare... Non so nemmeno se ne usciro vivo..."
Tristemente realizzo che la mia vita è così vuota che l'unica cosa che mi motiva a fare qualcosa è l'incessante pensiero che tutto potrebbe andare male e che io possa morire da un momento all'altro... Mentre fisso la finestra sdraiato ai piedi delle scale e vedo il buio oltre le cime delle montagne capisco perché questi anni di solitudine mi sono sembrati così difficili.
"Che senso ha vivere una vita piena di ricchezza e abbondanza se non hai qualcuno con cui condividerlo?"
E io sarei quello che sta bene da solo? La verità è che nessuno vuole un filantropo riccone al proprio fianco, solo se se ne può approfittare... La verità è che non avrei bisogno di niente ma di qualcuno sì. Ho bisogno di qualcuno, qualcuno con un amore sincero e un desiderio di futuro, qualcuno come...
Il suono del telefono interrompe un'altra volta il mio triste flusso di pensieri e forse anche stavolta mi è andata bene. Peccato che mentre cerco di alzarmi mi accorgo che qualcosa non va, no infatti molte cose non vanno. Mi tiro su a fatica e mi guardo allo specchio di fronte alle scale: sono completamente ricoperto di sangue e forse quel braccio non dovrebbe pendolare così. Il suono del citofono si fa' insistente, chi è? Che cosa vuole? Perché c'è di nuovo qualcuno alla mia porta?
Vado verso la porta e mi accorgo che sono i paramedici... Perché sono venuti?
Mi vedono e senza neanche parlare mi sdraiano delicatamente in barella e mi caricano sull'ambulanza, mentre parlano il solito norvegese io fisso il soffitto del camioncino sdraiato e ancora sono un po' confuso, cosa succede? Sto morendo? Sono vivo? In ogni caso se stessi morendo, certo sarebbe una liberazione.

La vita di EttoreWhere stories live. Discover now