Capitolo 60: Rottura

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Erano passate due ore.
Due eterne ore in cui erano rimasti intrappolati in quell'edificio.
Senza dire neanche una parola, Dave aveva mandato un segnale tramite cellulare al 9-1-1 per richiedere delle pattuglie in quella zona. Prima era arrivata la polizia. Dopo mezz'ora era arrivata l'FBI. Avevano notato che i due agenti della CIA erano rimasti bloccati all'interno della stanza, perciò erano stati costretti a sfondare la porta con una piccola carica da irruzione per fare in modo che uscissero da lì. Quello che non furono in grado di immaginare fu il vetro colmo di sangue e quello che trovarono una volta varcata la porta blindata, sbloccatesi con l'assenza di battito di quello che rimaneva di Jude Collins. Davanti a quel lago di sangue era stata chiamata l'ambulanza per portare via i corpi. La polizia aveva perlustrato la zona e aveva trovato le tre pattuglie della polizia con la quale avevano perso il segnale e si erano dati alla ricerca nel corso della giornata. Quando l'FBI aveva iniziato ad indagare su quello che era successo nell'edificio, avevano racimolato le videocamere per avere una prova di tutto quello che si erano persi, visto che i due diretti interessati non avevano avuto intenzione di aprire bocca per raccontare gli eventi. Ciò cui si erano imbattuti una volta fatta irruzione nell'anticamera, era la figura possente di Dave, ancora intento a fissare il rosso del vetro, e il corpo seduto a terra contro il muro, le ginocchia alzate, larghe e la testa china, di Noah; non si erano degnati neanche di uno sguardo da quando le bombe erano esplose.

Per un attimo, gli agenti dell'FBI avevano pensato che fossero morti.

Avevano provato a scortarli fuori, ma i due non avevano voluto essere toccati. La prima cosa che il ragazzo aveva fatto, all'udire la porta aprirsi e gli agenti puntargli le armi addosso, convinti di avere il nemico davanti agli occhi, fu alzarsi da solo ed uscire dalla stanza senza pronunciare neanche una parola. Nonostante avessero provato a fermarlo e a porgergli delle domande, non aveva manifestato nemmeno una reazione; così avevano deciso di lasciarlo in pace e di dargli i suoi spazi – così avevano detto i paramedici quando avevano visto gli agenti dell'FBI essere un tantino troppo invadenti e irrispettosi con lui.
Dave, al contrario, aveva reagito solamente al loro arrivo; aveva indicato l'interno della stanza oltre il vetro, spiegando della bomba esplosa. Ciò che lo aveva lasciato tramortito per un attimo, era stato il modo con la quale il capo delle indagini sapeva di Malokov e di Staniv, come se qualcuno lo avesse reso al corrente di tutto quello cui erano andati incontro nel giro di quelle ore in cui erano rimasti isolati dal resto del mondo. Allora aveva osservato i paramedici e gli investigatori fare il loro lavoro, seppur lo avessero invitato ad uscire dall'edificio per impedire che le prove venissero rovinate.

Adesso era seduto verso l'esterno sul sedile del conducente della sua macchina, osservando il cielo, le mani giunte, serrate per nascondere le nocche rovinate. Le giornate si erano accorciate; sebbene fossero le cinque del pomeriggio, sembrava già notte. Anche i nuvoloni neri erano aumentati a dismisura, tuoni in lontananza stavano facendo la loro comparsa. La sua espressione turbata non era cambiata di una virgola; la sua mente era imprigionata nelle parole di Jude.
Rumore di barelle catturarono il suo udito; inclinò il capo con un'occhiata di sbieco e notò i paramedici uscire dall'edificio con tre barelle e alcuni sacchi. La presa sulle mani si fece più veemente, seppur il volto rimase impassibile; erano riusciti a ricostruire solamente tre corpi, inclusi quello di Jude, mentre gli altri – a detta di quello che si stavano scambiando con amarezza e orrore – erano irrecuperabili. Strinse le labbra in una linea sottile, ignorando quella voce dentro la testa che stava continuando a ripetere una frase che non voleva andare via del suo cervello.

Proprio al di là delle vetture, dall'altro lato della piazza, Noah si era seduto su un blocco di roccia scalfita. Stava dando le spalle a tutto quel movimento, cappuccio alzato per nascondere totalmente il volto ancora pallido. Stava ascoltando nitidamente ogni parola pronunciata dai paramedici e dagli agenti: alcuni erano in lacrime per aver perso dei colleghi ingiustamente. Con la testa rivolta verso il terreno, si stava massaggiando con un movimento meccanico il braccio sinistro, sulla spalla; con tutte quelle botte che aveva preso, stava iniziando a fargli male. Ne avevano vista di gente morire in quei mesi; era stato un continuo crescendo che non avevano evitato. Dimitri aveva alzato la posta in gioco, l'aveva detto.
Sentì il cellulare dentro la tasca vibrargli.
Infilò la mano per prenderlo, inconsapevole che Dave aveva fatto lo stesso.

OPERAZIONE YOnde as histórias ganham vida. Descobre agora