Capitolo 37: Bersagli

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«Alle ventuno e ventisei minuti di ieri, a Los Angeles, alias le zero-zero e ventisei minuti di Washington, un terrorista si è fatto esplodere all'interno di un bar ristorante. Tredici vittime; dieci morti e tre feriti, ovvero il personale in cucina, relativamente lontano al momento dell'esplosione.» la voce autoritaria di Dave rimbombò all'interno della sala riunioni della base del Navy SEAL.

Era presto. Le cinque del mattino per l'esattezza. Nonostante l'ora, tutto il Team Bravo era presente all'interno della stanza, seduto attorno al lungo tavolo rettangolare. Kyle stava indossando un berrettino per nascondere la nuca rasata; al lato sinistro di Dave, aveva sollevato le gambe sul tavolo, sedendosi con fare sfacciato e poco formale; Gavin, dal braccio legato davanti al petto, sedeva accanto a lui; Liam, dall'altro lato e affiancato da Gregory, teneva lo sguardo fisso sullo schermo dove erano mostrate le foto delle vittime; il secondo in comando non smetteva di massaggiarsi il petto dolorante, seppur non lo desse a vedere. Ultimo, ma non per meno importanza, vi era Sully, in fondo al tavolo, il più vicino alla porta, occhi persi nel vuoto e totalmente dissociato dalla conversazione; mani giunte sulla superficie, dita intrecciate e serrate con vigore, stava facendo funzionare l'udito per recepire ogni singolo dettaglio e parola pronunciata dal suo superiore. Con loro vi era anche Noah, il quale aveva preso posto accanto a chi avrebbe dovuto essere capotavola, ovvero il Capitano Morrison, tuttavia in piedi davanti al proiettore e alla bacheca sulla quale erano disposte le informazioni riguardo l'attentato avvenuto qualche ora prima, mentre loro stavano banalamente dormendo per recuperare le forze. Sebbene Gavin e Gregory fossero feriti e in convalescenza, avevano deciso comunque di presentarsi – il primo per pura formalità e per essere aggiornato degli eventi, il secondo per l'obiettivo principale cui era diretta quell'esplosione.
La foto di Jake Grant era stampata accanto a tutte le informazioni che il giovane hacker aveva racimolato in quelle ore, permettendo alla riunione di compiersi e al team di soldati di smuoversi immediatamente dalle loro abitazioni. Non potevano perdere tempo quando Y si era già messo in moto senza dare loro il tempo di agire, e a quanto pareva persino Noah lo aveva capito, eliminando qualunque sprazzo di riposo per poter essere sempre a un passo vicino a lui per non perderlo di vista. Proprio nel momento in cui il ragazzo era piombato nella stanza da letto di Dave, svegliandolo di soprassalto con voce acuta e allarmata, nei loro cellulari era arrivata la notizia da parte della CIA dell'attentato.
Il corpo del terrorista si era ridotto in mille pezzi ed erano state ritrovate tracce di giubbotto esplosivo.

«Con il messaggio intercettato dall'agente Finley – proseguì Morrison, scoccando un'occhiata al ragazzo dal gomito sul tavolo per coprire la bocca e massaggiarsi la mascella, sinonimo che era immerso in una piena di pensieri e ragionamenti. – Si presuppone che l'ex Sottoufficiale Grant fosse presente, ma non al momento dell'esplosione.» si avvicinò e poggiò entrambe le mani sulla superficie del tavolo. «Ma questo non esclude che l'obiettivo fosse lui, poiché i suoi genitori non hanno più sue notizie da circa sei ore.»

L'ultima parte del discorso uscì sotto forma di ringhio, un poco gutturale e roca, di quanto l'autocontrollo di Dave fosse legato a dalle catene che il suo buon senso stava tentando di tenere conficcate nel settore del suo cervello, quale era il raziocinio e la lucidità. Il sol pensiero che un altro suo uomo, specialmente Jake Grant, fosse stato eliminato da Y a causa della loro lentezza, gli faceva ribollire il sangue nelle vene dalla collera; stavano facendo letteralmente i salti mortali per anticiparlo, eppure c'era sempre qualcosa che non capivano. Noah aveva comunque agito di testa sua e si era messo a decriptare il cellulare di Anthony per capire dove si trovasse Y, non dormendo la notte. Se non avesse intercettato il nome di Jake, quell'attentato non avrebbero potuto collegarlo a Y; il loro nemico aveva cambiato approccio. Era come se avesse voluto mandare loro un avviso questa volta, come se avesse voluto coglierli in un momento dove – feriti e stanchi – non avrebbero avuto modo di fermarlo. Era un affronto bello e buono, una provocazione che aveva troncato vite di innocenti.
Stava coinvolgendo civili per dirgli di fare in fretta a capire chi fosse, perché adesso stava alzando la posta in gioco. Fottuto pezzo di merda.

OPERAZIONE YWhere stories live. Discover now