Capitolo 51: Rancore

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Le immagini svanirono gradualmente dalla mente di Dave non appena quel ricordo intangibile ritornò a bussare dietro la sua porta, come a voler essere riportato a galla nonostante fosse stato chiuso definitivamente e avesse messo da parte la rabbia davanti ad un mondo che non avrebbe esaudito i sogni di chi si era illuso di poterlo cambiare, di poter scovare in mezzo a quelle bugie, a quei pregiudizi, la più piccola ed insignificante delle prove che avesse potuto mettere a tacere i piani alti e finirla una volta per tutte con quella presa di potere ingiustificata con la quale l'essere umano si nutriva.
Aveva commesso un tremendo errore a non assicurarsi che fosse davvero morto.
Invece Dimitri Malokov era lì, proprio di fronte a lui, a scrutarlo con quegli occhi azzurri e quel sorriso che si stava pregustando il suo shock, la sua incredulità.
È vivo. Disse la sua testa, la posizione ancora immutata da quando gli aveva levato il passamontagna. È lui chi ha ucciso i miei compagni.
Non ebbe il tempo di reagire che venne preso in contropiede.
Gli arrivò un pugno intenso in volto, sullo zigomo sinistro, talmente feroce da sbilanciarsi totalmente e perdere il controllo del corpo sotto di lui, rotolando sul pavimento con una mano in faccia. 

Quello fu il via libera che concesse a Noah di rinsavirsi dalla stasi cui anche lui era andato incontro dopo che i due uomini si erano rivisti in quello scontro imprevedibile. Fece qualche passo in avanti verso il corpo di Dave, udendone i grugniti continui per quel colpo che, a giudicare dal nero che stava apparendo gradualmente sullo zigomo, era stato più violento di quello che si era beccato in precedenza, come se il nemico fosse stato pervaso da una rabbia incontrollata, una sorta di risveglio dopo che entrambi avevano forse immaginato la medesima scena dopo essersi scrutati negli occhi da...non sapeva quanti anni, ma era sicuro che ci fosse un qualche collegamento di cui lui, adesso, era l'unico sprovvisto. Cosa stava succedendo, non ne aveva la più pallida idea, ma non poté non pensare che quello davanti a lui, quel Dimitri che Dave aveva chiamato, fosse Y, colui che vi era dietro gli omicidi dei gemelli Spencer, il dirottamento in aereo, l'assassinio di Kevin, l'assalto alla villa Jung e l'attentato in treno. Quell'unico uomo, un russo a quanto pareva, aveva realizzato tutto ciò che li circondava per cosa? Per vendetta? Per farla pagare a Dave? Fargliela pagare di cosa? Aveva sentito fino a cinque fottuti minuti fa di essere ad un passo dalle risposte, ad un passo dalla risoluzione dell'enigma che l'aveva portato a non dormire addirittura la notte, eppure con due singole frasi, quei due avevano disintegrato il suo castello per ritrovarsi sperduto in un deserto, dove l'unica borraccia d'acqua era stata svuotata nel momento in cui avevano racimolato solo una parte delle informazioni nella periferica dentro il suo calzino. Seppur non vedesse bene senza occhiali, la fisionomia di Dimitri non poté dimenticarla, né tantomeno non registrarla nel suo cervello; si era messo in piedi, allontanandosi da loro per ripulirsi la camicia dalla polvere e dal sangue che Dave aveva perso dal labbro lievemente spaccato, senza alcun risultato a causa del colore bianco dell'indumento. Si passò una mano sui capelli scuri, sollevando lo sguardo quando percepì i suoi occhi puntati addosso. Gli sorrise, leccandosi le labbra con malizia e soddisfazione. Un russo... pensò Noah, iniziando a sudare freddo; la situazione si stava facendo più drastica del previsto, lo percepiva dal sangue dentro le sue vene che pompava ad un ritmo che non aveva mai immaginato di sentire con il tenore di vita che lo caratterizzava dapprima che entrasse nella CIA; una semplice indagine si era trasformata in una diatriba che accumunava due superpotenze che non facevano altro che provocarsi e stuzzicarsi con qualunque cosa. Eppure, se Dave lo conosceva, perché non aveva sin da subito capito che fosse lui Y?
Qual era il cordone che li teneva saldamente collegati in quel labirinto, cosicché nessuno di loro ne uscisse? Perché mai Dave avrebbe dovuto avere un nemico russo così vicino da conoscerne i compagni di squadra e da costruirsi una falsa identità, un mercato addirittura? Non poteva essere una spia; le spie non lavoravano in maniera così diretta. C'era qualcosa, di fondo, che Noah non aveva ancora capito.

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