LVII

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Il giorno seguente, i ragazzi vennero radunati in gradinata per la visione di un filmato.

Venne mostrato loro un colloquio tra il professor Zerbi e il suo allievo Malia, durante il quale i due trattarono diversi argomenti. Tra questi, il ragazzo parlò delle difficoltà che stava affrontando nell'integrarsi in casetta.

Ammise di essersi inizialmente interfacciato con i suoi compagni in modo sbagliato, ma d'altro canto non era mai riuscito a percepire che la sua presenza fosse ben accetta.
Sin da quando era entrato, infatti, molti tra i ragazzi si erano lasciati andare a battute e scherzi sul suo nome d'arte e sui suoi modi di fare. Inizialmente era stato al gioco, ma col passare del tempo la cosa lo aveva stufato.

Nonostante tutto, dovette riconoscere che non tutti in casetta fossero ostili nei suoi confronti.
In particolare, affermò di aver trovato in Beatrice, Joseph ed Elia delle persone vere, disposte ad ascoltarlo.
I tre citati spostarono lo sguardo dal televisore al cantante, ringraziandolo per le belle parole.

Una volta terminato il filmato, nacque un dibattito, che aveva lo scopo di chiarire la situazione una volta per tutte.
Molti si scusarono col cantante, ammettendo apertamente di aver sbagliato nei suoi confronti, altri provando tuttavia a giustificare i loro modi di fare.

Il tutto terminò con la promessa, da parte dei ragazzi, di rivedere il loro atteggiamento e di essere più rispettosi nei suoi confronti.

Mattia, successivamente, si alzò e si diresse in giardino, accomodandosi sulla poltrona singola.
Aveva bisogno di riflettere su quanto successo, perché il comportamento dei suoi compagni aveva riaffiorato alla mente vecchi ricordi spiacevoli, che suscitavano in lui un profondo malumore.

Dopo qualche minuto, in cui aveva ascoltato le opinioni di Sarah e Sofia, Beatrice si alzò con l'intenzione di andare ad assicurarsi che il cantante stesse bene.
Venne fermata dalla voce di Joseph, che a qualche passo da lei richiamava il suo nome.

<<Dimmi>>
<<Stamo npo nsieme?>> propose il romano, che aveva sinceramente voglia di passare del tempo di qualità con la ballerina.
<<Vado un attimo a vede come sta Mat, poi sono tutta tua>>
Nel sentirle pronunciare quel soprannome, nel ragazzo si fece spazio una sensazione di fastidio, che cercò tuttavia di nascondere agli occhi della mora, annuendo alle sue parole.

Questa fece per voltarsi e andare via, ma i suoi passi vennero arrestati dalla mano del cantante che le cinse delicatamente il polso, facendola voltare nuovamente.
<<Un bacio non mo' dai?>> chiese con un sorrisetto sul volto, guardandola dal basso.
La lasciò andare solo dopo averle depositato un bacio casto sulle labbra, attirandola a sé, con la promessa di trascorrere quella serata insieme.

Beatrice vagò per qualche minuto alla ricerca di Mattia, per poi arrivare in giardino e trovarlo solo, con la testa rivolta verso il cielo.
<<Tutto bene?>> chiese cauta, non volendo risultare invadente.
Il cantante alzò la testa per portare lo sguardo sulla sua figura, annuendo. Ella studiò meglio la sua espressione, riuscendo a intravedere delle lacrime che gli bagnavano le guance e giungendo alla conclusione che le stesse mentendo.

<<E le lacrime allora a cosa le devi?>> decise di insistere, prendendo posto sul divanetto nero.
Mattia sbuffò, in parte contento che la ballerina non si fosse bevuta la sua piccola bugia e che fosse disponibile ad ascoltarlo.
<<É che tutte le volte va così>>
<<Così come?>> lo incitò a spiegarsi meglio, incrociando le gambe e rivolgendosi del tutto nella sua direzione.
<<Finisco sempre per esser quello preso per il culo: a scuola era così; nelle compagnie, le prime volte che uscivo, era così; qui, é così. Ceh c'é qualcosa che non va>> raccontò, lasciando che altre lacrime scorressero lungo le sue gote.

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora