XXII

3.6K 152 4
                                    

Beatrice era sola in camera, stesa sul suo letto, mentre fissando il soffitto si lasciava trasportare dai pensieri.

Quella sera sentiva particolarmente la mancanza della sua famiglia, nonostante fosse da sempre abituata a non vederli poi così spesso.

Dopo essere tornata da Parigi, aveva trascorso poco tempo a Napoli prima di prendere casa a Roma per poter continuare a studiare danza. Era ormai un annetto che viveva sola col suo gatto e si era ormai abituata a quella solitudine, ma il ritrovarsi improvvisamente a convinvere con così tante persone l'aveva portata a chiedersi come sarebbe stata la sua vita se avesse avuto un pò più di compagnia.

Se magari i suoi non avessero divorziato quando era solo una bambina, se avessero avuto altri figli regalandole qualcuno con cui condividere la propria quotidianità, se non avesse dovuto andar via di casa così presto crescendo più in fretta del dovuto, se avessero vissuto tutti insieme come una famiglia normale, se sua nonna fosse ancora lì con lei, se sua madre fosse stata più una madre che un'insegnante.

Erano tante le domande che le affollavano la testa e sapeva che non avrebbe potuto rispondere a nessuna di queste, perché le cose erano andate diversamente. Quella era la sua vita, che le piacesse o meno.

Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dalla voce di Joseph che la richiamava.

<<Beba, dormi?>>
Lei si voltò nella sua direzione, trovandolo in piedi sull'uscio della porta che divideva le loro camere, facendo segno di no con la testa.
<<E che stai a fa?>>
Si tirò su, incrociando le gambe.
<<Pensavo>>
<<Pensi troppo>>

Lei non rispose, sapendo che avesse ragione. La sua mente non smetteva mai di elaborare pensieri, domande, riflessioni e finiva frequentemente per essere travolta da tutto ciò.
Lui aveva notato che spesso si isolava, iniziava a fissare un punto imprecisato nel vuoto e smetteva di essere presente. Era come se venisse risucchiata via da un vortice.

<<Mi fai un pò compagnia?>> gli chiese e lui accettò volentieri, prendendo posto sul letto arancione.
Erano uno di fronte all'altra, con le ginocchia che si sfioravano.

<<Quello è il tuo gatto?>> indicò la foto di un gatto rosso, che la ragazza aveva attaccato al muro poco dopo essere entrata.
<<Si, si chiama Fiamma>>
<<Fiamma, ma che nome è?>>
<<Disse colui che ha chiamato il proprio Latte>> alzò le sopracciglia lei, ricordando di quanto avesse riso quando lui glielo aveva detto.
<<Ma c'ha la faccia da Latte>>
<<Come fa un gatto ad avere la faccia da Latte, me lo spieghi?>> rise, scuotendo la testa.
<<Certe cose non si possono spiegare>> alzò le spalle lui, spostando la sua attenzione su un'altra foto.

<<Lei chi è?>>
Puntò il dito verso una foto in bianco e nero un pò sgualcita, che raffigurava una ballerina sulle punte.
Beatrice si voltò a guardarla e il sorrisetto che aveva sul volto si affievolì.
<<Lei è nonna, un bel po' di anni fa>>
<<Non m'avevi detto fosse una bellerina>>
<<Lo era, ed era pure brava. Se amo così tanto la danza è merito suo>>
Come sempre pensare a lei le fece venire il magone alla gola, ma non avrebbe pianto.

<<Me dispiace, non volevo rattristattè>> Joseph le sfiorò un ginocchio, dopo aver visto il suo sguardo spegnersi. Il suo desiderio era distrarla da qualsiasi pensiero le passasse per la testa e si sentiva in colpa per aver probabilmente peggiorato la situazione.
<<Nono, è tutto ok>> gli fece un lieve sorriso, per rassicurarlo.
Si guardarono per qualche secondo negli occhi, prima che il cantante interrompesse il silenzio.

<<Che ne dici se continuiamo le nostre lezioni di piano, così smetti de pensà?>>
<<Andiamo>> scattò in piedi immediatamente, senza farselo ripetere due volte.
Raggiunsero così la sala delle gradinate, dove alcuni dei ragazzi stavano chiacchierando, sedendosi al pianoforte.

Ignorarono tutti gli altri, chiudendosi in un mondo tutto loro.
Lei si concentrò sui tasti bianchi e neri, ascoltando ciò che il più esperto le suggeriva di fare.
Lui nel mentre osservava il suo profilo, beandosi della sua bellezza. Concentrata com'era sulle note, aveva assunto un espressione buffa che lo fece sorridere spontaneamente.

Osservandoli dall'esterno si percepiva la tranquillità che riuscivano a trasmettersi a vicenda, dimostrata dai sorrisi impressi sui loro volti.

Più tardi, Beatrice si trovava in giardino a scherzare con Tiziano, Simone e Chiara.
Si sentiva decisamente meglio rispetto a poche ore prima ed il merito era tutto di quel ragazzo introverso e buono che con un solo gesto riusciva a migliorare il suo umore.

Spazio autrice

Oggi capitolo tutto dedicato a Jo e Beba.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi aspetto nei commenti.
Love you, M

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora