VII

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Due giorni prima della registrazione, tutte le ballerine furono richiamate in sala relax per ricevere una comunicazione.
Non fu spiegato loro il motivo di quel richiamo, così iniziarono a scambiarsi delle idee.

<<Secondo me è tipo una coreo tutte insieme>> ipotizzò Marisol.
<<Se è sui tacchi mi uccido raga>> commentò Sofia.
<<Non vorrei sembrare pessimista, ma per me è una sfida>> le fece riflettere la ballerina di Raimondo.
<<E ho paura che sia proprio per me>> continuò, con uno sguardo triste.

Poco dopo la tv presente il sala si accese, rivelando che appunto si trattasse di una sfida ma che la reale destinataria della lettera fosse Chiara.

<<Eccallà>> disse la romana, sbuffando.
Andò a recuperare la busta, il cui autore si scoprì essere Todaro, leggendone il contenuto.

Il maestro all'interno della lettera affermava di averla messa in sfida perché a detta sua quando ballava era "artefatta e costruita".

<<Regà veramente nessuno mi ha mai detto una cosa del genere>> scoppiò a piangere, ferita dalle parole usate dal professore.

Beatrice si spostò al suo fianco, accarezzandole la testa.
<<Ho sempre pensato che la freschezza fosse invece uno dei miei punti di forza, quindi sentirmi dire che ai suoi occhi sembro costruita mi dispiace>>
<<Amo ma non lo sei infatti>> la rassicurò Marisol, trovando tutte le ragazze d'accordo con lei.

<<Dopo tutti i tentativi falliti per entrare qui, uscire ora non mi andrebbe giù>> scosse la testa la bionda.

Successivamente fu mostrato loro il video della sfidante Denise, di cui in settimana avevano visionato i casting.

<<È brava regà>>
<<Non capisco però la scelta di lei come sfidante, che comunque fa tutt'altro stile rispetto a Chiara>> commentò Sofia.

Tornarono in casetta solo dopo che Chiara si fu calmata.

<<Che succede?>>
Tiziano, seduto al bancone, riuscì subito a capire dai loro volti che qualcosa non andasse.
La bionda gli mostrò la busta rossa.
<<Todaro mi ha messo in sfida con la ragazza dei casting>> spiegò, prima di scoppiare a piangere nuovamente.

Tiziano non perse tempo e la abbracciò, cercando di rincuorarla.

<<È che non voglio uscire, non ora che stavo iniziando a tirar fuori la vera Chiara, ma lei è davvero brava>> disse tra i singhiozzi, riferendosi alla sua sfidante.
<<Chià respira>>
Beatrice le accarezzava la schiena, incitandola a fare respiri profondi.
<<Lei è brava ma non ha nulla che tu non abbia, non uscirai>> la rassicurò e lo pensava davvero.

La più piccola annuì, cercando di regolarizzare il respiro mentre i compagni continuavano a rassicurarla e riempirla di belle parole.

Poco dopo riuscì a calmarsi e si diresse in camera insieme a Gaia, con cui aveva legato veramente tanto.

Dopo cena, Beatrice recuperò il cellulare e si sedette sul divano posto in cucina.

Scrisse a suo padre, evitando di chiamarlo poiché si era ormai fatta una certa ora, e rispose alle varie correzioni ricevute dalla madre.

Sentì il divano abbassarsi sotto di lei e voltandosi notò Tiziano seduto al suo fianco, impegnato a scrivere quella che pensò fosse una lettera.

<<A chi scrivi?>> decise di chiedergli, notando quanto fosse preso da ciò che scriveva.
<<Alla mia ragazza, prima al telefono l'ho sentita proprio giù>>

<<È una cosa che fai spesso? Scrivere intendo>>
<<Lo faccio da sempre. Soprattutto dopo tutti i cambiamenti post-incidente, spesso sento il bisogno di fare ordine nella testa e scrivere mi aiuta tanto>> le spiegò, accennando all'incidente di cui le aveva già parlato nei giorni precedenti.
Lo aveva definito come "il momento in cui è morto Tiziano ed è nato Kumo".

Lei lo aveva ascoltato attentamente, proprio come stava facendo anche adesso. Trovava la sua compagnia estramemente piacevole, perché lui era veramente un ragazzo d'oro.

<<Tu invece come butti fuori i tuoi pensieri?>>
<<Non li butto fuori, me li tengo nella testa>> alzò le spalle lei.
<<Butta fuori i tuoi pensieri o finiranno per ucciderti>> citò una frase di  Marracash, uno dei cantanti preferiti della ballerina.
<<Penso che non ci sia frase più vera, quindi ti consiglio di iniziare a farlo Bea>> continuò.

<<Non so, non sono molto brava con le parole quindi penso che scrivere non faccia al caso mio>>
<<Non devi per forza scrivere, puoi anche parlare con qualcuno>>

Ma con chi avrebbe dovuto farlo, a chi avrebbe dovuto confidare le sue riflessioni più intime?
Nella sua vita non era mai stata in grado di fidarsi ciecamente di qualcuno, per quanto si fosse sforzata.

In generale tendeva sempre a mantenere una certa distanza di sicurezza dagli altri, anche dalle persone a cui teneva di più.
Essendo sempre stata abituata ad affrontare tutto da sola, temeva forse che se avesse fatto troppo affidamento su una persona e poi l'avesse persa non sarebbe più riuscita a tornare ad essere indipendente come prima.

Si chiedeva però se avrebbe mai conosciuto nella vita qualcuno che le facesse abbattere quelle barriere che con tanta cura si era costruita intorno.

Spazio autrice

Oggi capitolo un pò più riflessivo e, purtroppo, senza Joseph.
Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre.

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora