XLIII

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I ragazzi avevano terminato la registrazione dell'ultima puntata del pomeridiano prima delle vacanze natalizie, che si era svolta senza troppi problemi.

I cantanti avevano portato in gara i loro inediti mentre i ballerini erano stati giudicati da Veronica Peparini, inoltre c'era stato un nuovo ingresso e Angela aveva affrontato e vinto la sfida tanto temuta.

Beatrice ora stringeva tra le braccia la sua compagna di stanza, ripetendole con fierezza "te l'avevo detto", mentre Joseph se ne stava poggiato allo stipite della porta d'ingresso mentre fumava una sigaretta.

Dustin portò via Angela, trascinandola in casa e travolgendola con l'uragano d'entusiasmo quale era, sotto lo sguardo divertito della ballerina della Celentano.
Quest'ultima prese poi a chiacchierare con Simone, sentendo un paio d'occhi, da lei tanto apprezzati, puntati addosso.
Fece però finta di nulla, riservando la sua piena attenzione all'amico al suo fianco, finché non vennero interrotti dalle urla dei loro compagni.

<<Bisogna mette a posto la stanza ma non é che vieni qua, me guardi, me dici e me dai ordini tu>> alzò la voce per primo Joseph, sbottando contro Elia che gli ripeteva da un pò di andar a sistemare la loro camera, prima dell'arrivo del nuovo cantante.
<<T'inventi le cose. Ma chi cazzo ti da ordini>>
I due si scambiarono diverse battute prima che Simone si alzasse in piedi per mettersi tra loro, onde evitare che la situazione sfuggisse di mano conoscendo il carattere di entrambi, prendendo poi il livornese in disparte.

Beatrice invece si avvicinò al romano, cercando di placare la sua ira.
<<Il discorso é giusto, ma me danno fastidio i modi con cui me viene a dì le cose>>
<<Si, ma non pensi che sia un pò esagerato urlare in quel modo?>> cercò di farlo ragionare.
<<Urlo perché quando me girano non riesco a trattenermi>> spiegò, aspirando assiduamente quella sostanza nociva da cui era dipendente ormai da anni.

La ballerina osservò la sigaretta tra le sue mani e puntò poi lo sguardo in quello del ragazzo, osservandolo fumare con occhi di rimprovero.
Il cantante si perse in quegli occhi verdi, ricercando quiete nel suo sguardo.

<<Quante ne hai fumate oggi?>>
<<Penso sette/otto>>
<<E non so un pò troppe?>>
<<Me pari mi madre>> sorrise sghembo, prendendola in giro.
Beatrice invece sorrise soddisfatta, vedendolo spegnere e gettar via il mozzicone.

A loro si avvicinò poi Christian, che nell'ultimo periodo aveva avuto modo di trascorrere molto tempo in compagnia del cantante e di capire meglio alcuni suoi comportamenti, chiedendo come mai Elia fosse così nervoso.

Quest'ultimo, che era rientrato in casa, richiamò al lavoro anche Giovanni, che però gli disse di aspettare poiché stava preparando la cena.
Il biondo allora si diresse verso la camera blu sbuffando e borbottando tra sé e sé.

<<Va a pulire va>>
Beatrice spinse leggermente il romano, incitandolo a seguire il suo compagno di stanza.
<<Agli ordini, mamma Bea>> si portò due dita alla fronte, per poi voltarsi e fare come detto.

<<Lo fai riga dritto eh>> commentò il cantante, prendendo posto su una delle panchine.
<<Ci provo, ma é testardo come pochi>> alzò le spalle, accomodandosi al suo fianco.
Christian fece per parlare ma Beatrice lo precedette cambiando argomento, avendo già intuito dove avrebbe voluto andar a parare.
<<Con Gaia come va, eh?>>
Il solo sentirla nominare fece sbocciare sul viso del cantante un sorriso a trentadue denti.
<<Benissimo, adesso. Son contento che si stia lasciando andare>>
<<Lo sai vero che se provi a farla star male ti vengo a cercare, si?>>
<<Il concetto mi sembra chiaro, si>>
Entrambi poi scoppiarono a ridere, prima di esser interrotti dalla voce della produzione che li richiamava.

Si diressero quindi verso le gradinate, dove trovarono già buona parte dei loro compagni.
Presto scoprirono due gran belle notizie: la prima era che sarebbero tornati a casa per le feste e avrebbero potuto trascorrere il natale in famiglia; la seconda era che il capodanno invece lo avrebbero trascorso tutti insieme, sul palco del concerto di canale cinque.
La produzione spiegò loro che si sarebbero esibiti in coppie, formate un cantante e un ballerino, sulle note degli inediti dei cantanti della scuola.

Beatrice restò per un attimo a fissare il vuoto, mentre i suoi compagni si sparsero per la casa, persa nei suoi pensieri.
Joseph restò per qualche minuto ad osservarla, cercando di leggere in qualche modo nella sua mente.

<<Non sei contenta?>>
Beatrice scattò al suono della sua voce che la riportò alla realtà, puntando lo sguardo sulla figura del ragazzo.
<<Più o meno>>
<<Fammi indovinare: c'hai paura di cosa te dirà tua madre quando la rivedrai>>
Bingo. Aveva capito tutto senza che avesse nemmeno pronunciato una parola.
<<O sbaglio?>> chiese, sedendosi poi al suo fianco, sulla zona più alta delle gradinate.

La ballerina abbassò lo sguardo sulle sue mani, confessando che la sua ipotesi fosse corretta prima di dar voce alle sue preoccupazioni.
<<É da un pò che non la sento e, é brutto dirlo, ma sento di star meglio. Dal discorso della Celentano sto provando a lavorare sul mio modo di rapportarmi con la danza ed ascoltare tutte le sue critiche non mi sarebbe per niente d'aiuto>>
Si portò le gambe al petto, mentre il ragazzo la ascoltava ed osservava attentamente.
<<Prova a pensa che rivedrai anche tuo padre e il resto della tua famiglia, piuttosto. Non farte rovina sta cosa bella>> le sistemò una ciocca di capelli, studiando la sua espressione.
<<E se te dice qualcosa che te fa veni tremila pensieri chiami me, a qualsiasi ora e in qualsiasi momento, che te faccio ragionà>>
<<Ah te faresti ragionà me?>> rise, alzando le sopracciglia.
<<Ogni tanto i ruoli se possono inverti>>

I due poi si stesero, facendo sfiorare le loro teste, e restarono in silenzio per un pò, avvolti dalla loro bolla di serenità.
Spesso non sentivano il bisogno di dirsi e raccontarsi nulla, gli bastava stare uno accanto all'altro per stare in pace.

<<Lo sai che non ho il tuo numero?>> rifletté la ragazza, interrompendo il silenzio e sentendosi dire che avrebbero dovuto rimediare appena avrebbero avuto i cellulari a disposizione.
<<Che c'é?>> chiese Joseph, voltandosi verso di lei ed osservando la sua espressione pensierosa.
<<Mi sono appena resa conto che conviviamo da mesi e che siamo...questo>> disse indicando prima se stessa e poi lui, non sapendo bene come definire il loro rapporto, per poi continuare la sua frase <<ma che prima eravamo perfetti sconosciuti>>

<<Come cambiano in fretta le cose, eh? Qualche mese fa eri completamente persa e adesso hai sto pezzo de ragazzo che te salva. Ritieniti una delle preferite de Dio>>
<<Ma sentilo! Più che preferita, sento che mi ha voluto punire mandandomi sta bella rogna>> gli diede un leggero colpo sulla spalla.
Si tirò su a sedere, seguita a ruota dal romano.
<<Attenta, che te sta a cresce il naso>>
<<L'importante é crederci nella vita, Jojo. Convinto tu, convinti tutti>>
Gli lasciò qualche pacca sulla spalla, prima di allontanarsi per raggiungere i suoi compagni in cucina.
<<Tanto la sappiamo entrambi la verità>> le urlò dietro, guardandola andar via.

La verità, la sapevano entrambi si, era che ormai non riuscivano più a stare lontani. Da quando si eran concessi di avvicinarsi era come se fossero uniti da un filo, che gira e rigira li portava sempre tra le braccia dell'altro.

Spazio autrice

Ci ho messo un pò di tempo, ma eccovi un pò di Beba e Jojo.
In questi giorni purtroppo ho zero fantasia e ispirazione e non avevo la minima idea di cosa scrivere in questo capitolo e son finita per scriverlo di getto alle cinque del mattino, quindi mi scuso se non é il top.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi aspetto nei commenti.
Love you, M
💘

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora