Capitolo 18

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Gabriel

Dopo aver visto le ragazze trafficare pericolosamente - c'entro di sicuro io- con i miei coinquilini, esco di casa e trovo la persona che non avrei mai voluto incontrare in un momento felice.

Non lo saluto.

<<Che ci fai qui?>>, gli chiedo.

<<Nemmeno si dice un "ciao" a tuo padre?>>

<<Non hai risposto alla mia domanda.>>, lo presso.

<<Non posso venire a trovare il mio unico figlio maschio?>>

<<Perchè non rispondi alle mie chiamate?>>, domanda.

<<Ti ricordo che pratico uno sport agonistico e devo studiare>>

<<Infatti, dovresti concentrarti solo su quello, anziché alle ragazze, ma non puoi comunque trascurare la tua famiglia>>

<<Per prima cosa, non sono affari tuoi, per seconda sono impegnato e, fammi capire bene, ti sei fatto 5.000 kilometri per venirmi a dire sempre le stesse cazzate? Non posso essere un robot che pensa solo ad una cosa!>>Sbraito.

<<Modera i termini Gabriel, lo sai che posso far->>Lo interrompo.

<<Vuoi far morire anche me di botte e dare la causa ad una malattia?>>Sbraito.

Il sangue ribolle nelle vene violentemente.

Lui abbassa la testa e poi mormora <<Non- Non intendevo quello...>>

<<E allora che intendevi, sentiamo, perchè sei venuto qua?>>

<<Volevo solamente sentire mio figlio>>

Lo interrompo per una seconda volta <<Faccio finta di crederci, anche se fosse, Sophia dove la metti?>>

<<Dopo andrò a trovare anche lei, ma fammi finire Gabriel, ingrato che altro non sei, io potrei finire quando voglio di pagare il vostro studio, la casa, l'assicurazione della tua macchina e della tua moto...>>

<<Sì, ma dai, dimmi qualcosa di nuovo, oltre a ricatti su ricatti quando la situazione si fa critica.>>, non capisco perchè oggi ho questo vizio.

Forse è perchè lui scatena la parte peggiore di me.

<<Ho visto i costi e, si è trasferito qualcuno di recente, magari una ragazza?>>, domanda

Il sangue mi si gela nelle vene.

Come fa a saperlo?

<<No, non si è trasferitonessuno>>, cerco di nascondere il mio stupore.

<<Bene, quindi mi stai dicendo che se entrassi non troverei nessun oggetto da ragazza, nè tanto meno una?>>

In risposta abbasso la testa.

<<Lo sapevo.>>, poi continua <<Vedi di concentrati sulle cose importanti, Gabriel.>>, e dopo questo promemoria entra in auto e se ne va.

A volte penso a come vorrei aver avuto una famiglia normale.

A quanto la desiderassi da piccolo.

A quanto sia stata distruttiva, per me, la morte di mia madre.

All'odio verso mio padre.

E a volte mi capita di immaginare me in un futuro, come padre -e magari Valentine come madre- e sperare di non diventare mai come lui.

𝓨𝓸𝓾 𝓼𝓪𝓿𝓮𝓭 𝓶𝓮Where stories live. Discover now