Capitolo 9

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Dovevo servirgli il pranzo prima di andare nella sala da bagno, correvo per i corridoi ma quando arrivai in cucina Abigail mi guardò con molta preoccupazione negli occhi.

"Ho dato il pranzo del Principe a Theresa, glielo sta servendo lei. Mi dispiace Christine, ma eri troppo in ritardo e non sapevo che altro fare..."

La guardai ma non ero arrabbiata, al contrario. La capivo. Non avrei mai permesso che finisse nei guai pure lei per colpa mia.

Corsi nella sala da bagno per evitare di arrivare in ritardo e fortunatamente arrivai in tempo. Il Principe ancora non c'era.

Iniziai a riempire la vasca con le essenze che sapevo erano gradite al Principe e poi aspettai il suo arrivo.Quando sentì le porte spalancarsi capì che si trovava nella stanza e io iniziai a tremare.

"Christine." disse con un tono di voce talmente duro da farmi rabbrividire.

"Padrone..io.."

"Zitta. Mi hai deluso. Adesso spogliami e poi va ad inginocchiarti nell'angolo. Aspetterai che io abbia finito e poi verrai con me nella stanza"

Non replicai, non osai nemmeno guardarlo negli occhi.

Mi avvicinai e lentamente iniziai a spogliarlo ripiegando tutti i suoi abiti in modo da non farli spiegazzare e poi andai ad inginocchiarmi nell'angolo più lontano da lui.

Non avevo idea di cosa avrebbe potuto fare dopo e così mi ritrovai a sperare che qualsiasi cosa sarebbe accaduta non sarebbe stata troppo dolorosa.

Dopo quella che a me sembrò un'eternità il Principe uscì dalla grande vasca e mi guardò.

"Asciugami e poi aiutami a rivestirmi."

Mi alzai e per poco non caddi di nuovo a terra. Non sentivo più le gambe e provavo un forte dolore ai piedi.

Cauta mi avvicinai e usai un grande telo per asciugarlo. Tamponai con il telo lungo tutto il suo corpo, che anche in quella situazione mi sembrò incredibilmente perfetto, e una volta asciutto mi allontanai per andare a prendergli i vestiti.

Lo aiutai ad indossarli cercando di prendere tempo.

"Seguimi" disse iniziando poi a camminare per uscire dalla stanza.

Sapevo dove stava andando e ubbidiente iniziai a seguirlo.

Una volta arrivati mi fece entrare nella fatidica stanza e poi chiuse la porta alle sue spalle.

"Non hai fatto ciò che ti avevo chiesto di fare."

"Mi dispiace padrone"

"Le scuse non serviranno. Dovrò punirti"

"La prego dica alle guardie di non farmi troppo male, la scongiuro"

"Oh piccola e innocente Christine, nessuna guardia ti toccherà mai più. Sarò io a punirti."

Una strana sensazione invase il mio stomaco a quelle parole.

"Spogliati" disse dirigendosi verso una delle pareti a cui erano appese quelle che a me parvero bacchette.

Non avevo più paura, non tanta come prima almeno.

Avevo paura del Principe ma non in quella stanza. Non sapevo il perché, na era come se lì il dolore si trasformasse in qualcosa di piacevole.

Avevo tolto il vestito e lo avevo riposto per terra inginocchiandomi poi accanto ad esso.

Il Principe nel frattempo si era avvicinato a me con in mano uno di quelli strani bastoncini appesi al muro.

Abbassai lo sguardo aspettando un suo comando.

"Alzati"

E così feci.

Prese la mia mano e mi condusse verso una strana struttura in leno a forma di croce*.

"Appoggia la schiena alla croce e divarica le gambe"

Misi i piedi sul piccolo rialzamento che si trovava sul fondo della croce e mi appoggiai ad essa aprendo le gambe.

Il Principe si abbassò e lego una delle mie caviglie ai lati della croce e dopo lo fece anche con l'altra.

Si alzò poco dopo e fece la stessa cosa con i polsi.

Non potevo muovermi.

"Sarò io a colpirti questa volta Christine. Non una guardia.

Ti colpirò 10 volte e tu dovrai contare. Se sbaglierai ricominceremo."

Disse prendendo in mano quella che ormai avevo capito essere una frusta.

Mi colpì.

Urlai per il dolore, mi aveva colpito su una gamba e bruciava.

"U-uno" dissi cercando di non farlo arrabbiare ancora di più.

Un altro colpo arrivò sul mio corpo.

Questa volta aveva colpito la pancia.

"Du-ue"

Un altro ancora, sul mio seno.

Urlai più forte, faceva male.

"Tre"

Non mi sarei mostrata debole davanti al Principe.

Non avrei mai potuto.

Meritavo quella punizione e il fatto che fosse lui ad infliggermela doveva essere soltanto un onore per me.

"Dieci" dissi facendo scendere una lacrima che avevo tentato di reprimere.

Lo vidi posare la frusta a terra e avvicinarsi a me.

Mi sentii stringere da un suo braccio mentre con l'altro slegava i miei polsi e le mie caviglie.

Non avevo la forza di reggermi in piedi e lui non mi chiese di farlo.

Mi portò fuori dalla stanza e mi fece stendere sul suo letto.

"Riposa ora, tornerò io dopo. Per oggi non devi fare più nulla" e uscì lasciandomi sola in quella camera a me così estranea ma allo stesso tempo familiare.

*la croce è a forma di x e nel linguaggio BDSM è definita Croce di Sant'Andrea. La sua funzione è quella di consentire di immobilizzare il corpo del sottomesso con braccia e gambe divaricate.

Salve.
Ecco qui il nuovo capitolo, è un po' più lungo del solito perché così spero di avere un pi' più tempo per il prossimo.
PROSSIMO AGGIONAMENTO A 25 VOTI.
Vi consiglio inoltre di dare un'occhiata alla mia bacheca ogni tanto perché pubblico lì eventuali avvisi sulle mie storie.
Un bacio.

Per compiacerlo.Where stories live. Discover now