Capitolo 49: In trappola

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Essendo cambiato l'ultimo piano dell'edificio, avrebbe dovuto prevedere che quei tunnel non erano affatto sicuri, ma muniti da qualche entrata segreta che nessuno dei due era stato in grado di scovare. In effetti gli era sembrato tutto troppo facile per essere vero. Non era stato veloce abbastanza da poter andare via prima che venisse messo fuori gioco; una volta udito quel rumore avrebbe dovuto avvisare Dave e staccare tutto, lasciando il computer. In un modo o nell'altro lo aveva comunque perso.
Scosse la testa, scostando i ciuffi riccioli da davanti al viso; lo avevano usato come una cazzo di esca per attirare Dave nella loro trappola. Che pezzi di...

«Per quale cazzo di motivo sei sceso dopo che le comunicazioni si sono interrotte? Saresti dovuto andare via, invece ti sei fatto catturate come un imbecille!» piegò le gambe distese sul pavimento, il piede colto da numerose vibrazioni stizzite.

Il sopracciglio di Dave tremò dalla rabbia. Aprì la bocca, poi la richiuse. Infine la riaprì, allibito.

«Excuse me? Quello che è sparito, qui, sei tu, perciò sono andato al tunnel per cercarti!»

«Adesso è colpa mia?! Era palese che fossi nella merda!»

«Quindi mi stai dicendo che avrei dovuto lasciare che Y ti usasse come ostaggio? Renditi conto di quello che è appena uscito dalla tua bocca!» con incredulità lampante, Dave incominciò a muovere le mani per tentare invano di liberarsi.

«Fanculo te e il tuo animo da eroe del cazzo. Pensa con la fottuta testa, anziché agire d'istinto solo per compiacere il tuo ego!»

«Ma quale cazzo di ego, you damn idiot

Noah diede un colpo secco con le braccia per arrestare quegli inutili tentativi di liberazione che gli stavano facendo salire il nervoso. Odiava già di suo essere toccato, ma essere obbligato a percepire tutti quei movimenti senza senso di Dave, intenti ad eliminare quella posizione nella quale si erano ritrovati, stava soffiando via l'ultima piuma delicata all'interno sul cervello, quale era il raziocinio.

«Avrei saputo cavarmela benissimo anche senza di te! – portò la testa indietro, cercandolo con occhi incolleriti. – Porca troia!»

«Cristo Santo, Noah! Non potevo andarmene senza di te e le informazio-» le parole gli morirono in gola nel momento esatto in cui nacquero nella sua mente. Abbassò lo sguardo, metabolizzando solo adesso il motivo per il quale fosse senza guanti, senza fondina e soprattutto senza il tattico addosso. «Mi hanno tolto tutto... La pistola, il pugnale. Non ho più niente.» poi si rivolse a lui, inquieto. «La chiavetta con le cartelle... Merda! Non posso crederci, siamo stati fregati.»

«Non proprio.» interruppe il suo turbamento Noah. «È qui con me.»

«Cosa? Come hai fatto?»

«Ho sentito un rumore, prima che saltassero le comunicazioni. Avevo già capito che eravamo bruciati, perciò ho staccato la chiavetta e l'ho infilata dentro il calzino.» piegò di poco la gamba per mostrare la caviglia sinistra a Dave. «È piccola abbastanza da poter passare inosservata; sento che è ancora dentro la scarpa.»

Morrison si rilassò.

«Giusto, non controllerebbero mai la caviglia di un normale agente senza armi.» ammise. «A quanto era arrivato il download?»

«Quarantadue percento.»

«Manca ancora un bel po' di roba... Dobbiamo uscire da qui. Una volta fatto, tu torni alla CIA, mentre io mi dirigo all'ufficio di Y per recuperare i file mancanti.»

«Con quale miracolo spereresti di violare da solo il computer?» chiese con retorica ironizzante Noah.

Dave abbassò le spalle con un gesto esasperato, gli occhi sul soffitto scialbo. Doveva davvero portarselo dietro?

OPERAZIONE YWhere stories live. Discover now