Capitolo 15.

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Erano le 7.30 quando varcammo la soglia di casa, la mia nuova casa. Sembrava tutto talmente nuovo nonostante non fosse cambiato assolutamente nulla se non il mio stato d'animo forse; era la prima volta dopo mesi che mi sentivo serena, tranquilla.

"Bentornata a casa" sussurrò Ash prendendomi le mani

"Già, finalmente a casa" risposi

"Vieni, portiamo su le valigie" io annuii afferrando le mie e seguendo Ashton al piano di sopra.

In cima alle scale, seconda porta a sinistra; avevo pensato così tanto a quella camera, l'avevo sognata una decina di volte in Italia e adesso... eccola di fronte a me. Aperta la porta prese le mie valigie e le adagiò ai piedi di quel letto stracolmo di cuscini.

"Mi spiace ma per il momento dovrai accontentarti di una sola anta dell'armadio, ti prometto però che appena potrò andro a prenderne uno più grande e anche un letto a due piazze"

"Sta' tranquillo va tutto più che bene"

"Okay, adesso però perché non riposiamo un po'?"

"Riposa tu, io vorrei preparare qualcosa di speciale per colazione"

"Abbiamo affrontato un viaggio piuttosto impegnativo, Naky..."

"Lo so ma voglio fare una sorpresa ai ragazzi. Piuttosto quando pensi che si sveglieranno?"

"Considerato che abbiamo un incontro alle 9:30 alla casa discografica, alle 8:30 credo"

"Perfetto, ho ancora tre quarti d'ora" dissi avvolgendo il suo collo con le braccia

"Non andare" rispose avvicinandomi completamente a sé e fra noi adesso c'erano solo quegli stupidi vestiti.

Iniziai a baciarlo intrecciando le dita ai suoi capelli mentre le sue mani fredde scesero lungo i miei fianchi fermandosi sulla vita dove la maglietta aveva lasciato un po' di pelle nuda facendomi sussultare; lasciai che le mie dita sfiorassero il suo collo per poi afferrare la zip della giacca, aprirla e buttarla via. Era la prima volta che pensavo a lui in questo modo, voglio dire... non avevo mai pensato di iniziare a contare gli strati di stoffa che ci separavano né di cominciare io stessa, di mia iniziativa, a farli diminuire. Ash iniziò a risalire con le mani sotto la maglietta spostandosi poi sulla schiena facendomi venire i brividi ma non appena arrivò al reggiseno lo bloccai

"Meglio che vada" dissi, lui rubò un ultimo bacio e mi lasciò andare.

Preparai decine di pancake e croissant e li misi a tavola insieme a dello sciroppo d'acero, burro d'arachidi e Nutella, poi quando si fecero le 8:30 iniziai a scaldare del latte e infine quando fui sul punto di spremere delle arance Luke spuntò sulla soglia della porta.

"Buongiorno" disse con gli occhi socchiusi a causa della troppa luce

"Buongiorno a te" dissi sorridente, al che spalancò gli occhi e mi corse in contro.

"Santo Dio, pensavo fossi Mike! Che diavolo ci fai qui?" Urlò

"Shh non urlare, Ash è andato a letto da poco"

"Scusami, sono cosi felice che tu sia qui"

"Anch'io lo sono, credimi" non ebbi il tempo di concludere la frase che Michael comparse correndo alla porta, mi prese in braccio e iniziò a girare su sé stesso

"Vaffanculo, vaffanculo!" Disse con il viso immerso nei miei capelli "Non mi hai detto nulla!"

"Beh, non sarebbe stata una sorpresa" risposi quando mi mise giù.

"Ovviamente..." sorrise "Luke sveglia Calum o faremo tardi"

"No, fate colazione. Vado a chiamarlo io" dissi.

'Cause Now I'm Fine At All.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora