Capitolo 10.

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Rimasi alla finestra ad aspettare di vedere la sua auto fermarsi nel parcheggio e quando finalmente, 10 minuti dopo, arrivò mi precipitai giù in pigiama e a piedi nudi; gli corsi incontro e lo abbracciai.

“Scusami Ash. Scusami, scusami, scusami!” dissi in lacrime

“Mi sei mancata talmente tanto piccola mia” disse stringendomi

“Mi dispiace tanto. Non avrei voluto che succedesse”

“È tutto ok… è tutto ok” rispose “Adesso però smetti di piangere e dimmi cosa è successo, per favore” continuò

“Lunedì pomeriggio mi è arrivato un sms da una ragazza che mi diceva di stare attenta perché tu non eri davvero innamorato di me, che mi stavi solo prendendo in giro e che mi avresti ferito. E poi ha allegato una tua foto insieme a lei dicendomi che le avevi fatto la stessa cosa”

“Posso vederla?”

“Certo” dissi porgendogli il cellulare

“Lo sapevo. Avrei dovuto immaginarlo fin dall’inizio”

“Cosa?”

“Ti ricordi Jessica?” annuii

“È lei. Guarda, si vede il tatuaggio sul collo.”

“Questo dovrebbe spiegare qualcosa?”

“Un po’ di tempo fa l’ho incontrata in un locale, volevo divertirmi e così l’ho portata a casa mia ma ti giuro che le ho detto immediatamente che non volevo una storia con lei”

“Quindi ha accettato di venire a letto con te pur sapendo che era solo per una notte?”

“Già”

“E allora perché adesso ha fatto questo?”

“Anche se sapeva che sarebbe finita lì, credeva che prima o poi sarei tornato da lei. Ha continuato a cercarmi per un mese e forse non dev’esserle andato giù il fatto che io sia andato avanti”

“Sono stata una stupida a crederle”

“No, non potevi saperlo” disse accarezzandomi il viso

“Ti amo Ash”

“Ti amo anch’io piccola” rispose per poi baciarmi

“Ti va di venire in spiaggia?”

“Adesso? Sono le 5.30 e poi dovrei cambiarmi... sono anche scalza” risi

“Ti aspetto qui” disse e io salii in camera

Arrivati in spiaggia prese due teli, uno lo stese sulla sabbia e l’altro lo adagiò sulle mie spalle; ci sdraiammo e rimanemmo lì abbracciati per qualche ora

“Hey, Ash” dissi

“Dimmi”

“Io ho un po’ freddo”

“Già, hai ragione… che ne diresti di andare a casa mia?”

“Uhm... D’accordo”

Ci vollero 15 minuti prima di arrivare a casa sua e non appena arrivammo, parcheggiata l’auto, Ashton mi prese la mano e ci dirigemmo verso la porta

“Molto probabilmente i ragazzi dormiranno ancora quindi dobbiamo cercare di fare meno rumore possibile, ok?”

“Ok” dissi ridendo

“Sta’ zitta! Non puoi ridere” mi rimproverò anche lui ridendo “Perché stiamo ridendo?” continuò

“Non ne ho la più pallida idea” dissi contro le sue labbra e lo baciai

'Cause Now I'm Fine At All.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora