capitolo dodici

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OUTFIT

Oggi è mercoledì, il giorno prima della registrazione, tutto mi sarei aspettata tranne che una sua chiamata

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Oggi è mercoledì, il giorno prima della registrazione, tutto mi sarei aspettata tranne che una sua chiamata.
"ciao" rispondo alla telefonata
"ciao Nicole" lui rispose
"sono contento di saperti ad amici" commenta
"grazie" continuo a mostrarmi silenziosa
"volevo dirti che mi manchi" a questa sua confessione non rispondo
"so che ti ho trattato di merda ma sai anche il bene e l'amore che provo per te" Nicola continua a parlare, il mio respiro si fa sempre più pesante
"non voglio che tu vada avanti, sui social si parla solo di te e quel tuo compagno. Se mi ami allora non parlare più con quello, io ti aspetto fuori" non so come rispondere, ovviamente lui parla di Kumo ed ovviamente io ci sto ricadendo, sto cadendo di nuovo nella sua trappola
"okay" rispondo quasi con un sussurro e chiudo la chiamata.

All'uscita del bagno mi ritrovo Chiara, la quale legge nei miei occhi che ho appena finito di piangere, mi porta in camera e chiude la porta dietro di noi.
Mi stendo sul letto mentre lei mi si siede affianco
"cos'è successo Nicky?" mi domanda accarezzandomi il braccio sinistro
"mi ha chiamato Nicola" rispondo tra i singhiozzi, il suo sguardo si irrigidisce subito
"Nicole" pronuncia il mio nome con un tono di richiamo
"ci sono cascata di nuovo, il mio cuore sta male ed io non riesco a non far altro se non fare ciò che lui vuole" ammetto a lei e a me stessa
"ma questo non va bene Nick, è un amore tossico!" Chiara continua a ricordarmi
"lo so" rispondo girandomi dall'altra parte senza guardarla perché mi vergogno di quanto debole io sia nei confronti di una persona che non mi ha fatto altro che male.






Quando finalmente trovo la forza di lasciare la mia stanza mi dirigo in cucina, quando però mi trovo davanti a Kumo, cambio direzione e mi distendo sulle gradinate.
Cerco in tutti i modi di trattenere le lacrime, non so nemmeno io perché sto esternando il tutto in questo modo,
"Ciao" la sua voce arriva forte e chiara alle mie orecchie, immediatamente chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo, viviamo insieme h24 e non ci siamo rivolti la parola ormai per due settimane.
"Ti conosco troppo bene per lasciarti da sola quando stai male" queste parole di Kumo mi colpiscono così tanto che non riesco a trattenere le lacrime,
mi conosce.
Nonostante mi abbia evitato per due settimane, evidentemente ci tiene a me e questo riesce a scalfire il muro che ho tirato su. Una frase apparentemente semplice che però dopo la botta di dolore e pianto appena avuto non può non riscaldarti il cuore.
Non mi sono alzata per abbracciarlo, non ho sorriso, non gli dimostro nessun tipo di emozione se non la rabbia.
"Hai una bella faccia tosta per venirmi a dire queste cose dopo tutti questi giorni" le parole mi escono fuori dalla bocca velocemente
"Amò-" Kumo cerca di parlare
"no Tiziano" lo blocco e da lì lui capisce che deve solo stare in silenzio ed ascoltare
"non siamo amici, non ti posso frequentare da amica o in qualsiasi altro modo. Sei tu il primo che ha voluto chiudere il tutto e a me sta bene, mi va bene non parlarti più, voglio che tutto rimanga così" lui non risponde perché io non gli do il tempo, mi alzo di botto e noto che attorno a noi si erano raggruppate più persone come Nicholas, Mida, Elia, Ezio, Marisol e Sofia
"avete da commentare?" mi rivolgo a loro che invece di rispondermi si girano e camminano via, Kumo è rimasto fermo seduto mentre io mi allontano verso la mia camera.











Poco dopo lo scontro si collega con me Maria
"Ohi" lei mi saluta
"ciao Mary" forzo un sorriso
"una persona ha chiamato e mi ha chiesto di collegarmi con te" lei ammette, il mio pensiero va subito a Chiara, lei sa tutta la storia
"Chiara?" le domando
"no, Kumo" alla sua risposta mi lascio cadere di nuovo sul letto
"So già tutta la storia, so della chiamata di Nicola" mi porto le mani davanti agli occhi come per respingere le lacrime che minacciavano di scendere
"vuoi parlare con me o preferisci, non so Kumo, Chiara, Nicholas?" Maria domanda, scuoto subito la testa
"no, Kumo no. Parlo con te, posso?" mi affretto a dire asciugandomi le lacrime, Maria cerca di trattenere la risata
"certo che puoi, partiamo da come vi siete conosciuti tu e lui"
"Nicola è stato presente nella mia vita sin dalle elementari, quando tutte le mie amicizie mi lasciarono sola, io trovai sicurezza e sostegno in lui e alcuni suoi amici tipo Federico" racconto guardando per terra
"Non siamo mai stati fidanzati ufficialmente ma ci sentivamo fidanzati, lui sentiva questo senso di gelosia verso di me. Siamo stati anni in questa situazione" tiro su con il naso
"cosa ti ha dato la forza di dire ora basta penso a me?" mi domanda Maria
"diciamo che Federico e altre mie amiche me lo dicevano sempre, però ho detto basta quando ho conosciuto un ragazzo più grande di noi che mi ha protetta e mi ha fatto capire" racconto
"e come si chiama?" chiede la biondina
"Tommaso! È come il fratello maggiore che non ho mai avuto, con lui ho scritto TEMPORALE" sorrido amaramente
"va bene Nicki, vorrei mandarti una persona che vuole parlarti ma so che tu non vuoi parlare con lui, ti sta aspettando fuori dalla porta" Maria mi comunica
"va bene grazie Mary" lei si scollega e dopo un quarto d'ora, pensando che Kumo se ne fosse andato apro la porta della stanza ma mi sbagliavo, era seduto a terra ad aspettarmi
"ehy tu" lo salutai, dopo questa carrellata di emozioni non riesco a rimanere arrabbiata con lui, Kumo stava per parlare quando spunta dietro di lui Nicholas
"ho saputo che sei stata male" Nicholas sorpassa Kumo e mi abbraccia interrompendo il momento.
Nonostante io volessi parlare e chiarire con Kumo e Kumo volesse parlare e stare con me, questo chiarimento non avvenne perché lui se ne andò lasciandomi sola con Nicholas.























































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