18. Attesa (Gojo)

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«Posso asciugarti i capelli?» non riesco a distogliere lo sguardo dalla chioma nera. Adoro tenerli tra le dita, sono sottili e lisci. Seta.

Suguru rimane stordito dalla mia richiesta. È indeciso su cosa rispondere, sta combattendo contro il desiderio di dirmi di sì. Amo questa sua incapacità di negarmi qualcosa. Prendo il phon dal cassetto e mi accomodo sul letto,  gli faccio cenno di sedersi sul pavimento tra le mie gambe. Arrossisce e obbedisce.

Profuma di pulito. Lentamente passo le dita tra le ciocche, lo sento irrigidirsi e infine cedere al tocco. Stringo volutamente le ginocchia per sfiorargli le spalle. Ho sempre bisogno di toccarlo, di sentirlo vicino, di non perderlo di vista. Sugu è diventato il mio baricentro, senza di lui sono un palloncino perso in cielo.

I capelli sono ormai quasi asciutti, mi chino sulla nuca e scocco un bacio. Lui si volta di scatto «Perché?» la voce è  roca.

«Cosa?» fingo di non capire.

«Perché mi baci? Prima sulla guancia, ora in testa» le orecchie si tingono di rosso mentre parla.

«Perché mi piace farlo. Tu non lo desideri?»

Vedo la sua anima contorcersi, gli accarezzo la guancia.

«Io... non pensi che sia strano? Siamo amici... gli amici lo fanno?» percepisco insicurezza e paura.

«Sugu non mi interessa quello che fanno gli altri. Mi importa solo di te» gli accarezzo la guancia «a me piace baciarti, credo che piaccia anche a te, oppure sbaglio?»

«Si» risponde immediatamente per poi arrossire violentemente «ma ecco... di solito così si baciano le coppie...insomma... voglio dire... non che noi dobbiamo essere una coppia» sento le unghie stridere sul vetro. Ah quanto mi piace il suo cervello sempre in cerca di risposte.

Non gli permetto di cadere nel panico. Mi piego su quel volto arrossato e appoggio le labbra sulle sue. Si irrigidisce per la sorpresa. Avvolgo il suo viso tra le mani e si scioglie lentamente permettendomi di assaggiare il suo sapore con la punta della lingua. Questa volta ricambia, ci scontriamo, incontriamo, leghiamo avvolti dal piacere fino a rimpiangere il fatto di dover respirare.

 «Ecco a me basta questo: sapere che ci sei e che ricambi. Non necessito di spiegazioni per ciò che provo. Non è sufficiente anche per te?»

Sugu si alza appoggiandosi alle mie ginocchia, il suo tocco brucia attraverso la stoffa dei pantaloni del pigiama. Avvicina il viso e mi attraversa l'anima col suo sguardo. Sento il respiro sulle labbra. Mi bacia dolcemente, una lieve pressione, l'incontro di due mondi. «Quindi per te questo è normale e senti il bisogno di farlo con me e solo con me?»

«Si» sono attratto da quel corpo caldo e sfrego il naso nell'incavo del collo scoperto. Sospira rumorosamente. Con la punta della lingua sfioro la pelle. Sugu mi spinge sul materasso. È sopra di me, la sua gamba tra le mie. Il calore del suo corpo mi avvolge. Mi bacia il collo, la mia schiena si arcua verso di lui. Anelo il contatto.

SCRAT

 «No» lo sento mormorare vicino all'orecchio.

SCRAT SCRAT

«Forza» lo incito imprecando sotto voce contro la presenza per la scelta del momento.

Ci posizioniamo ai due lati della porta. I muscoli rigidi per l'attesa.

SCRAT SCRAT SCR...

Un trambusto e un suono attraversa la notte. Un grido simile al vagito di un neonato.

Apriamo la porta. I fili della Maledizione Auricolare avvolgono un'ombra nera come la notte che sibila in direzione del Corvo che cerca di attaccarla ma viene respinto da un movimento fulmineo.

Non riesco più a muovermi. Fisso quella creatura che si contorce fino a liberarsi e effettua un balzo abbattendo il Corvo. 

L'orrore cresce in me.

Sugu mi abbraccia da dietro stringendo le mani sul mio petto «Va tutto bene, ci sono io. Sono qui. Va tutto bene» sussurra dolcemente.

L'ombra (SatoSugu - Jujutsu kaisen)Where stories live. Discover now