4. Porta chiusa (Gojo)

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Premo l'interruttore e il corridoio si illumina. Strano. Credevo fosse saltata la corrente visto che avevo tentato più e più volte di accendere le luci prima di incamminarmi.

Rimango davanti alla porta che mi ha sbattuto in faccia per qualche secondo prima di dirigermi verso il punto che fissava Geto. Controllo la parete che chiude quest'area, l'ultima camera è vuota e pertanto chiusa a chiave. Nessun indizio. Eppure Geto deve percepito qualcosa, ne sono certo. Non è il tipo da farsi condizionare dagli altri o di immaginare cose inesistenti.

Per tutto l'anno scolastico non ho fatto altro che osservarlo, c'è qualcosa in lui che mi attira e nello stesso tempo mi mette in guardia. Ho come l'impressione che se mi avvicinerò troppo ne rimarrò scottato. Ma ora siamo entrambi qui, soli in questo istituto, e non posso fare a meno di stuzzicarlo. Voglio che mi guardi, che mi parli, che condivida con me i pensieri che gli frullano nel cervello quando passa ore a fissare il vuoto con la fronte corrucciata.

Sfioro la porta della sua camera ripensando a quanto fosse arrabbiato poco fa, temo che dovrò impegnarmi ancora di più per conquistare la sua fiducia.

Supero la camera accanto e infine entro nella mia, ci separa solo una stanza. Ho finto di non sapere dove si trovasse la sua perché desideravo ardentemente essere invitato. Sorrido tra me e me, sono proprio un moccioso in cerca di attenzione.

Tolgo gli occhiali e osservo il corridoio centimetro per centimetro prima di chiudermi la porta alle spalle. Voglio essere certo che nessuna Presenza sia ancora in circolazione, voglio saperlo al sicuro.

Tutto tranquillo.

La Presenza è scomparsa nuovamente senza lasciare traccia.

Chiudo la porta e mi preparo ad affrontare una nuova e tormentata notte di incubi.
Ricordi e rimorsi si intervallano nel mio mondo onirico.
È più facile esorcizzare Maledizioni che fare i conti con sé stessi.

L'ombra (SatoSugu - Jujutsu kaisen)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora