17. La trappola (Geto)

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«Geto non hai risolto un solo esercizio oggi» il prof Yaga arrotola i fogli protocollo e li picchia sul mio capo «vedi di dormire la notte e di impegnarti di più durante il giorno!»  

«Si» non riesco a contenere lo sbadiglio, un altra notte con Satoru e mi addormenterò in piedi ovunque capiti.

«Fingo di non aver visto che hai appena sbadigliato durante una ramanzina. Questi esercizi li rifarai come compito per domani»

Annuisco recuperando i fogli. 

Barcollo fino al corridoio dove mi aspetta un irrequieto Satoru.

«Vuoi aiuto?» indica i fogli spiegazzati che stringo.

«Uh?» ho il cervello troppo assonnato per comprendere subito la domanda.  

«Ti aiuto in matematica. Così poi possiamo dedicarci alla caccia» sorride radioso passandomi una mano intorno alle spalle «però prima è meglio se fai un riposino. Ti accompagno in camera e farò la guardia. Così potrai rilassarti. Intanto posso leggere il manga che hai sulla scrivania?» spara parole a raffica senza fermarsi mentre mi sospinge verso il dormitorio. Non ho le forze per comprendere tutto ciò che dice per cui rispondo annuendo e solo quando mi ritrovo a letto con lui seduto a leggere sul pavimento che comprendo il mio errore.

Eppure, nonostante il mio cuore balli al ritmo del rock, il corpo pian piano si rilassa. Osservo le sue spalle appoggiate al letto, i capelli che ondeggiano ogni volta che il ventilatore gira verso di noi, le cicale che friniscono di sottofondo. Non mi accorgo di sprofondare lentamente nel sonno.

«Vuoi un caffè?»  la voce sembra giungere dall'oltre tomba. Sfrego le mani sugli occhi e mi sforzo di aprirli. 

Due cieli limpidi mi fissano. Scatto per alzarmi dal letto e inevitabilmente mi scontro contro la sua fronte.

«Ahi!» la luce esclama mentre nasconde il viso nel mio petto.

Mi massaggio la fronte e cerco di scostarmi prima che possa sentire il cuore che tenta di sfondare la cassa toracica. Invano. Intuisce il tentativo di fuga e mi blocca spingendomi sul materasso.

«Pensi di cavartela con così poco dopo questo affronto alla mia bellezza? Avrò sicuramente un bernoccolo!» mi solleva la maglia e inizia a solleticarmi la pelle. Mi divincolo soffocando nelle risa.


«Non sei così pessimo in matematica» afferma Satoru sbirciando la risoluzione del mio ultimo esercizio.

«Non mi piace, non ne capisco l'utilità» 

«E quindi non ti impegni»

«Già» aspetto che riguardi i calcoli. Tiene la biro in bocca e la muove su e giù. Anche da seduto deve trovare una scusa per non stare fermo «hai qualche idea per la trappola?»

Alza lo sguardo dal foglio «Pensavo di usarti come esca» riporta l'attenzione all'esercizio «è corretto anche questo. Saresti potuto andare al mare con un po' più di impegno»

«E tu saresti stato qui da solo» sogghigno.

«Vero! Allora è stata una fortuna!» alza le braccia al cielo e stiracchia la schiena.

«Come vuoi usarmi?» appena pronunciate le parole mi accorgo del doppio senso e le guance si infiammano.

«Per due volte ti ha sorpreso in camera. Possiamo dedurre che ci sarà una terza. Mi apposterò in un punto cieco del corridoio, fingerai di dormire da solo e lo sorprenderemo. Che ne pensi?»

«Se viaggia tra i muri non hai molte probabilità di successo» è il peggior piano che abbia mai sentito.

«Se gli facciamo credere che io sia fuori dall'istituto aumentano. Non starà attento»

«E se ora fosse nascosto nel muro di camera mia e avesse ascoltato tutto?»

«Pazienza ritenteremo»

«Cosa ti fa credere che non voglia ucciderci?»

«Sensazione» 

«Questo piano non va bene fa acqua da tutte le parti»  scuoto la testa «ho voglia di un caffè da Starbucks, mi accompagni?» spero che Satoru colga al volo le mie intenzioni. 

«Oh! ottima idea!» balza in piedi come una molla «offri tu?»

  ∞

Satoru sorseggia la sua bevanda al caramello, in mezzo a tutto quel dolce dovrebbe esserci anche del caffè ma inizio a dubitarne. Siamo seduti su una panchina al parco, nessuna parete e nessun possibile nascondiglio adatto per la Presenza. Sempre che non sia nel terreno sotto i nostri piedi ma spero di avere un po' di fortuna. Satoru muove la gamba nervosamente e si avvicina fino ad appoggiare la guancia sulla mia spalla. Dovrei essermi abituato al contatto, dopotutto dormiamo insieme ogni sera, ma non è così. La corrente serpeggia nelle vene.

«Avanti spara» il suo alito è zuccherato.

«Utilizzerò il Corvo Tre Occhi. Mentre noi fingeremo di dormire lui sarà in attesa nel corridoio, davanti alla nostra camera invece metterò la Maledizione degli auricolari per avvolgerlo con i fili. Così sarà bloccato e avremo il tempo di agire» 

«Potrebbe funzionare, lui sarà concentrato su di noi»

«Sperando che non le veda appostarsi» sospiro mentre  capelli argentati mi sfiorano la guancia. 

L'ombra (SatoSugu - Jujutsu kaisen)Where stories live. Discover now