14. Dammi tempo (Geto)

333 26 1
                                    


«Bene, bene bene» il prof Yaga ci regala delicate pacche sulla schiena in stile sputa polmone come complimento per il lavoro svolto «siete anche tornati in tempo per cena» appoggia le grandi mani tra le nostre scapole e ci spinge verso la mensa deserta.

Mi avvolge profumo di fritto mente varco la soglia e vedo un tavolo apparecchiato.

«Tempura!» Gojo salta di gioia e si avventa sul cibo.

Mi siedo accanto a lui e guardo il prof accomodarsi «La cuoca è appena tornata a casa, se avreste ritardato avrei potuto mangiarmi tutto io» sospira fingendosi affranto.

Osservo la mia ciotola di riso, ho paura di sentire sapore di morte assaggiandolo. Di colpo rivedo l'immagine di Gojo che mi bacia e mi ritrovo a fissare le mani che si chiudono a pugno. Lo ha fatto davvero? Alzo lo sguardo su di lui che, con le guance piene di cibo, mi chiede «Fuffo ene?» credo che significhi un "tutto bene". Annuisco e sento il volto andare in fiamme. Stringo le bacchette e mi faccio coraggio. Prendo un poco di riso e lo porto alle labbra. Le labbra che lui ha baciato.

Non ci devo pensare.

Lo ha fatto per aiutarmi, non ci sono altre motivazioni.

Desidero altre motivazioni?

Chiudo gli occhi e mastico. Il riso ha il sapore del riso.

«Funziona?» chiede avvicinandosi tanto da sfiorarmi il ginocchio col suo.

La salivazione si azzera appena intuisco a cosa si riferisce. Annuisco e abbasso lo sguardo. Prendo un gambero e mi stupisco di provare piacere nel mangiare. Posso concentrarmi sul cibo per non pensare a quanto accaduto pomeriggio.

«Vuoi fare le doccia prima tu?» mi saltella intorno mentre torniamo agli alloggi.

Dammi il tempo di respirare, ti prego. Il mio cuore non può reggere. Non so cosa sia giusto provare «Si, se non ti spiace»

Annuisce mentre inizia a canticchiare una canzone che non conosco.


«Pronto!» esulta uscendo dai bagni coi capelli che gocciolano ovunque.

Sospiro mentre gli lancio il mio asciugamano in testa. Il profumo di lamponi invade ogni mia singola cellula. Devo resistere. 

Davanti alla porta della camera mi volto e lo fisso.

«Che c'è?» chiede piegando la testa di lato e facendo cadere l'asciugamano.

«Non vai in camera tua?»

«Dobbiamo dormire insieme per la Presenza, ricordi?»

No, no no no. Non riesco. Ti prego dammi tempo per elaborare quanto accaduto, per rilegarlo in una parte del cervello, per usare l'insetticida per sterminare le farfalle che impazziscono ogni volta che mi guardi così.

«Oggi no» rispondo bruscamente.

Gojo si ritrae come se lo avessi pugnalato. Non è una reazione un po' esagerata?

«Suguru...tu»  il mio nome... come distruggere le difese erette in due secondi «ti disgusto?»

«Cosa?» ho appena scoperto di possedere anche un tono di voce stridulo. Lo prendo per il braccio e lo trascino in camera. «Perché dovrei trovarti disgustoso? » sono io che provo qualcosa di strano e malato nei tuoi confronti. Sono io il problema. 

«Perché ti ho baciato» non alza lo sguardo, le meravigliose iridi fissano il pavimento.

Ah! Proprio quello a cui non volevo pensare. I miei occhi indugiano su quelle labbra. Le farfalle esplodono. «Lo hai fatto per aiutarmi no?»

«Si...» intravedo l'azzurro divino posarsi su di me.

«Allora non ci sono problemi» bugiardo bugiardo bugiardo

«E posso dormire qui?» sembra un cagnolino abbandonato. Vorrei potergli dire di no. Voglio dirgli di si. Voglio scacciarlo. Voglio abbracciarlo e posare ancora le mie labbra sulle sue.

Basta! Devo fermare questi pensieri malati.

Interpreta male il mio silenzio e la sua voce esce spezzata «con te riesco a dormire»

«Che vuoi dire?»

Sospira prima di riprendere «faccio sempre incubi, ieri notte ho dormito benissimo... Perché c'eri tu»

Una lancia nel petto avrebbe fatto meno male. Sento tutto il mio essere andare in pezzi mentre mi lascio cadere seduto sul letto. «Siediti»

Non se lo fa ripetere due volte. 

«Qual è il vero problema?» non ho bisogno di chiarire meglio la domanda, noi Stregoni sappiamo che dietro a certe situazioni ci sono orrori che non vogliamo rivivere.

«Ho iniziato ad esorcizzare le prime Maledizioni a 10 anni. A casa non hanno voluto aspettare che la scuola mi formasse» posso comprendere la situazione, è così per tutti noi. Gli adulti hanno inventato una legge che afferma che i bambini non possono esorcizzare fino ai 14 anni. Non la rispetta nessuno. L'importante è affermare il proprio dominio come famiglia. 

«A Capodanno ho dovuto rincorrere la Maledizione delle Promesse Infrante»  la voce si spegne, appena un sussurro «l'ho catturata bloccandola»

«L'esercizio dei calabroni»

«Si esatto.» inizia a giocare nervosamente con la stoffa dei pantaloni del pigiama «Non avevo visto un gatto. L'ho ucciso. Nei giorni seguenti sono apparsi avvisi in tutto il quartiere. Era di una signora anziana che lo amava come un bambino.»

Comprendo il senso di colpa ma non ho parole di conforto. Le cerco dentro di me e non le trovo.

«Sdraiati che dormiamo» è l'unica cosa che riesco a dire.

«Posso restare? Anche domani e dopo domani e dopo dopo dopo domani»

«Satoru!»

Si zittisce subito sentendo il suo nome.

«Per oggi dormirai qui, domani vedremo...»

Lo osservo sdraiarsi col cuscino, dimenticato qui da ieri, sotto la pancia. Vorrei baciargli l'incavo del collo prima di sdraiarmi e spegnere la luce. Sono pazzo, prima o poi queste emozioni mi seppelliranno. 


L'ombra (SatoSugu - Jujutsu kaisen)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora