12. Maledizione (Geto)

330 21 1
                                    


Scribacchio una spirale nell'angolo del foglio. Non ho voglia di terminare quest'ultimo esercizio. Alzo lo sguardo sull'orologio appeso sopra la lavagna: mancano cinque minuti al termine dello strazio. Sbircio con la coda dell'occhio Gojo che sta praticamente dormendo, sbadiglia, nota che lo sto guardando e strizza l'occhio. Riporto bruscamente l'attenzione al mio disegno, credo di avere qualcosa che non va al cuore, ultimamente soffro spesso di tachicardia.

Tra poco usciremo dall'istituto in cerca della Maledizione da esorcizzare. Sono eccitato e atterrito. Le papille gustative sono appena guarite dall'ultimo esorcismo che mi aveva costretto a compiere il nonno durante le vacanze invernali, non voglio tornare a sentire solo il sapore di carne putrefatta.  È anche vero che più ingoio Maledizioni più aumenta il mio potere eppure, per quanto possa sforzarmi, non sarò mai come Gojo. Lui è speciale e diventerà sempre più forte crescendo, posso solo sperare di camminare nella sua ombra.

La campanella suona. 

«Andiamo?» Gojo è in piedi davanti al banco e saltella per l'eccitazione. Mi ricorda un cagnolino in attesa della passeggiata. Lo immagino col collare al collo e il guinzaglio in bocca e soffoco una risata.

«Sono felice che la mia presenza ti rallegri» sorride «ma ora andiamo?»

«Si, andiamo» recupero lo zaino e lo seguo lungo il corridoio. 

Il prof cammina dietro di noi «Allora ragazzi siete pronti?» aspetta che annuiamo entrambi prima di continuare a parlare «Bene. A Shinjuku* sono state aggredite delle persone in un karaoke» prende in mano il cellulare e sento il mio vibrare nella tasca «vi ho mandato la posizione, il responsabile del locale è stato informato del vostro arrivo. Questo è tutto»

«Non ci sono altre informazioni?» 

«No, Geto. Dovete stupirmi. Mi aspetto che torniate per cena» il prof ci saluta con la mano.

«Non viene con noi?» Gojo anticipa la mia domanda.

«È una punizione ricordate? Non distruggiate il locale.... Gojo hai capito?»

Gojo tenta un sorriso in risposta ma esce solo una smorfia. Anche i migliori temono di sbagliare allora. Non si muove e rimane a fissare la schiena del prof che si allontana, prendo con due dita il bordo della sua maglietta e la tiro per riportarlo alla realtà.

«Andiamo?» provo ad imitare la sua voce cantilenante di poco fa.

Scoppia ridere, mi stringe il polso in una morsa e mi trascina giù dalle scale urlando «si affidi a noi prof!»

Piombiamo con un salto sul marciapiede, Gojo non mi ha ancora lasciato il polso. Sento il calore dei polpastrelli risalire su per le vene. La fermata della metro non dista molto dal nostro istituto, ha intenzione di tenermi fin lì? Dovrei liberarmi? Perché la mente dice di sì e il cuore urla no?

Nel momento stesso in cui mi lascia andare per passare i tornelli sento gli arti ghiacciare. Oltre alla tachicardia ho un problema di circolazione?

Le porte della metro si aprono mentre giungiamo alla banchina, corriamo e ci aggrappiamo ai sostegni. Recupero il cellulare dalla tasca e inizio a cercare informazioni sui ragazzi aggrediti.

«Cosa leggi?» i capelli di Gojo mi sfiorano la fronte, siamo così vicini che posso sentire il profumo di lamponi dello shampoo. 

«Articoli di giornale che parlano delle aggressioni» si avvicina ancora di più per leggere, devo concentrarmi sul caso così smetterò di sentire le farfalle sbattere contro le pareti dello stomaco «tre ragazzi sono stati uccisi davanti alla stanza numero 23 del secondo piano. Sono state asportate lingua ed orecchie»

«Splatter» commenta 

«Karaoke, lingua ed orecchie... sarà una Maledizione musicale» suggerisco mentre le porte si aprono e una marea di ragazzi si riversa nel vagone. Gojo lascia la presa a scivola dietro di me, mi stringe con un braccio la vita. Trattengo il respiro.

«Mi appoggio a te» soffia nel mio orecchio.

Sento il calore del braccio trapassarmi la maglietta, quante fermate mancano? Ti prego muoviti muoviti muoviti.

Gojo appoggia la fronte tra la mia spalla e il collo «Geto sei comodo»

Le farfalle picchiano dolorosamente contro le pareti dello stomaco, inizio a sudare e temo di esser arrossito. Non sopravvivrò a questo viaggio.

«Dobbiamo scendere» Gojo mi strattona.

Esco tremando sulla banchina e cerco di prender fiato, l'aria entra faticosamente nei polmoni.

«Ti senti bene? Sei tutto rosso» mi chiede e vorrei sprofondare nel cemento.

«Si, c'era davvero troppa gente» mento, mento spudoratamente.


--

*Il quartiere di Shinjuku ospita vivaci nightclub e locali di karaoke illuminati da insegne al neon, e un "distretto dei grattacieli", con bar e ristoranti all'interno di hotel di lusso.

L'ombra (SatoSugu - Jujutsu kaisen)Där berättelser lever. Upptäck nu