Pt 17

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uscì dall'aeroporto charles mi aspettava al parcheggio, cercando di non attirare troppa attenzione.
camminavo diretta alla macchina... tutto era surreale, la luce che entrava dalle vetrate e illuminava tutto lo spazio  riflettendo sul pavimento.
Il rumore dei miei passi era costante, ma sovrastato dal rumore della valigia che scivolava lungo il percorso,
i miei capelli ondeggianvano puliti e morbidi, i vestiti leggeri e profumati avvolgevano il mio corpo.

era tutto un salto nelľignoto, avevo appena realizzato che stavo andando da Charles 

mi ero ricordata dello stato in cui ero solo quando mi controllai nella fotocamera del telefono...
i lividi la sbucciatura sulla tempia, il rossore sul polso.

merda

questi dettagli li avevo completamente dimenticati, ma in fondo era il potere di Charles  ogni volta che stavo con lui o trascorrevamo del tempo insieme io dimenticavo tutto, tutte le cose negative, tutto ciò che mi circondava, dimenticavo tutto ciò che non riguardasse lui.

quando arrivai al parcheggio fu impossibile non individuare charles che mi aspettava pronto per caricare le mie cose in macchina.

Charles pov

la vedo avanzare da lontano, è bellissima indossa una fresca camicia di lino con al di sotto un semplice vestitino bianco, trascinava i suoi bagagli mentre i capelli lunghi le incorniciavano il viso.

e quando mi arrivò difronte timida e felice ľaccolsi in un abbraccio. prima però portai una mia mano ad di sotto dei capelli, sulla sua nuca, con ľaltra mano invece le scoprì il viso, accompagnando i capelli dietro le orecchie...
e lì vidi...
vidi i lividi, le sbucciature i rossori, aveva provato a coprirli si vedeva, ma ovviamente il trucco non era rimasto tutto quel tempo.

ovviamente non volevo metterla a disagio, ovviamente non ľavrei forzata a parlare.

ľaccolsi in un abbraccio e lei si abbandonò a me.

mentre si allontanò le diedi un veloce bacio sul capo e con velocità caricai le valige in macchina.

<<entra Vita non vedo ľora di portarti a casa>> fu la prima cosa che le dissi

e lei salì in macchina, e  si allacciò la cintura.

<<grazie char>>

Ania pov

Prima che mi abbracciasse mi ispezionò velocemente il viso, ma non chiese nulla.
non avevamo parlato molto durante il tragitto, semplicemente ci scambiavamo sguardi complici e sorrisi sinceri.

<<dove stiamo andando?>>gli chiesi

<< ti dice qualcosa sedici?>>

<<dici davvero!?!?>>

iniziai a muovermi felice sul sedile

<< beh lontano da tutto paparazzi, fan, lavoro>>

scendo dalla macchina e ci incamminiamo verso il sedici.
il sole scotta e ľaria è fresca.
<< ora dovresti toglierti le scarpe >>

<< NOO MA GIURA>>
dissi facendomi scappare una risata.
 

<<ania seguimi... ecco siedi pure qua>>

<<wow è bellissimo >>
charles tornò con due calici di champagne

<<ti dispiace tenere anche il mio?>>

scossi la testa in senso di negazione, mentre lui si mise al timone, dopo circa venti minuti eravamo lontani dalla costa e gettammo ľancora, così gli porsi il suo calice

<<grazie>>

beh era strano, io e lui, soli sullo yacht.

<<è ora di pranzo hai fame?>> mi chiese lui

<<mh beh vediamo, se cucini tu non ho intenzione di mangiare pasta croccante>>

<<piccola stolker>>

<<si? Lord Perceval>>

la giornata era voltata subito tra pasta al pesto e risate.

avevamo passato il pomeriggio a parlare e tirarci frecciatine, era ormai il tramonto e noi eravamo seduti sui materassini circondati da cuscini e coperte ad osservare ľorizzonte.

Ma ovviamente a "rovinare" tutto fu una chiamata da parte di Charlotte a cui ovviamente il pilota non potette non rispondere.

beh era il suo ragazzo e lei la sua fidanzata, avevano il diritto di chiamarsi OVVIAMENTE anche perché tra me e lui non c'è assolutamente nulla

-----Uomo fidanzato, per nessun motivo va toccato!!! ------

e quando tornò se ne uscì così, all'improvviso mentre sistemavo la coperta con:

<< credo che tu stia nascondendo qualcosa >>






Questione di eventi. -Charles Leclerc Where stories live. Discover now