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Sparisco dalla vista dell'autista prima che abbia la possibilità di restituirmi il resto. Ho dovuto chiamare un taxi perché ero in teatro, ho perso lo spettacolo. Ma, sinceramente, a chi interessa? I capelli mi si appiccicano alla fronte sudata. Vedo una donna all'accettazione e mi fiondo da lei correndo.

- Scusi, dov'è Michael Clifford? - le chiedo ansimando. Mi guarda come se vedesse scene simili a tutte le ore del giorno.

- E' un membro della sua famiglia? -

- L'unico – rispondo semplicemente.

- Terzo piano, camera numero dodici -

Annuisco mentre la ringrazio. Non ho tempo per l'ascensore, così prendo le scale.

- Chi è lei? - mi chiede un infermiere, vedendomi.

- La sua ragazza - indicando la sua stanza.

- Altri membri familiari? –

- Deceduti –

- Capisco – e poi mi lascia sola.

Entro, e sento le ginocchia cedere, mentre crollo a terra lo osservo: pieno di ematomi, tubi e sangue secco. Mi rialzo, e mi avvicino al letto con le lacrime che continuano a scendere.

- A-amore –

So che è in coma, e so che forse non si sveglierà mai.

No.

No.

No.

Non può succedere.

Il cuore si sta distruggendo nel mio petto, come se stesse venendo compresso. Faccio fatica a respirare.

- Mi-Michael, che ti è successo? – dico fra le lacrime, senza aspettarmi una risposta.

Prendo una sedia, e la avvicino al letto. Gli abbraccio la vita, l'unica zona che riesco a raggiungere fra l'intrico di tubi, e mi aggrappo a lui come se fosse la mia àncora.

La mia àncora, che deve restare con me.  


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a/n

ag00rijgrèig sono così felice di poter pubblicare questa storia (!!!)

ci sto lavorando da un po', e spero possa piacervi almeno la metà di quanto piace a me.

inoltre, mi sono dimenticata di scriverlo prima, sarà leggermente, (poco, sul serio) ispirata a resta anche domani, e sono felice di essere riuscita ad inserire all'interno alcune delle cose che più mi piacciono.

un bacione, lucrezia

Cathartis; Michael CliffordWhere stories live. Discover now