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Sono rimasta su quella poltrona da un tempo infinito, cercando di nascondermi dal mio stesso dolore, guardando fuori dalla finestra, contando le piastrelle sul muro, mangiandomi le unghie.

Poi sento dei passi, segno che qualcuno è entrato nella stanza; ma non mi volto, sarà un medico che controlla Michael. Invece sento la voce di Luke.

- Lila –

- Luke –

Mi girò verso di lui e lo abbraccio.

– Ci sono anche Cal e Ash, qui? –

- Certo, siamo rimasti fuori, ma non ti avevamo ancora visto, e allora sono venuto a vedere se per caso eri qui. Lila, hai bisogno di uscire almeno dieci minuti da questa camera –

Scuoto la testa.

– Non posso abbandonarlo, Luke –

Lui sa quanto io sia testarda, ma lui lo è anche più di me, e vincerà lui, questa volta.

– Hai bisogno di mangiare – aggiunge, mentre mi accompagna fuori, mettendo un braccio sulle mie spalle.

– Non ho fame –

Vengo smentita quasi subito, e Luke vince di nuovo.

– Ora ti siedi qui e vado a prenderti qualcosa – dice. Faccio come dice lui, ma appena vedo gli sguardi preoccupati di Calum e Ashton, corro da loro e lo abbraccio.

– Oddio, Lila, allora sei qui. Come... Come ti senti? –

Scuoto le spalle.

– Non è importante come mi sento io –

- Sì che lo è – dice Luke, mentre ritorna con in mano un tè e un piccolo pacchetto di biscotti. Prendo in mano il tè, che è bollente, e chiedo – Cos'è successo ie-ieri sera? So solo che c'è stato un incidente prima del concerto –

E' Calum a rispondermi.

– Stavamo per andare all'arena, per il concerto, ma l'auto davanti alla nostra ha frenato improvvisamente, e non siamo riusciti a fermarci in tempo –

- E poi, c'era un incrocio, lì vicino, una macchina è arrivata velocissima, e ha preso in pieno la fiancata sinistra del van – aggiunge Ashton. Sto piangendo.

– E Michael stava proprio lì. Quando è finito tutto, c'era un gran silenzio, mi sono guardato attorno, e tutti sembravano stare bene, ma poi ho visto Michael –

- Oddio – avvicino le ginocchia al petto, e ci appoggio contro la testa.

– Ho così tanta paura, ragazzi –

Non li sento dire niente, ma so, che è così anche per loro.

Cathartis; Michael CliffordWo Geschichten leben. Entdecke jetzt