🍯27 - VOGLIO TROVARTI QUANDO TORNERÓ

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Non ti renderai davvero conto
Di quanto mi basti solo un tuo sguardo a rendermi fuori controllo.
[Tedua]


POV Joshua

Margot intrappola della sabbia in un pugno, per poi gettarla a una decina di centimetri da lei.

«Sono sempre stata cristallina con Bob. Non avrebbero dovuto esserci segreti tra noi, eppure sono parecchie le cose che mi ha nascosto.»

Tiro su le ginocchia, cingendole con le braccia. «Poco fa mi hai detto che è stata una scelta dettata dal senso di protezione che ha dal primo giorno in cui ti ha salvata.»

«Quel ragazzino era l'unica cosa buona in quel baratro di tuniche sgualcite e occhi inquisitori. E lo sapeva bene...» La vedo chiudere la testa con le mani. «Perché allora non dirmi che era ricomparso? Perché celare a Travor la mia posizione?»

«Per permetterti di stroncare con il passato» suppongo, riportando le parole di Travor stesso; quelle che Moon ha recitato durante il racconto.

L'oceano è un agitato ascoltatore delle vicende della biondina da circa mezz'ora.

Moon sospira poco dopo, liberando la presa sulla testa. «Ho promesso a me stessa che Bob sarebbe stato l'unico gancio con il passato che mi sarei permessa a New York. Ma ora che Travor ha riaperto le possibilità di vedere l'orfanotrofio... Non so più che cosa fare.»

Strabuzzo gli occhi. «Vorrebbe portarti al Saturnalia?»

Annuisce. «Dopo aver parlato della sua famiglia adottiva e dei nostri lavori, me lo ha proposto. Lui c'è stato altre volte. Ma non era certo preso di mira come lo ero io.»

Silenzio.

Travor ha pensato a lei, ininterrottamente, per quattordici lunghi anni. E ora tenta di riannodare quel filo spezzato che li aveva legati. Un rapporto strano, cresciuto tra fiori e cioccolato.

Mi tornano alla mente le parole di Chloe.

I bambini che l'hanno bullizzata hanno contribuito a far germogliare i suoi complessi. Imperfetta, sola, maledetta.

Trevor, Bob e il custode sono stati fondamentali nell'infanzia di Margot. Sono coloro che l'hanno sostenuta e difesa quando ne aveva più bisogno. Trevor, in particolare, sembra avere con lei un'empatia speciale.

"O la ami o no, immediatamente."

In quell'occasione la biondina parlava delle petunie, ma in loro lei si è sempre riflessa.

E Travor l'amava.

«Dovresti andare» affermo d'un tratto.

«Come dici?» Si sbalordisce, guardandomi con le palpebre aperte. È evidente che l'idea la spaventa.

«Dovresti andare» ribadisco. «Quel ragazzo potrebbe aiutarti ad affrontare la vista dell'orfanotrofio e a farti superare la paura di trovarti così vicina a quell'edificio. Magari è stato raso al suolo e al suo posto ci hanno fatto un centro commerciale, o forse è ancora lì ma sotto altre vesti, o magar–»

«Vieni anche tu» riferisce, stroncandomi la voce.

«I-io...» Acciglio, turbato dall'inaspettata richiesta. «In che modo sarei utile alla causa?»

Sospira e, di nuovo, agguanta con la mano qualche granello. «Perché ho trent'anni, ma di fronte a quel cancello mi sentirò come una poppante» afferma, scagliando la sabbia in avanti. «E tu sei l'unico a New York con il quale mi sento al sicuro.»

IDROMELE A MEZZANOTTEWhere stories live. Discover now