CAPITOLO 6

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"All'improvviso mi venne voglia di mandare tutto al diavolo. Di andare via e di smetterla di preoccuparmi di tutto."
M.Kundera, "Lo scherzo"

È tutto così surreale

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È tutto così surreale.
Andres è davanti a me, e mi guarda, forse aspettandosi che sia io la prima a parlare. Ma in questo momento il mio cervello non riesce a mettere in fila due parole di senso compiuto, e forse è meglio così, perché altrimenti non so cosa potrei dire. 

Con la coda dell'occhio vedo i miei amici dietro Andres che mi fissano, Gloria con uno sguardo interrogativo, Andrea con la mascella che gli è arrivata a toccare terra, questo significa che lui ha sicuramente capito chi è l'uomo misterioso.

Finalmente, grazie a Dio, Andres decide di interrompere questo silenzio imbarazzante e questo scambio di sguardi che si è creato tra di noi:<<Ero convinto che lo avessi buttato quel bigliettino, non credevo lo avresti usato veramente>> e mi sorride di nuovo.
Di colpo il mio cervello torna ad elaborare delle frasi sensate così rispondo:<<Ma è uno scherzo?>>, non tanto sensate forse, <<Perché ci sei tu qui e non Amal?>>. 
<<Wow, bè non mi aspettavo di certo un'accoglienza calorosa, ma nemmeno questo. Avresti preferito Amal qui con te adesso? Perché se vuoi te lo chiamo>>, mi stuzzica lui.

<<Oddio no, grazie. Comunque scusami, è che fino a poco fa ero convintissima che fosse stato lui a lasciarmi quel bigliettino, e non tu. Tu non avresti avuto motivo, lui si>> rispondo io. 

<<Forse invece io ho avuto più motivi di lui...>>mi dice inchiodando il suo sguardo profondo nel mio e rimanendo così per un tempo che mi sembra infinito, poi riprende:<<Se avessi saputo che quel bigliettino era da parte mia, mi avresti mai scritto?>>.
Questa domanda mi lascia di stucco, e credo che la risposta sia abbastanza scontata, non credete?

<<Be', chiaramente no!>> gli dico io, e vedo il suo bellissimo sguardo adombrarsi. Sicuramente vorrà delle spiegazioni al riguardo, quindi continuo:<<Con tutto il rispetto, la stima e l'ammirazione che provo nei tuoi confronti, perché io e la mia famiglia seguiamo il calcio e la Roma da generazioni, ma perché Andres Quiroga avrebbe dovuto scrivere a me per scusarsi del suo amico? Perché si sarebbe dovuto prendere il disturbo? Cioè chi sono io? Nessuno. Quindi ti dico no, non ti avrei scritto, perché avrei pensato sicuramente ad uno scherzo>>. 

Sono agitata, se prima non riuscivo a spiccicare parola ora sono un fiume in piena, non riesco a smettere di parlare. L'agitazione su di me gioca brutti scherzi e mi fa cambiare atteggiamento portandomi da un eccesso all'altro. Vorrei ricordarvi che sto parlando con Andres Quiroga, giocatore di serie A da milioni di euro l'anno, aggiungiamoci anche che è bello come il sole e che il suo sorriso potrebbe sciogliere tutti i ghiacciai del mondo, allora concorderete con me che la mia agitazione è piu che comprensibile. 

Dopo la mia risposta, le sue labbra carnose ed i suoi occhi magnetici, tornano a sorridermi:<<Porque uno scherzo? >> mi chiede con quell'accento spagnolo che mi fa girare la testa. <<Il mio amico si è comportato da vero coglione senza chiederti nemmeno scusa, io ho assistito alla scena e ho voluto rimediare al posto suo, non ci vedo nulla di strano>>.
No, se non fosse che mai avrei pensato che potesse importargli qualcosa dei sentimenti di una sconosciuta, penso io. Ma quello che dico è ben diverso:<<Bene, in questo caso allora accetto le tue scuse e ti ringrazio per esserti scomodato a venire fino a qui per farmele di persona, ma avrei un'ultima domanda>>.
<<Tutto quello che vuoi>>, risponde lui senza mai staccare gli occhi dai mei.
Vorrei tante cose in questo momento Andres, ma non so se sarebbero carine dette da una signorina.
<<Come facevi a sapere che quella era la mia macchina?>>.

amoRWhere stories live. Discover now