Capitolo 1

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X: excusme, do you know where is king hotel?

Io: i'm in the phone, please can you attend One minute?

X: sure

Ero al telefono e questo coso altissimo seguito da altri cosi altissimi mi rompe le palle. Ma cazzo non vede che sono al telefono?vabbè !
Chiudo la chiamata e mi giro verso loro.

Io: ok how can i help you?

X: can you take us to the king hotel?

Io: sure, follow me.

Io davanti e loro dietro come pecorelle. È una situazione un po' insolita ma mi piace. Dietro li sentivo farfugliare, ma aspetta.. Sono italiani?? Non ne avevo proprio fatto caso e si che indossano anche la tuta e le borse della nazionale italiana. Sento che dicono che sono carina e ho un bel fisico. Bhe gliela farò pagare. Non hanno la minima idea che anche io sono italiana come loro. 5 minuti dopo arriviamo all'hotel

Io: behold, there is the hotel

X: thank you.

Sentivo che facevano ancora apprezzamenti su di me.
Entrai anche io e mi guardarono un po' straniti, ma comunque mi seguono. Stavo per chiedere le chiavi alla reception quando mi squillò il telefono.

Z: tra un ora devi essere qui.

Io: cosa? Un ora!? Come faccio a preparami in un'ora?

Z: ti aspettiamo.

Era il mio collega che mi diceva che tra un'ora dovrò essere alla sfilata di moda per aiutare le modelle a truccarsi, vestirsi, pettinarsi. In pratica aiuto i grandi stilisti, sono il loro braccio destro ed a volte quando ce n'è bisogno, faccio anche la modella.

Io: beh ragazzi è stato un piacere conoscervi, ci si vede.

Salutai i ragazzi italiani che rimasero stupefatti dal fatto che parlassi italiano e quindi intuirono che avessi capito tutti gli apprezzamenti che avevano fatto su di me.
Andai velocemente in camera e mi preparai: doccia, trucco, vestiti, vestito da sera da mettere durante la sfilata. Uscii dalla camera velocemente senza curarmene degli sguardi degli "altoni".
Alle 21.30 ero comodamente seduta ad osservare la splendida sfilata di mia zia Versace. Il duro lavoro che avevo fatto era stato ripagato. Alla fine della serata tutti vennero a complimentarsi per il lavoro svolto. Andammo a festeggiare dietro le quinte. Champagne, vodka e spumante a volontà. Come non uscire illesi da questa serata? Finii a limonare con un modello inglese che si chiamava edward. Finimmo a letto insieme e la mattina dopo mi svegliai con i postumi della sbronza e con il letto vuoto. Per fortuna se ne era già andato. Presi un aspirina e accesi il telefono. Oggi avevo la giornata libera, mi sarei dedicata alla palestra, dovevo smaltire le calorie accumulate la sera precedente. Sono una che è fissata con l'attività fisica anche perché faccio un lavoro in cui il fisico è importante. Lavorai molto soprattutto sugli addominali. Per fortuna la palestra era dentro all'hotel, così non mi sarei persa andando in giro per la città. Quando tornai alla camera trovai 4 bellimbusti a bussare alla mia porta.

Io: scusate, mi cercavate?

X: oh eccoti. Si si cercavamo proprio te.

Io: beh eccomi. Volete ?

X: noi volevamo scusarci con te per i come dire.. I commentini sul tuo conto.

Io: ok.

X: per cosa starebbe l'ok?

Io: siete perdonati.

X: piacere io sono dragan Travica

Io: piacere Ludovica Versace

D: sei la figlia dello stilista?

Io: no, no. Sono la nipote.

D: che onore.

Io: ma va, sono una ragazza come tutti voi.

D: ok. loro sono filippo, luca e Jiri

Io: è un piacere mio. Ora scusatemi ma devo assolutamente fare una doccia.

D: ci chiedevamo se stasera uscivi a cena con noi!

Io: certo, è sempre bello conoscere gente nuova.

Aprii la porta della mia stanza.

Io: se volete potete entrare

D: no grazie, ci vediamo dopo: alle 6 e mezza all'ingresso.

Io: ok a dopo.

Doccia, jeans strappati e top bianco con una felpa bordeaux sopra, scarpe in tinta un po' di trucco ed ero pronta. Presi il giubbotto ed uscii trovandomi alla hall in perfetto orario.

Io: ciao a tutti

D: ciao Ludo, vieni che ti presento tutti i miei compagni.

Ad uno ad uno si presentarono.

G( Giulio): grazie per averci portato all'hotel, senza di te ci saremmo persi

Io: ma vah stavo facendo anche io quella strada. E poi mi ha fatto piacere aiutarvi, così vi ho anche conosciuto.

Li portai in un ristorante tipico del posto. Non era la prima volta che venivo in Polonia, anche perché c'erano state numerose altre sfilate in questo posto.

Io: quindi voi mi state dicendo che giocate a pallavolo e rappresentate la nazionale italiana in questo mondiale.

J. (Jiri): già. Tu invece che lavoro fai?

Io: stavo con un pallavolista. Si chiama Marco vitelli.

J: cosaaa? Stavi con vitelli?

Io: si perché? Lo conoscete?

J: io, simo, Michele e Ivan giochiamo con lui. Cioè giochiamo nella stessa squadra solo che lui è in under 19 e noi in A1.

Io: veramente? É da tanti che non lo vedo. Salutatemelo. Dopotutto siamo rimasti in buoni rapporti.

F (filippo): perché vi siete lasciati?

Io: la distanza era troppa, non ci vedevamo mai. Solamente attraverso Skype riuscivamo a comunicare. Lui è di Macerata, io spesso giro il mondo per via delle sfilate.

M (Michele): quindi sei una modella?

Io: si ma no. Cioè io aiuto i grandi stilisti nelle loro sfilate, disegnando e confezionando anche alcuni abiti, spesso accade che non ci sia qualche modella o che ci sia qualche intoppo quindi io devo prendere il loro posto.

G: sei giovanissima, quanti anni hai?

Io: classe 1996. Ho 18 anni. Ma ora raccontatemi qualcosa di voi. Altrimenti qua parlo solo io.

Dissero qualcosa sul loro conto, quanti anni avevano, dove giocavano, se erano fidanzati o sposati, se avevano figli, da dove venivano.
Intorno alle 9 tornammo in hotel, i ragazzi avevano allenamento la mattina dopo.

Io: che dire. È stato piacevole trascorrere una serata con voi. Ci si vede in giro.

Stavo per salutarli quando mi arrivò una chiamata da Fabrizio.

F: dove sei?

Io: sono appena entrata nella hall

F: aspettami, abbiamo del lavoro urgente da fare per domani

Io: cosa? Per domani e me lo dici solo adesso?

F: mi hanno appena avvisato. Sono fuori dall'hotel. Sto arrivando.

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