Legolas

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Il mare era la nostra vita. Ero addirittura nata su una barca e mia madre, convinta di avere visto Uinien sorridere alla piccola elfa appena nata, mi aveva chiamata Meldauinien, cara a Uinien.

Mio padre era Cìridan il carpentiere e passai innumerevoli anni a traghettare gli elfi dalla Terra di Mezzo a Valinor.

Per questo mi stupii quando mio padre mi diede un compito diverso.

Scesi lungo la costa fino ad arrivare a Dol Amorth dove il principe Elphir mi scortò personalmente per l'ultimo tratto di mare e poi su, lungo l'Anduin, fino al reame del principe Legolas.


"Mio signore" dissi chinando il capo "Mio padre mi ha detto che necessitate il mio aiuto". Ada si era dimenticato di dirmi che Legolas era magnifico. Il mio cuore batteva a un ritmo irrequieto sotto il suo sguardo.

"Alzati, Meldauinien, che non ci siano formalità tra noi" rispose con voce calda e il mio cuore perse un battito.

"Ho chiesto a tuo padre uno dei suoi carpentieri e sono onorato che abbia mandato addirittura sua figlia. Stiamo per partire. Il nostro tempo qui è finito e, sebbene il mio amico Gimli sostenga di saper costruire qualsiasi cosa, temo che costruire una barca che tenga il mare aperto sia al di sopra della sue capacità"

"Gimli, mio signore?" chiesi sopresa. Non era un nome elfico.

"Gimli, figlio di Glòin, signore delle Caverne Scintillanti. Mio grande amico e unico nano a cui sarà permesso di entrare a Valinor"

"...cosa?" esclamai scioccata. Un nano a Valinor? Ossë non ci avrebbe mai permesso di arrivare, ci avrebbe affondato prima.

"Galadriel ha intercesso per lui, la via sarà aperta" rispose lui sorridendo al mio stupore.

Aiutai i suoi pochi artigiani rimasti a costruire una barca. Venne davvero bene, e mi dispiacque quando fu finita. Ero sicura che tanta bellezza non sarebbe durata a lungo. Ossë non risparmiava nessuno ed ero convinta che non saremmo mai arrivati alla via dritta con un nano a bordo.

Durante la costruzione però ero continuamente distratta dai miei pensieri dalla presenza del principe. Cenavo con lui e i suoi consiglieri o solo con i suoi amici. Mi chiedeva un' opinione su tutto e sembrava non stancarsi mai si sentirmi parlare di Valinor. Nonostante le nostre conversazioni fossero sempre su temi neutrali, i nostri occhi ogni tanto si incrociavano per lunghi momenti che man mano diventavano sempre più infuocati. Non mi stancavo mai di osservarlo. Ai miei occhi era la perfezione fatta elfo.


Quell'ultima sera, la nostra ultima cena prima della partenza, stava sorseggiando del vino, appoggiato allo schienale della sedia, rilassato. I nostri occhi si incontrarono e tale era l'intensità del suo sguardo che mi sentii le ginocchia molli e arrossii violentemente abbassando istantaneamente gli occhi. Possibile che fosse così dannatamente sensuale solo sorseggiando del vino? 

Pian piano -in primis il vecchio Gimli che era arrivato quella mattina- tutti si ritirarono per riposare o passare le loro ultime ore sulla Terra di Mezzo come preferivano. Mi resi conto che avrei dovuto andarmene anch'io, ma quando feci per scusarmi Legolas mi trattenne:

"Melda...resteresti qui con me a guardare le stelle?"

"Con piacere Legolas" sorrisi con il cuore in gola.

Salimmo sulla sua ampia veranda costruita in cima al faggio che ospitava la sua dimora. La vista era impareggiabile. Insieme ci sedemmo sui morbidi cuscini, mentre sempre più stelle sbocciavano nel cielo e lo spadaccino Menelmacar faceva la sua apparizone. Ëarendil continuava la sua rotta nel cielo e mi persi ad osservarlo, immaginendolo fiero al timone di Vingelot con il Silmaril in fronte. Senza preavviso sentii la mano di Legolas che stringeva la mia. Il mio pensiero tornò di colpo al presente, dimenticandomi istantaneamente di gioelli e navi volanti.

One Shots da Valinor alla Terra di MezzoWhere stories live. Discover now