Haldir

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Il fuoco mi accecava e la cenere mi soffocava. Mulinavo la spada quasi alla cieca e fu così che non vidi l'orco dietro di me. Sentii un dolore lancinante alla spalla e poi tutto divenne nero.

Aprii le palbebre di scatto. Le richiusi con un gemito, il sole mi accecava. Un momento...sole? E ero straiata sul fianco su un letto morbido...ero in camera mia! Era stato solo un sogno quindi? Provai ad alzami ma un dolore sordo al fianco mi fece desistere e ricrollai sul fianco.

Scostai le coperte e vidi che avevo il busto quasi interamente fasciato. No, non era stato un sogno. Sentii la voce di ada venire dalla stanza adiacente, la nostra sala che a volte fungeva da conciliabolo. Un'altra voce gli rispose, non la conoscevo ma in quel momento non mi importava. Dovevo sapere cos'era successo.

Piano piano, mi alzai, con qualche smorfia di dolore. Appoggiai lentamente i piedi a terra...ok. Fino a lì c'ero. Spostai il peso sui piedi e mi staccai dal letto. Ondeggai sul posto ma trovai presto l'equilibrio. Bene, riuscivo a stare in piedi. Camminare non sarebbe stato così difficile, giusto?

Il percorso dal mio letto alla porta però non mi era mai sembrato così lungo.

"Dannatissimo orco" pensai di malumore. Odiavo non riuscire a muovermi come volevo. Ma ora avevo raggiunto la mia meta. Aprii la porta.

"Ada?" dissi facendo un paio di passetti.

Mio padre si girò di scatto, sorpreso. Vidi che c'era un alto elfo da capelli argentei davanti a lui e un altro biondo alla porta d'entrata.

L'elfo dai capelli argentati si girò verso di me.

"Mio signore Celeborn" dissi e di riflesso chinai la testa. Errore. Mi ero sbilanciata. Ma mio padre era già lì e mi sostenne gentilmente.

"Meleth nin, dovresti essere a letto. Come stai?" mi chiese prendendomi in braccio e portandomi sul divano sul quale era seduto prima.

"Sono stata meglio, ma cos'è successo? Dov'è nana? Con permesso, mio signore" dissi lanciando un occhiata di scusa a Celebron.

"Non preoccuparti Gil. Non c'è bisogno di formalità, non adesso, almeno" disse il signore di Lothlorien. Si alzò e andò alla libreria di mio padre, curiosando tra i titoli, lasciando così a me e ada un minimo di privacy. Sentivo  però che gli occhi dell'elfo biondo alla porta non si erano staccati un attimo da me ma al momento avevo questioni più pressanti da risolvere.

"Nana sta bene, è stata al tuo capezzale fino a che è stata sicura che eri fuori pericolo. Ora sta aiutando gli altri guaritori. Abbiamo vinto Gil, ma ci è costata cara. Molti sono periti e grandi porzioni della foresta bruciate"

"Galion? Tauriel? Indis? chiesi

"Tutti vivi, Indis è ferita a una gamba ma guarità. Galion e Tauriel ammaccati ma vivi"

Sospirai di sollievo. I miei amici più stretti se l'erano cavata.

"Posso andare ad aiutare nana!" dissi e cercai di alzami ma mio padre mi tenne seduta

"Non se ne parla nemmeno, ora torni a letto e chiamo qualcuno per portarti qualcosa da mangiare. E non costringermi a mettere una guardia fuori dalla porta!" disse lui

Aprii la bocca per ribattere ma la richiusi. Sgattaiolare via alle chetichella era il mio piano.

Ada ridacchiò e mi riaccompagnò in camera. Poco dopo arrivò un'elfa che lavorava alle cucine con una zuppa di patate e carote e un pezzo di pane. Mangiai tutto, ero affamata. Poi decisi che prima di provare a evadere potevo dormire un pochino....mi svegliai che era notte fonda. Forse potevo dormire ancora qualche ora...

One Shots da Valinor alla Terra di MezzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora