Piove

15 0 0
                                    

La vita della giovane vedova scorreva, unica ed ineguagliabile nel suo essere essenzialmente monotona.
E triste, soprattutto triste.
Le giornate scorrevano lente e la morte era vicina, Gabby lo sentiva.
Se non fosse avvenuta per cause naturali (atto molto inverosimile) probabilmente la ragazza se la sarebbe procurata da sola.
Sola com'era, nessuno ci avrebbe fatto caso, a nessuno sarebbe mancata.

Gabrielle's pov
Mi sveglio.
Mi alzo in piedi e prendo un bel respiro.
Ciò ch'era la mia casa adesso non è più, bruciata come sta.
Donami una nuova vita Maria, ti supplico, ti prego, ti adoro, m'inginocchierei per sempre davanti a te. Non mi rialzerei più.

E terminò la preghiera con un inchino ed un bacio al cielo diretto alla Madonna, oppure solo a Thomas.
All'improvviso, vedendo il fazzoletto rosa librarsi attaccato al paletto sopra la tomba di Thomas, le venne da piangere.
Ma non un pianto silenzioso, no.
Le si spalancarono gli occhi fino a quasi uscirle fuori dalle orbite, le si aprì la bocca facendola rischiare di rompersi la mandibola, solo per poi emettere un urlo che risuonò nella trachea graffiando le corde vocali; le si inondarono gli occhi di lacrime, che unite alla pioggia violenta si confondevano cadendo a terra sparse.
Gabrielle cercava di respirare ma non ce la faceva, la pioggia unita alle lacrime le finiva in bocca facendola soffocare, mentre provava a prendere fiato per continuare ad urlare a squarciagola.

Si accasciò sull'erba bagnata e sbattè più volte i pugni su di essa, le mani cominciavano a sporcarsi di fango e di sangue, mentre il corpo della ragazza si contraeva in un modo pressoché disumano.

Dopo un bel po' di tempo la pioggia cessò di sbatacchiare la terra ed i capelli di Gabrielle e si decise ad irrigare i campi, invece.
Lei respirava in modo affannoso, adesso che poteva, sentiva di avere una paura matta e soprattutto non aveva idea di cos'avesse provocato quello pseudo-attacco di panico.

Le nuvole cominciavano a dissipare, quando qualcosa richiamò l'attenzione della ragazza: c'era qualcosa in mezzo al vicino bosco che emetteva un rumore simile ad una pulsazione, come il sangue che scorre in una vena.
Gabrielle si sistemò il cappuccio dell'abito sui capelli corvini e decise di andare a controllare.

Non era da lei, non aveva mai avuto così tanto coraggio da inoltrarsi all'imbrunire nel bosco, oltretutto avvolto da migliaia di leggende su creature magiche buone e cattive.

Si avvicinava sempre più alla fonte di quella pulsazione man mano più forte e percettibile: la sentiva sotto i piedi, la sentiva scorrere nel terreno, le irradiava il corpo fino ad arrivarle alle radici dei capelli.

Il bosco cominciava a farsi più fitto ad ogni falcata, gli alberi impedivano la visuale e le foglie cadevano dai rami producendo scricchiolii sinistri che non sembravano proprio così naturali.

La pulsazione continuava imperterrita.

Gabrielle si fece largo come poteva tra la boscaglia, spostando delicatamente i rami che le graffiavano il viso, sempre più vicina alla fonte della pulsazione.
Vide una figura nera china su qualcosa, concentrata sul punto di terreno da dove il pulsare si sentiva più forte.

La figura alzò la testa.
Due occhi viola incrociarono quelli della giovane.

Figlia di un IncuboDonde viven las historias. Descúbrelo ahora