Crescere

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Gabrielle Smith cresceva.
Cresceva e diventava sempre più graziosa, come la madre.
Aveva gli occhi neri, con dei bagliori azzurri che le mettevano in risalto la pupilla.
Era minuta, di media altezza, con un corpo esile e costernato da diversi lividi violacei, che le si formavano sulla pelle a forza d'esser presa a cinghiate dal fratello.
Il suo sguardo era spento, triste e piangente, tranne quando le si metteva la Bibbia tra le mani.
La piccola, contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettati da lei, amava tutti i libri trattanti la storia dell'uomo dal punto di vista religioso.
Genesi, Esodo e Vangeli erano ciò che la rendeva felice.
Dopo essere stata graffiata, tagliata o picchiata da Thomas le bastavano le Sacre Scritture per calmarsi.
Smetteva di piangere: si asciugava gli occhi e si sistemava i capelli, scostandoseli dal viso bagnato.
Nonostante ciò, per Thomas restava la figlia preferita.
Sempre quella più amata, quella perfetta, quella più piccola e la più bella.
Non si accorgeva di tutto il male che le stava facendo, era cieco di fronte al suo dolore. Dolore che la poverina era costretta a subire, senza che fosse colpa sua, senza capirne il motivo.
Per lei era quella la normalità.

-Gabby, ti sei mai chiesta da dove viene il tuo nome?
Gabrielle staccò lo sguardo dal Salmo 37, Versetto 4:
"Trova la tua gioia nel Signore, ed Egli appagherà i desideri del tuo cuore."

-È di fondamentale importanza saperlo?
-No Gabby, mi chiedevo solo se il tuo nome voglia dire qualcosa di bello o di brutto. Secondo me vuol dire "Bestia di Satana"!
E se ne sguazzò via ridendo, lasciando in Gabby tante domande.
In effetti il suo nome era simile a quello dell'arcangelo Gabriele, colui che annunciò alla Vergine Maria di star aspettando il figlio di Dio.
Quindi doveva avere origini ebraiche o giù di lì.

Si avvicinò alla madre.
-Mamma, perché avete scelto questo nome per me?
Guinevere le accarezzò il viso pallido e con un sorriso le rispose.
-Perché tesoro, ci piaceva ciò che significa.
-Ma Thomas ha detto che significa "Bestia di Satana"!
-Oh, Signore! Non ascoltare tuo fratello, dice solo mascalzonate!
Ormai sei grande, avresti dovuto capire che non diceva sul serio...
Gabrielle si maledì per aver pensato il contrario.
-Quindi, cosa significa?
Era impaziente di saperlo, per avere la conferma di non dover essere presa in giro ancora di più da Thomas.
-Cercalo da sola, Gabby.
E si allontanò, per tornare alla macchina da cucito.

Sfoglia di qua, sfoglia di là, Gabrielle non riusciva a trovare niente.
Dopo mezz'ora, ancora neanche la minima traccia di un possibile significato.
Poi la risposta le si presentò davanti agli occhi stanchi.

"eroe di Dio"

Eroe di Dio?
Lei era un'eroina?
Ma come?
Non poteva, non voleva, non sentiva d'essere destinata a grandi cose nel futuro.

La sua vita non sarebbe stata affatto come si sarebbe potuta aspettare, povera ragazza...

Richiuse il libro, spostò un po' d'aria, i suoi capelli svolazzarono.
Si avvicinò allo stipite della porta che dava sulla stanza in cui era nata, sette anni prima.
-Signore, come hai protetto tuo figlio, proteggi anche me...
Dovrei essere la tua eroina, ma non sento d'esserlo nè tantomento di volerlo.
Gabrielle si tirò i capelli fino a farsi male per aver detto le ultime parole: un simile disprezzo per ciò ch'era destinata ad essere non doveva considerarsi ammissibile.
Dall'alto della porta, le sembrò che il Cristo la stesse osservando; le venne la pelle d'oca.
Corse nelle braccia di sua madre, più delusa che spaventata, e le confidò il suo piccolo segreto.
-Voglio diventare una suora.

Figlia di un IncuboWhere stories live. Discover now