capitolo 32

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Evelyn's point of view

Mi sedetti sul sedile aspettando nervosamente il decollo, odiavo l'altezza sotto tutti i punti di vista. Soffrivo così tanto di vertigini che ero terrorizzata persino dalle scale mobili.

L'hostess presente prese il microfono iniziando a parlare, perciò abbassai la musica consapevole di dover ascoltare per dieci minuti tutte le misure di sicurezza per viaggiare in modo sicuro.

<<ci dispiace per l'imprevisto ma vi chiediamo di scendere in modo ordinato dall'aereo. L'FBI deve attuare dei controlli preventivi, nessun panico. A breve partiremo>> non appena sentii il nome fbi il mio cuore esultò, levai definitivamente le cuffie con un gesto veloce. Doveva essere stata Emily, lei era l'unica che avevo informato della mia partenza. Solo lei ne era a conoscenza perciò dedussi fosse stata lei.

Nel gate trovai Spencer. Era immobile con le braccia incrociate al petto e lo sguardo rivolto verso terra. In lontananza intravidi Derek ed Emily, mi fecero un occhiolino recandosi poi verso l'aereo per svolgere i "controlli" preventivi citati dall' hostess.

<<cosa ci fai qua?>> chiesi avvicinandomi in modo insicuro, non sapevo se effettivamente fosse lì per me o meno. Eppure doveva essere per forza li per me, dopo le sue dimissioni dall'ospedale gli avevano dato una settimana di riposo per recuperare a livello fisico ma soprattutto a livello mentale. Perciò non sarebbe dovuto essere sul campo.

<<pensavi di andartene così?>> nei suoi occhi lessi delusione, non era assolutamente rabbia. Era qualcosa di più doloroso e intenso.

<<sono venuta a cercarti a casa per dirtelo>>a dire il vero mi ero recata al suo appartamento per dirgli che avevo scelto di rimanere, di rimanere per lui. Eppure non dissi nulla, si meritava di vivere felice e con me nelle vicinanze non sarebbe riuscito a godersi la sua nuova relazione.

<<oh Savannah mi ha detto che aveva bussato alla porta una ragazza, non pensavo fossi te>> aveva pure un bellissimo nome, era impossibile da parte mia odiarla.

<<e quindi? cosa cambia>> cercai di rimanere impassibile, nonostante il mio lato irrazionale voleva prenderlo a pugni ma allo stesso tempo stringerlo fra le braccia. Lui risvegliava il mio lato impulsivo e non sapevo se fosse un bene o un male.

<<cambia molto perché non credo te volessi dirmi questo>> per un momento mi ero scordata di trovarmi davanti ad un profiler, aveva capito che gli avessi mentito. Non che fossi brava a mentire ma per lo meno avevo provato a risultare credibile

<<per una volta ti sbagli>> lui fece un passo verso di me obbligandomi ad alzare la testa a causa della sua altezza, nettamente superiore rispetto alla mia. Averlo così vicino mi metteva in suggestione, non  lo avevo mai visto così tanto sicuro di se.

<<non credo proprio>> strinse gli occhi osservandomi, come se stesse cercando di leggere la risposta al suo dilemma nel mio viso. Eppure per quanto fosse intelligente era impossibile dedurre tutto da un espressione.

Non sapevo cosa fare. Volevo solo gridargli addosso tutto. Gridargli addosso che da quando era entrato nella mia vita tutto era cambiato, che da quando avevo incontrato lui non riuscivo più a guardare nessun altro.

Indietreggiai vanamente perché lui immediatamente fece un passo verso di me. Sotto il suo sguardo intimidatorio scoppiai, mi ero trattenuta fin troppo.

<<Vuoi la verità? bene allora la avrai. La verità è che non riesco a far a meno di te , pur volendo non posso. Sei l'emozione più vera che io abbia mai provato. Forse è da come mi guardi o forse da come mi fai sentire ogni volta che mi abbracci, forse è il tuo modo di comportarti o forse semplicemente è per come sei e basta.Ed è così complicato soffocare le mie emozioni, non far trasparire nulla. Odio tutto questo, odio sapere che se sprofondassi, tu saresti l'unico in grado a risollevarmi, e la dolcezza di come lo faresti mi riempie il cuore di gioia ma allo stesso tempo mi spezza. Ma non riesco a far a meno di provare certe emozioni per te, non riesco a non guardarti, non riesco a non desiderare ogni volta che possa succedere qualcosa, un abbraccio , una carezza, un semplice bacio sulla guancia o semplicemente che tu mi prenda per mano o che mi tiri a te per un abbraccio. Odio tutto questo perché dopo nemmeno un giorno dalla nostra discussione a casa tua c'era un'altra. E lei cavolo è così bella,così pura. Vorrei non poter capire cosa te ci abbia trovato in lei ma non posso, è impossibile non notarlo. Lei sicuramente ti renderà felice.E odio davvero tanto aver frainteso tutto, aver creduto che tra noi potesse accadere qualcosa.Ora se non ti dispiace me ne vado. Buona vita Spencer >>

mi girai dandogli le spalle in modo che non vedesse le mie lacrime scorrere nel viso e mi allontanai da lui. Mi sentivo decisamente meglio, avevo bisogno di buttare tutto fuori.

<<La conosci la leggenda del filo rosso?>> la voce calma di Spencer mi fece girare. Scossi la testa, ne avevo sentito parlare pochi anni prima ma non me la ricordavo per niente <<la leggenda dice che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra.Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati, il grande amore,l'anima gemella.
Le anime unite dal filo rosso sono destinate, prima o poi, ad incontrarsi. Potranno passare anni, decenni, ma prima o poi le circostanze ci condurranno a questa persona speciale: non si può sfuggire al destino. Neanche le grandi distanze temporali o spaziali potranno impedire alle due persone di incontrarsi>> non riuscivo a capire dove volesse arrivare con quel discorso.

<<Il filo rosso non potrà essere tagliato o spezzato da nessuno: il legame che simboleggia è forte, indissolubile, e niente e nessuno potrà metterlo alla prova>> abbassò lo sguardo e dopo pochi secondi lo ripose su di me nuovamente <<perciò se vuoi andare a Londra io non sono nessuno per proibirtelo, ma sappi che prima o poi ci rincontreremo di nuovo. Ci rincontreremo perché noi siamo legati da questo filo rosso e ne sono sicuro>> rimase in silenzio ma io non mi allontanai, volevo che mi desse un motivo per restare a Quantico. Ne avevo bisogno.

<<In 29 anni di vita ho baciato 3 ragazze. Una bambina alle elementari, una donna coinvolta in un caso e poi te. Te che sei l'unica ragazza che voglio baciare per il resto della mia vita. Non so cosa sia una relazione, ne tanto meno l'amore. Ho sempre vissuto da solo, da solo con mia madre e con i miei libri. Non so come funzioni tutto questo, non so se dopo essersi dichiarati bisogna considerarsi fidanzati o se bisogna fare la proposta formale. Non so nemmeno quando bisogna stare insieme e quando invece da soli. Non sono abituato ad avere una ragazza interessata a me, non sono mai piaciuto a nessuno in modo serio.Ma tu mi piaci, davvero tanto, forse troppo per poterlo dire a voce. Probabilmente se provassi a scrivere i miei sentimenti non mi basterebbe una vita intera, probabilmente supererei il record del libro più lungo al mondo, attualmente il record consiste in 8.128 pagine>>

Lui non lo sapeva ma mi aveva dato esattamente un motivo per restare, un motivo per continuare la mia vita lì, con lui.

Mi piombai fra le sue braccia dandogli un bacio appassionato. Lui inizialmente si irrigidì ma dopo pochi secondi si lasciò andare ricambiando il bacio con la medesima passione.

<<ah e dimenticavo Savannah è la ragazza di Derek>> scoppiai a ridere incredula. Non mi ero mai sentita così tanto stupida come in quel momento.

nightmare |criminal minds|Where stories live. Discover now