capitolo 15

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Spencer's point of view

<<in che senso è riuscita a scappare?>> gridai immediatamente iniziando a camminare avanti ed indietro<<come avete potuto lasciarla andare?>> Non so perché me la presi con lei, dopotutto non era colpa sua, JJ che era solo venuta in ospedale ad informarmi.

Tutti i presenti si voltarono verso di me, alcuni stavano piangendo per i propri cari, altri stavano sorridendo per un intervento a buon termine e altri stavano sperando vivamente che ci fosse un lieto fine. Io ero tra questi.

Evelyn non dava segni di vita, il suo cuore era tornato a battere e la pressione era più o meno stabile, per quanto fosse possibile, eppure non aveva ancora aperto gli occhi. I medici dicevano fosse normale, eppure nelle loro espressioni traspariva altro. Traspariva preoccupazione e incertezza.

Evelyn lavorava in quell'ospedale due anni prima quindi probabilmente la maggior parte dei medici la conosceva anche.Per questo mi avevano permesso di rimanere anche durante gli orari in cui non era possibile visitare i pazienti, sapevano quello che aveva dovuto sopportare. Decisero di chiudere un occhio perché era impossibile non volerle bene, tutti lì dentro erano in pensiero per lei.Era impossibile non esserlo, riusciva ad entrare nei cuori di chiunque le parlasse anche solo per due minuti.

<<Spence da quanto tempo non mangi?>> La mia migliore amica decise di passare oltre e di dimenticare il mio momento di rabbia, sapeva che non avevo intenzione di ferirla o di prendermela con lei <<non me lo ricordo>> ed era vero, non mi ricordavo quando era stata l'ultima volta che avessi ingerito qualcosa di solido o che semplicemente avessi dormito per più di un'ora.

<<non va bene così>> mi allungò un pacchetto di crackers ma alla sola visione del cibo mi venne da vomitare, avevo ben altro per la testa. Non era una mia priorità quella di nutrirmi, dopotutto sarei resistito altri 11 giorni, 13 ore e 40 minuti.
<<non ti preoccupare per me, mangerò qualcosa più tardi. Ora non ho fame>> le feci un sorriso cercando di risultare convincente, anche se sapevo che non mi avesse creduto me ne andai tornando nella stanza di Evelyn.

Volevo che al suo risveglio ci fosse qualcuno, volevo che sapesse che non era sola e che io ero lì per lei. Non avrei permesso che aprisse gli occhi e si trovasse da sola in una stanza d'ospedale, non di nuovo.

Mi soffermai a guardarla, i suoi capelli biondo fragola erano sparsi sul cuscino in modo scombinato, era dimagrita nuovamente e lo si notava dal suo viso ancora più scavato.

Capii dai segni scuri sotto agli occhi che era la prima volta che riposava veramente da da un po' di tempo.Adagiai la mia mano sulla sua accarezzandone il dorso con il pollice, lei stava ancora dormendo perciò non provai nemmeno un po' di imbarazzo. Se fosse stata sveglia probabilmente ci avrei pensato due volte prima di compiere un gesto tanto audace.

La sua pelle era fredda perciò decisi di coprirla meglio con le lenzuola dell'ospedale adagiandole sopra anche la mia giacca, probabilmente non sarebbe servito a nulla perché lei non se ne sarebbe resa conto, ma sapere che era al caldo mi confortava.

<<non dovresti tornare a casa?>> JJ entrò nella stanza silenziosamente avvicinandosi al lettino di Eve <<ci sto io con lei, se si sveglia ti dico qualcosa>> apprezzai veramente le sue intenzioni ma io da quella stanza non mi sarei mosso per alcun motivo al mondo.

<<no, voglio stare qui. Metti caso che Alison trovi il modo di entrare>> era una scusa, sapevo che una persona come lei si sarebbe nascosta finché le acque non si fossero calmate. Lo sapevo io e lo sapeva anche la mia migliore amica, insomma svolgevamo il lavoro di profiler per un motivo.

<<davvero Spence hai bisogno di dormire, hai una cera da fantasma>> alzai le spalle indifferente, sapevo pure io che non potevo continuare a rimanere sveglio nutrendomi di caffè.E a dire il vero per quanta caffeina potessi ingerire stava iniziando a non fare più effetto. Il mio corpo si era abituato ad essa.

<<dormo un po' qui>> mi appoggiai con la testa sul lettino bianco e chiusi gli occhi in modo che JJ mi lasciasse stare, senza nemmeno farlo apposta mi addormentai seriamente. Nonostante la scomodità della sedia ero talmente stanco che essa divenne come il letto più comodo al mondo.

Mi ero meritato un po' di tregua.

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