Capitolo 22- "devianze"

132 10 12
                                    

POV JIMIN:

Ho la testa che pulsa, gli occhi sono chiusi e ho un'immane difficoltà nel riaprirli.

Il mio respiro è affaticato e avverto dolore in tutto il corpo.

Apro finalmente gli occhi, mi guardo intorno e noto subito di essere legato ad una sedia e persino...imbavagliato!

Cosa succede?

Vado in iperventilazione e quasi sento affiorare un altro attacco di panico ma siccome ormai sono abituato a queste reazioni comincio a contare, chiudere gli occhi e prendere profondi respiri. Sento il cuore calmarsi e tento di fare mente locale per ricostruire gli avvenimenti dell'ultimo periodo.

Ero disteso tranquillamente sul mio letto ad ascoltare con le cuffie la musica e controllare il mio profilo instagram siccome era da un bel po' di tempo che non rientravo. Volevo aggiornare il feed con una foto recente del gruppo ma vengo distratto dal suono del campanello che si faceva sempre più insistente nonostante avessi la musica sparata a mille nelle orecchie.

Sbuffo e mi alzo ma non apro la porta prima di controllare chi fosse a bussare così: oltre lo spioncino noto una persona incappucciata. Il mio cuore perde un battito. E adesso chi è? Cosa vogliono ancora da me?

Tremando, tento di raggiungere il cellulare che prima avevo gettato sul letto svogliatamente ma una voce mi fa bloccare, raggelandomi sul posto:<Jimin-ssi so che mi hai visto e so cosa stai cercando di fare. Sai ti facevo un po' più furbo, anzi vi facevo un po' più furbi. Fai un altro passo e il cecchino posto di fronte la tua finestra, sul terrazzo opposto, finisce il lavoro che ha fallito la volta scorsa. Non vuoi rischiare di morire, vero?>

La sua voce, lei: Helena.

<Helena, cosa vuoi ancora da me?> la sento ridere e intimarmi di aprirle la porta, quindi mi do un pizzico sulla guancia per riprendere il controllo di tutte le mie capacità motorie e la lascio entrare. Lei mi rivolge uno sguardo inquietante, quasi soddisfatto per avermi procurato terrore e ansia:<sai piccolo sono curiosa di sapere se Jungkook quando ti scopava, urlava il mio nome o fingeva di godere grazie a te>

Io alzo un sopracciglio, come incredulo di fronte tutta quella sfacciataggine:<se sei curiosa di questo, perché non chiedi a lui? Non sono mica nella sua testa! Adesso, se permetti, vorrei andare a riposare perché come ben sai ci aspettano delle giornate davvero impegnative> ma non faccio in tempo a dire altro che noto entrare un'altra persona, forse un uomo, con il viso coperto da un passamontagna nero e dirigersi a passo svelto verso di me, mettendomi una mano sul viso con un fazzoletto. Cerco di districarmi da quella presa per cercare di non respirare ma sento sempre di più le forze venir meno, la droga credo abbia cominciato a sortire l'effetto sperato.

Prima di perdere definitivamente i sensi, sento soltanto la voce di Helena molto lontana, sussurrarmi:<glielo chiederò Jimin... glielo chiederò il giorno del tuo funerale>

Successivamente, solo il buio.

Adesso, più consapevole di qualche minuto fa, riapro lentamente gli occhi e mi guardo intorno: sono in una stanza poco illuminata e umida, è molto spaziosa come se prima di diventare una "camera per rapimenti o chissà Dio cos'altro", fosse stato un negozio o addirittura un ristorante.

È spoglia, c'è solo un letto senza lenzuola, in lontananza.

Avverto freddo, tanto freddo.

Paura? Adesso non più.

Non ho mai temuto realmente per la mia vita, quello che più mi rende nervoso e preoccupato è sempre e solo stata l'incolumità di Jungkook e se il mio essere qui, mi assicura il suo benessere allora non può fare altro che rendermi sereno e tranquillo.

Io sole.. tu luna.Where stories live. Discover now