* The secret Daughter*

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Meissa si era appena svegliata, era ancora nella sua camicia da notte nera e i suoi lunghi capelli scuri erano disordinati, era il suo compleanno, ma sapeva che non avrebbe mai fatto nulla di speciale, non poteva uscire di casa, non aveva mai potuto, nessuno sapeva della sua esistenza a parte la sua famiglia. Era l'unica figlia femmina dei Black, una delle famiglie di maghi oscuri più importanti di sempre e non aveva mai capito il perché sua madre Walburga e suo padre Orion avevano scelto di tenerla nascosta al mondo. Lei viveva con i suoi genitori e suo fratello Regulus che però da tre anni non vedeva tanto spesso, dato che lui lasciava ogni anno per andare ad Hogwarts.

Scese in sala da pranzo, con l'intenzione di fare colazione, era il periodo della pausa estiva quindi suo fratello era là con loro. Li vide tutti e tre seduti a tavola, suo padre stringeva in mano una lettera e suo madre leggeva con lui mentre suo fratello era seduto sulla sedia e stava mangiando, ignaro del contenuto della lettera. Meissa si sedette e appena suo padre la vide alzò lo sguardo e posò la lettera.

-Sei stata ammessa- Meissa lo guardò confusa

-Padre di cosa sta parlando?- domandò, anche Regulus stava iniziando a interessarsi a quello che gli stava accadendo intorno

-Sei stata ammessa ad Hogwarts- continuò lui. Qualcosa gli occhi di Meissa brillarono. Orion guardò sua moglie e poi disse - Beh, non possiamo privarti di quest'occasione, tu ci andrai- poi il suo sguardo passò da Meissa a Regulus - E tu tienila d'occhio- gli disse, Regulus annuì e poi tirò un pugnetto alla sorella in modo scherzoso

-Speriamo che tu non sia un fallimento come quel ratto, non voglio nemmeno chiamarlo per nome. Non ci deludere Meissa- disse sua madre e se ne andò dal tavolo. Sapeva a chi si stava riferendo, parlava di suo fratello maggiore, Sirius, lui era stato smistato in Grifondoro e dopo il primo anno dove loro madre l'aveva torturato ripetutamente, si era trasferito dai Potter, o meglio questo è quello che sapeva lei, non l'aveva più visto da quel momento.

Qualche settimana dopo, il 13 agosto, sua madre tornò a casa con le uniformi, i libri e una bellissima civetta. Meissa la osservò per un sacco di tempo, era dal manto nero e le ricordava molto il suo aspetto. Voleva chiamarla come la costellazione da dove veniva il suo di nome ma non voleva che le ricordasse suo padre così decise di chiamarla Tau ovvero l'abbreviazione del nome della costellazione del suo secondo nome, ogni volta che ci ripensava la faceva sorridere "Possibile un gioco di parole così lungo per trovare il nome ad una civetta?"

Il giorno seguente il 14 agosto, sua madre la face accompagnare dal loro elfo domestico da Ollivander a prendere la sua bacchetta. Entrati nel negozio la campanellina in cima alla porta suonò e da in cima ad una scala si voltò , il signore scese e si mise dietro al bancone

-Buongiorno signorina- disse l'uomo

-Buongiorno- rispose lei

-E' qui per una bacchetta?- chiese, Meissa annuì - Ok mi può dire come si chiama?- qualcosa in Meissa le fece venire i brividi, deglutì e poi disse

-Meissa Black- Ollivander la guardò stupefatto

-Oh- disse sbalordito - Non sapevo avessero una figlia- il suo sguardo si posò sull'elfo -Avrei dovuto immaginare che lei era una Black- disse sorridendo, scrisse il nome su un foglio poi disse -Forza signorina, provi questa- e porse una bacchetta a Meissa. Iniziò ad agitarla ma fece scoppiare una delle mensole di bacchette. Immediatamente posò la bacchetta sul bancone e indietreggiò

-Non si preoccupi è normale- disse il vecchietto con la testa fra le centinai di bacchette - Ecco tenga, 18 pollici, cedro, crine d'unicorno- Meissa guardò la bacchetta, era strana, storta, sembrava rotta, non le piaceva affatto. L'agitò nell'aria e tutti i vetri del negozio scoppiarono, riappoggiò la bacchetta sul bancone quasi felice che quella non fosse la sua.

-Provi questa- disse Ollivander - 10 pollici e mezzo, melo, corda di cuore di drago- Meissa osservò anche questa bacchetta a differenza dell'altra era stupenda, era dritta, di un legno chiaro ma senza personalità. La agitò, e iniziò a volare venendo sbattuta di qua e di là. Una volta caduta a terra e riposata la bacchetta, Ollivander gliene passò un'altra esclamando

- Questa è una delle bacchette più particolari che ho in negozio. 12 pollici, ebano, corda di cuore di drago- Meissa la strinse fra le mani, la guardò, questa era veramente bellissima. L'ebano era un legno nero e lucente, su di esse era inciso un aspirale con qualche stellina su di esso e all'inizio del manico c'era una stella trasparente. Meissa l'agitò in aria e una luce d'orata illuminò il negozio, la stellina all'inizio della bacchetta si era tinta d'oro e dalla punta usciva una luce. Quando smise Ollivander sorrise

-Abbiamo trovato la tua bacchetta cara, i tuoi genitori ne saranno fieri- Meissa fece una smorfia simile ad un sorriso, poi lasciò il negozio insieme al suo elfo che la riaccompagnò a casa.

Quella notte dormì con la bacchetta sul comodino e non ne poteva essere più felice.Non vedeva l'ora di andare ad Hogwarts   


The daughter of the Black'sWhere stories live. Discover now