XXXVI - Gelo

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Dark applaudì con sufficienza e si complimentò con evidente scherno. «Perché i membri della nazionale giapponese si trovano sul campo sbagliato?» chiese con un ghigno baldanzoso, proprio in quell'istante lo schermo adiacente al campo si accese, proiettando la squadra intenta a riscaldarsi.

«No, non è possibile, la partita contro l'Argentina è domani!» esclamò Jude, sgranando gli occhi. La risata maligna di Dark risuonò nell'aria, come un segno di vittoria.

Naomi, come tutti gli altri, non poteva credere ai suoi occhi. Era davvero opera di suo padre?

«Non vi resta che mettervi comodi e assistere alla disfatta della vostra squadra» disse lui, studiando le reazioni della figlia.

La mora si voltò nella sua direzione. Lo fissò con leggero timore perché riconosceva quell'espressione, nonostante gli occhiali scuri. Le labbra erano contorte in un ghigno ma gli occhi, immaginava, erano seri, la stavano sicuramente fulminando.

Naomi Black ricambiò lo sguardo duro, lasciando in disparte l'ansia di una futura ramanzina. Possibile che fosse stato proprio lui a macchinare una cosa del genere? Anticipare la partita per essere certo che il Capitano e i registi non fossero presenti? Le sembrava assurdo, dopotutto non poteva sapere chi dei ragazzi avrebbe accettato di aiutare gli italiani, Stonewall era sul punto di rifiutare, e non era una cosa che si poteva organizzare in qualche ora. O no?

Avrebbero indubbiamente faticato senza quattro giocatori, non le sembrava giusto penalizzare la squadra in questo modo. Ciò la confondeva: non era lei a desiderare che perdessero per ottenere la vendetta? Come poteva dispiacerle? Specialmente perché era stata una decisione di suo padre, per lei avrebbe dovuto essere oro colato, invece avvertiva un velo di insoddisfazione e contrarietà.

«Naomi, muoviti», esclamò Mark, afferrandola per un braccio e strattonandola perché gli prestasse attenzione, vagamente impensierito dallo sguardo vuoto che aveva, «possiamo ancora arrivare per il secondo tempo!»

Gli italiani avevano offerto il proprio bus che li aspettava parcheggiato davanti alla residenza, pronto a partire alla volta dello stadio così salirono in fretta e prenderono posto.

Naomi si sedette accanto a Stonewall, ma non gli prestò la benché minima attenzione per tutto il viaggio. Il ragazzo la osservò a lungo, vedendo tutte le microespressioni che le attraversavano il viso e che gli avrebbero fatto capire la confusione che aveva dentro, se solo avesse saputo del suo problema.

Non c'era mai fine al peggio. La strada era bloccata da un incidente stradale, la fila di macchine ferme era infinita e non sarebbero mai arrivati in tempo al traghetto a quel ritmo. L'unica soluzione fu scendere e correre.

Corsero a perdifiato, facendo lo slalom tra le persone che passeggiavano tranquille sul marciapiede. Arrivarono al traghetto e se lo videro partire sotto agli occhi, vanificando il tentativo disperato di non saltare quella partita.

Il prossimo sarebbe stato due ore dopo, quindi l'unica cosa che poterono fare fu mettersi nella sala d'attesa, osservando impotenti la sconfitta dei loro compagni da un misero televisore.

Naomi guardò l'incontro senza vederlo. Le uniche cose che capì furono la sconfitta, i continui cambi di Capitano e l'assenza sia di Travis che di Hillman. I ragazzi erano troppo presi per accorgersi del suo stato di trance.

"Non puoi continuare a farti prendere in giro in questo modo, ti vanti di essere tanto sveglia ma sei patetica" si rimproverò Naomi Dark con profondo fastidio, dato che la sua controparte non sembrava intenzionata a darsi una svegliata.

"Io non mi sto facendo prendere in giro da nessuno, piuttosto tu sei quella che crede a tutto ciò che le dicono quegli incapaci" pensò l'altra acidamente, con rinnovata rabbia.

The Two of Us ~ Jude SharpWhere stories live. Discover now