I - Epilogo

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La giornata non era delle migliori, il cielo era nuvoloso e il vento obbligò Naomi a stringersi nelle spalle, aveva avuto la brutta idea di indossare solo un leggero maglioncino a collo alto, sottovalutando il freddo. Passeggiava disinvolta per le vie della sua città, osservando con affetto tutti i dettagli che erano stati parte della sua gioventù e che non vedeva ormai da tanti anni.

Era felice di essere finalmente a casa, anche se la maggior parte dei bei ricordi della sua vita erano ambientati in posti molto lontani da lì.

Dieci anni prima, dopo il diploma, aveva deciso di trasferirsi per studiare in Germania con Axel. All'inizio tornava a casa molto spesso, talvolta andando a trovare suo padre nel posto segreto dove trascorreva la sua vecchiaia, poi le visite si fecero sempre più rade fino ad annullarsi. Erano quattro anni che non tornava in Giappone, e le si strinse il cuore quando passò davanti alla sua vecchia casa.

Non aveva tempo di entrare, ma questo non le impedì di soffermarsi a scrutarla. I ricordi legati a quel posto le trasmettevano principalmente angoscia, ma era sempre stata attaccata alle sue cose e le faceva piacere poter ritornare in quel posto.

Camminò a passo svelto perché odiava arrivare in ritardo, questo non era mai cambiato, e sospettava che il ragazzo fosse in anticipo. L'ultima volta che si erano parlati di persona era stato mesi prima e non vedeva l'ora di incontrarlo di nuovo.

Lo notò da lontano, affacciato alla ringhiera del ponte, assorto nei suoi pensieri. Sotto di lui, il campo da calcio era ancora di un verde rigoglioso, in netto contrasto con l'arrivo della stagione fredda.

Si avvicinò di soppiatto, volendo sorprenderlo, ma lui, come avvertendo la sua presenza, si voltò e le sorrise. Gli si poteva leggere il viso quanto fosse felice di vederla.

Lei fece gli ultimi passi di fretta e gli buttò le braccia al collo, abbracciandolo di slancio e stringendosi a lui, rischiando di farlo cadere. Lui rise di gusto e quel suono sembrò musica alle sue orecchie. Gli era mancato davvero. Si staccò da lui e gli lasciò un bacio a fior di labbra.

Le chiese com'era andato il viaggio, intrecciando le loro dita e incamminandosi verso la periferia della città. Vide la sua espressione confusa e le spiegò: «Ho delle cose da sbrigare alla Royal, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere rivederla dopo tanto tempo così ho aspettato che arrivassi, poi potremmo andare a mangiare da qualche parte.»

Lei sorrise sinceramente: ci aveva preso, le sarebbe piaciuto tornare alla Royal Academy. «Grazie del pensiero, mi fa piacere. E sono d'accordo, ho una fame da lupi.»

«Dovresti mangiare poco, hai messo su qualche chiletto eh?» la derise, pizzicandole scherzosamente un fianco.

Naomi spalancò gli occhi e la bocca, sconvolta da quella battuta di cattivo gusto e gli diede una gomitata nel costato, «Caleb Stonewall, rimangiati immediatamente quello che hai detto o giuro che nessuno troverà mai il tuo cadavere».

Caleb si massaggiò il punto dolorante ridendo, e poi la strinse a sé lasciandole un bacio sui capelli, «Sto scherzando, sei bellissima come sempre.»

Camminarono mano nella mano fino alla Royal Academy, raccontandosi delle loro giornate.

L'edificio della Royal era imponente come lo ricordava, trasudava prestigio e disciplina, anche se erano stati apportati dei cambiamenti significativi all'esterno. Nonostante tutto, per lei quello era uno dei posti più belli, si sentiva a casa e sorrise di istinto.

Entrarono e percorsero i corridoi che lei conosceva a menadito, i quali non erano cambiati di una virgola. Arrivarono davanti all'ufficio del preside e Caleb bussò, aspettando che l'uomo uscisse per accoglierlo.

The Two of Us ~ Jude SharpWhere stories live. Discover now