XX - Equilibrio

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Al suo ritorno, Naomi ebbe una calorosa accoglienza, che non si aspettava. Entrando nella sala comune vide solo facce amiche; si era interrogata molto su chi potesse essere stato, ma vedendo i ragazzi aspettarla tutti insieme, aveva accantonato il pensiero perché non importava più.

Chiusa in camera dopo aver salutato tutti con inaspettata timidezza e aver ricevuto di persona il benestare dell'allenatore, si buttò a peso morto sul morbido letto e iniziò a fissare il soffitto. Poi si ricordò di Froste infortunato e uscì dalla stanza in direzione della sua, bussò.

«Avanti.»

Naomi entrò, accolta dal dolce sorriso del difensore. «Sono venuta a controllare che non ti stessi allenando di nascosto.» lo ammonì divertita. Si avvicinò al suo letto e si sedette sulla sedia.

L'albino ridacchiò, «Purtroppo no.», si tirò a sedere e richiuse il libro che aveva tra le mani. «Fa ancora male, però sta migliorando.»

«Avrei dovuto accorgermene che ti stavano puntando, avremmo potuto evitarlo.» pronunciò con tono vagamente dispiaciuto, era quello che più si avvicinava a delle scuse. Lui in risposta le sorrise teneramente e si allungò per prenderle una mano.

«Non dire sciocchezze. La colpa è mia, sono caduto nella loro trappola.» Lei ricambiò timidamente il sorriso, stringendogli delicatamente la mano. «Farò tutto quello che posso per rimettermi e raggiungervi a Liocott il prima possibile.» promise.

«Sarà meglio.» mormorò sembrando minacciosa. Le dispiaceva davvero molto che non partisse con loro, un po' perché un ragazzo come lui, capace di spostarsi in attacco dalla difesa in pochissimo, era rarissimo, e perché il suo sorriso la faceva sentire meglio. «Tornerai in Hokkaido?» Lui annuì.

«Mi dispiace per la storia di Travis.» si scusò. «Non sappiamo chi sia stato, ma non credo lo abbia fatto con cattiveria.» continuò, facendo scrollare le spalle alla ragazza.

«È passato.» disse semplicemente.

Rimasero in silenzio, uno leggero, senza imbarazzo, godendosi la tranquillità del momento.

«Naomi.» la risvegliò dopo diverso tempo il ragazzo, dandole una dolce stretta. «Volevo parlarti di una cosa seria, prima che partiate.» Lei corrugò la fronte e gli fece segno di continuare. «Ti ho raccontato di Aiden perché speravo di aiutarti, di darti uno spunto di riflessione e vedendoti così tranquilla credo di esserci riuscito. Volevo chiederti se vi parlate.»

Naomi era basita. Non aveva mai realmente pensato al motivo per cui Shawn le aveva raccontato del suo disturbo e non aveva pensato che lui potesse sapere qualcosa riguardo l'altra. Subito prese il sopravvento e ritirò la mano della presa del ragazzo.

«Non so di cosa tu stia parlando.» sentenziò severa, rimettendosi composta sulla sedia.

«Questo mi fa capire tante cose. Naomi con me puoi parlare.» le disse, «So che non è facile e che vorresti fare per conto tuo, credo che questa sia una cosa nuova per te, ma fidati di me quando ti dico che parlarne aiuta davvero.» La guardò con sguardo triste, pieno di comprensione.

La ragazza strabuzzò gli occhi a quelle parole. Cosa avrebbe dovuto fare? Lui la guardava con una dolcezza che la fece sentire, come al solito, meno sola, ma la fece anche sentire fastidiosamente vulnerabile, come se stesse cercando di approfittarsi del suo problema. Da un lato voleva parlargli, voleva farsi conoscere, ma l'altra non era per niente d'accordo, stava facendo di tutto per tenerla a bada, stavano combattendo per sopraffarsi.

«Ci sono dei momenti in cui puoi lasciarti andare, nei quali non devi trattenere tutto quello che ti sta passando per la testa. Con me puoi farlo, non ti giudicherò mai.» le parlò mellifluo, poi si rivolse direttamente alla Naomi che sapeva di avere davanti: «Hai passato tanto tempo a reprimerla, non è vero? Non le hai mai lasciato spazio.»

The Two of Us ~ Jude SharpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora