IX - A cuore aperto

333 20 1
                                    

La settimana seguente fu estenuante per la squadra. Gli allenamenti si intensificarono in preparazione della prossima partita contro la nazionale del Qatar, i Leoni del Deserto, la cui forza era la grande resistenza alla fatica, e l'Inazuma doveva lavorare proprio su questo. I ragazzi si svegliavano di buon'ora, passavano la giornata tra lunghi allenamenti e pasti e arrivavano a sera completamente sfiniti.

La stanchezza contribuiva a renderli meno tolleranti del solito. In molti iniziavano a mal sopportare le continue sparizioni di Austin, il quale pareva avere il permesso di tornare a casa quando voleva a differenza degli altri, e l'improvviso irrigidimento di Naomi non faceva che peggiorare la situazione.

Silvia e Celia si occuparono di indagare sul conto di Austin e fu grazie a loro se Axel e Mark scoprirono che il compagno di squadra aiutava la madre malata nella gestione del ristorante di famiglia, ragione principale dei suoi continui rientri. Il rapporto dei tre divenne più stretto quando si offrirono di aiutarlo nelle sue mansioni per almeno una sera.

Il Bomber di Fuoco era molto incuriosito da lui, principalmente per la sua evidente reticenza al tirare in porta: che attaccante non ha come obiettivo quello di fare goal? Le nuove informazioni acquisite gli facevano capire molte cose sul suo conto, ma non davano la risposta che cercava e si sarebbe impegnato per scoprirlo.

Dall'altra parte c'era Naomi. Sebbene le sue critiche fossero sempre oculate, nessuno era ben disposto ad accettarle a causa dell'atteggiamento, perciò, era come parlare al vento e ciò alimentava la sua pignoleria.

Caleb cercò più volte di parlarle, provava un forte rimorso, ma lei lo allontanava bruscamente come se avesse paura di sciogliersi di nuovo. Egli si indispettì e a metà della settimana si impuntò nel volerle parlare a tutti i costi quindi le piombò in camera mentre lei cercava di recuperare lo studio arretrato.

«Stonewall, mi sto spazientendo, esci da qui immediatamente.» gli intimò con una calma minacciosa, mantenendo lo sguardo fisso sui libri.

«No Black, io sto perdendo la pazienza.» Stava per chiamarla con il suo vero cognome, ma riuscì a correggersi in tempo, sia per evitare che qualcuno lo sentisse, sia per evitare un altro suo cambio di umore.

«Non ho nulla da dirti.»

Il ragazzo scattò in avanti e le chiuse bruscamente il libro, tenendovi la mano sopra perché lei non potesse riaprirlo. I suoi occhi verde petrolio si incastrarono in quelli neri come la pece di Naomi.

«Che cazzo vuoi da me?» gli chiese a denti stretti, imponendosi di non allontanarsi nonostante la vicinanza la stesse turbando.

«Voglio che tu mi dica cosa diavolo ti è preso dall'altra sera.»

«Mi stavo annoiando a morte e volevo andare via.» sentenziò severa. Caleb strinse i pugni.

«Smettila Black, non sono stupido. Ti stavi sciogliendo e improvvisamente sei tornata un insopportabile blocco di ghiaccio. Con gli altri puoi fare quello che ti pare, ma non ti permetto di trattare di merda me.»

I tratti del suo viso si intristirono per un istante ripensando alla serata, per poi tornare rigidi e apatici. «Se avessi smesso di assillarmi, ti saresti risparmiato questo fastidio.» constatò ovvia.

Il regista, a malincuore, si arrese. Si era sentito stranamente in sintonia con lei sin dal primo giorno, si divertiva a punzecchiarla e sapeva che anche lei provava qualcosa di simile, altrimenti non avrebbe cercato lui per staccare dagli altri, ma il suo orgoglio era largamente superiore a tutto questo. L'avrebbe accontentata, dopotutto lui era già abituato a essere solo.

«D'accordo,» tolse la mano dal libro e arretrò di un passo, «puoi fare come vuoi, ma ricordati che la prossima volta in cui ti stuferai di stare sola, dubito che troverai qualcun altro disposto a sopportarti» disse aspramente con l'unico scopo di ferirla prima di abbandonare la stanza.

The Two of Us ~ Jude SharpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora