VII - Scontri

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Quella stessa sera, come da accordi, l'Inazuma sarebbe andata a fare festa; si erano aggregati tutti tranne Archer e Austin che avevano preferito rispettivamente rimanere in dormitorio e tornare a casa. Erano riusciti, con grande stupore di tutti, a convincere anche Naomi.

La ragazza si trovava nella sala comune insieme ad alcuni altri, si era abituata alla loro presenza e, sebbene non li riuscisse ancora a sopportare a lungo, non aveva più l'impulso di rintanarsi in camera il prima possibile.

La vittoria l'aveva destabilizzata. Era sicura che non ci sarebbero riusciti e invece, per qualche strano allineamento degli astri, avevano battuto una delle favorite nella loro primissima partita. I suoi avevano una tecnica grezza, si lasciavano dominare dalle emozioni e non avevano un regista in campo, non riusciva a darsi altra motivazione se non la fortuna.

Non capiva che erano proprio le emozioni, che lei tanto evitava, la chiave di volta che reggeva tutti i successi della squadra, ma prima o poi se ne sarebbe dovuta accorgere, non poteva credere fosse solo fortuna per sempre.

Mark, Axel, Jude, Shawn e Xavier fecero il loro ingresso, freschi di doccia e fieri più del solito.

«Un po' di attenzione, prego.» richiamò tutti Xavier.

Il Capitano prese parola. «Sono fiero di voi ragazzi, abbiamo portato a casa la vittoria e sono certo che sarà la prima di una lunga serie!», iniziò provocando l'esultanza generale, «Domani abbiamo la giornata libera, perciò stasera andremo a festeggiare.»

Celia e Silvia, sedute ad un tavolo di distanza da Naomi, si lasciarono andare a qualche urletto d'assenso e si pararono davanti alla mora per convincerla a partecipare.

«Non credo faccia per me.» sentenziò Naomi con un tono che non ammetteva repliche, ma le due non si fecero scoraggiare e le si sedettero a fianco, insistendo vigorosamente.

«Dai sorella, vieni, ci divertiremo un mondo!» le urlò Hurley dall'altra parte della stanza.

Xavier irruppe nel discorso solo per provocare, «Ragazzi, ragazzi, suvvia, lasciatela stare, se ha paura di partecipare, non potete fargliene una colpa, le nostre uscite non sono per tutti» disse teatralmente facendo l'occhiolino alle due manager. Non gli importava che lei partecipasse o meno, ma si divertiva a metterla all'angolo come lei faceva con tutti.

La mora, che di questi trucchetti sociali non era altrettanto esperta, cadde nella trappola e si infastidì per le supposizioni totalmente errate. «Tsk, sei completamente fuori strada.» Non aveva paura di uscire con loro, il suo problema era che non era mai stata ad una festa, suo padre non glielo aveva mai permesso e se anche lo avesse fatto, non avrebbe avuto amici con cui andare. Sentiva che acconsentire a quell'uscita fosse una palese disubbidienza.

«Ti disturba l'idea di festeggiare una vittoria che pensavi non sarebbe mai arrivata?» la sfotté il rasta con fare impertinente. Il suo scopo non era quello di attaccarla sul piano personale; tuttavia, Xavier si sentì autorizzato a continuare le provocazioni.

«Oppure la piccola Black ha paura della socialità.» rise il rosso.

«Adesso basta, lasciatela stare.» Shawn si parò davanti a Naomi, liberandola per qualche istante dagli sguardi derisori dei compagni di squadra, «Se non vuole venire avrà i suoi motivi.», l'attaccante di ghiaccio li guardò serio. Xavier non si aspettava di essere contraddetto così apertamente e lo guardò torvo, mentre il regista, resosi conto di essere stato frainteso, rimase impassibile.

«Grazie Froste, ma se desiderano così tanto che partecipi, non posso deluderli.» decretò con supponenza rilassando i muscoli e alzandosi. Prima di lasciare la stanza, rivolse un accenno di sorriso a Shawn, sperando capisse di aver fatto una cosa gradita. Dopotutto suo padre le aveva detto di tenerli d'occhio, seguirli anche in discoteca poteva essere visto, forse in modo un po' tirato, come un adempimento dei suoi doveri.

The Two of Us ~ Jude SharpWhere stories live. Discover now