XVI - Tensione

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Si misero in viaggio con anticipo, per arrivare presto allo stadio e potersi preparare con calma.

Naomi aveva sfrattato Froste in maniera poco gentile pur di sedersi di fianco a Blaze e obbligarlo a rivolgerle almeno uno sguardo. Nessuno dei due proferì parola, nemmeno quando il loro bus frenò bruscamente a causa di un gruppo di teppisti che si erano piazzati in mezzo alla strada cercando di attaccare briga con Archer.

Tutti si precipitarono ad assistere alla scena, tranne loro due, che rimasero immobili senza scomporsi o parlarsi. Quando finalmente ripartirono, la squadra era in ritardo.

Arrivarono di corsa sul campo e come di rito, il Capitano fece il suo discorso di incoraggiamento per spronare la squadra e arrivare ai mondiali ma questa volta venne interrotto.

Un ragazzo dai lunghi capelli biondi e gli occhi color mogano si avvicinò al gruppo, vestiva la divisa dei coreani, i Fire Dragons, e osservava con attenzione i suoi avversari.

«Finalmente ci rincontriamo, non vedevo l'ora di sfidarvi di nuovo.» commentò con sorriso provocatorio. Sui volti dei giapponesi di fece spazio una profonda sorpresa.

«Ma tu sei Byron Love!» esclamò Mark sorridendo all'ex giocatore della Zeus High School, un'altra squadra in cui Dark aveva messo lo zampino.

«Sono proprio io, e ho portato degli amici con me.» Alle sua spalle si palesarono due ragazzi, uno dai capelli bianchi e gli occhi color ghiaccio e uno che era il suo esatto opposto, capelli rosso fuoco e occhi giallo topazio.

«Gazelle e Torch?» domandò stupito Xavier.

«Che diavolo ci fate qui?» chiese Jordan, non potendo credere ai suoi occhi.

Naomi si tenne in disparte e non ascoltò la conversazione, troppo impegnata ad osservare un ragazzo coreano alto, moro, occhi a mandorla e capelli ricci, che gli sembrava familiare. Quando finalmente lo presentarono, si ricordò di aver sentito parlare di lui, Changsu Choi, da suo padre: diceva che era un regista fenomenale, che avrebbe saputo dirigere la squadra anche ad occhi chiusi, non aveva praticamente bisogno di guardare per sapere esattamente cosa stava succedendo e le sue tecniche venivano definite perfette.

I coreani si ritirarono nella loro panchina e Willy spiegò ai ragazzi quello che lei sapeva già. Mark sembrava entusiasta di potersi confrontare con un avversario di tale livello e questo le provocò una risatina di scherno. «Non esaltarti troppo Evans, rischiate di venire annientati.» commentò fredda.

«Changsu Choi non ci fa paura.» dichiarò Swift ostile, guadagnandosi dei cenni di assenso.

«Io l'ho sempre detto che siete degli stupidi.», andò a sedersi sulla panchina.

I ragazzi iniziarono a fare riscaldamento, il Capitano era riuscito a infondere coraggio e ora tutti erano carichi a mille. Naomi li guardò attentamente. Erano particolarmente patetici.

Non c'era uno solo di loro che fosse pronto per giocare quella partita, ognuno era perso nei propri pensieri e la concentrazione era solo apparente, sapeva che quel delicato equilibrio si sarebbe spezzato in poco, ma era l'unica ad averlo capito. Suo padre le aveva ordinato di farli vincere, ma in quel momento seppe che non c'erano possibilità e ne era contenta: che umiliazione sarebbe stata per la rappresentativa giapponese arrivare così vicino al mondiale e fallire.

«I coreani hanno tutte le carte in regola per batterci, ma con noi gioca il genietto del Giappone, non c'è niente da temere, può vincere la partita da solo.» sputò acidamente Caleb calcando sull'ultima parola, deridendo pubblicamente Jude, mentre palleggiava con nonchalance.

«Non dire cazzate Stonewall, sai benissimo che per vincere c'è bisogno dell'aiuto di tutti.» gli rispose quasi ringhiando, profondamente infastidito dalla sua sola presenza.

The Two of Us ~ Jude SharpWhere stories live. Discover now