14. Bogoshipda

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Erano passati tre giorni dal suo rientro in Italia; al messaggio di Yoongi non aveva risposto, non sapeva cosa dirgli.

Forse non voleva rispondere al messaggio di Yoongi perché era spaventata all'idea che Namjoon potesse pensare che lei l'avesse in qualche modo "usato" per arrivare all'amico.

Il pensiero che non le lasciava trascorrere notti tranquille era Namjoon, la loro amicizia, tutto quello che avevano costruito in quegli anni e che ora le sembrava solo un misero ricordo a cui aggrapparsi da sola.

Sola perchè Namjoon era sparito e lei sentiva che la colpa era solo sua, e della sua decisione di andarsene in quel modo.

Svuotò le buste della spesa e dopo aver riposto tutto in dispensa con calma si mise a sedere sul divano.

Voleva chiamarlo.

Voleva che le raccontasse la sua giornata, tra interviste e sessioni di allenamento in palestra, voleva che ridessero insieme per l'ennesima cazzata combinata dai più piccoli, le mancava terribilmente quell'intimità, quella sintonia tra loro così attenta e sinergica.

Le mancava lui.

Controllò che ora si fosse fatta, per calcolare se fosse o meno già sveglio.

Era ancora troppo presto, non voleva certo svegliarlo all'alba, avrebbe aspettato mezzanotte o giù di lì.

Decise di impegnare il tempo riordinando la libreria di suo nonno, erano mesi che non lo faceva e le pile di libri incasinate iniziavano a darle fastidio.

Probabilmente si trattava di deformazione professionale, ma mettere in ordine le aveva sempre dato modo di centrarsi e capire a che punto della sua vita fosse.

Era in piedi su una sedia intenta a sistemare la parte riguardante la letteratura russa, quando sentì suonare il cellulare.

Era Yoongi " sono le quattro del mattino a Seoul..." pensò mentre rispondeva alla chiamata un tantino titubante.

« perchè non mi hai risposto? stavi solo giocando con me quella mattina? » le disse non appena lei rispose alla chiamata.

Dal tono di voce lei intuì che fosse probabilmente un tantino ubriaco.

« Yoongi hai bevuto? »

« rispondi- le rispose lui imperativo.

« non mi sono presa gioco di te, non sapevo cosa dire »

« dimmi che mi vuoi.. » biascicò Yoongi prima di sbadigliare rumorosamente.

« non mi sembra il caso di avere una conversazione di questo tipo con questa modalità » lo riprese seria.

« vieni qui... »sussurrò lui ed a Zita parve di intuire un fondo di tristezza in quella richiesta.

« Non abito esattamente dietro l'angolo »cercò di fargli notare.

« Ho ascoltato tutte le canzoni che hai messo nel mio mix-tape, tutte.. decine di volte; nessuno mi aveva mai amato in questo modo » le disse e a lei parve incredibilmente lucido in quel momento.

« Yoongi io.. » fece lei.

« devo andare » le disse velocemente chiudendo la chiamata.

La voglia di chiamare Namjoon era sparita in quel momento, completamente sovrastata da quella telefonata assurda con Yoongi.

Yoongi aprì gli occhi e la prima cosa che riuscì a mettere a fuoco fu il pavimento del suo bagno; doveva essersi addormentato per terra dopo aver vomitato anche l'anima la notte prima. Si sollevò a fatica reggendosi alla tazza del water, la testa era pesante e dolorante, non ricordava l'ultima volta che si era ubriacato in quel modo; dovevano essere passati anni.

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