MADRE E FIGLIA

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Senza l'auto di Enzo a disposizione, Olivia uscì di casa un'ora prima per andare alle lezioni di danza. Un tempo era abituata alla combinazione camminata-autobus-camminata, ma quando varcò l'ingresso della scuola elementare era già spappolata.

I bambini esultarono appena la videro. Le corsero incontro ed i più veloci la presero per mano, mentre gli altri si accontentarono di circondarla. Avevano tutti qualcosa da dirle su quanto era stato bello fare lo spettacolo. Parlavano uno sopra l'altro ed Olivia non capiva una parola, ma li lasciò fare perché vedeva nei loro occhietti l'argento vivo di chi parlerebbe della stessa cosa per ore e non aveva trovato nessuno disposto ad ascoltare.

C'erano anche dei bambini nuovi. Erano intimoriti dal chiasso e se ne stavano per le loro. Olivia si chinò alla loro altezza per presentarsi, ma venne interrotta.

«Tesoro!» Teresa si fece largo tra i marmocchi ed abbracciò Olivia. «Dio, che nostalgia questo weekend! Favolosi i tuoi capelli. Ma Enzo? Dov'è? Digli di muovere il culo e venire qui. Non l'ho salutato bene sabato.»

«È tornato dalla moglie.» Olivia lo disse piano. Troppo piano.

«Eh?»

«Non è a casa. È tornato da sua moglie.»

Era difficile zittire Teresa, ma con quella rivelazione Olivia ci riuscì. Teresa aprì la bocca per fare uno dei suoi commenti vigorosi che invitavano a dimenticare qualsiasi uomo, ma poi corrucciò le sopracciglia.

«Oh, tesoro. Mi dispiace.»

Olivia fece spallucce. Attività che si rivelò più difficile del previsto con Marco che si era arrampicato sulla sua schiena.

«Devo solo trovare un nuovo coinquilino.»

«Ma ti piaceva.»

«È un amico.»

Olivia chiese che CD doveva mettere per il riscaldamento. Teresa non insistette sull'argomento Enzo, ma approfittò di un momento fugace per dirle: «Quando finiamo qui ti porto in un posto.»

«Un'altra volta. Devo andare al pub.»

«Farai in tempo. Ti accompagno io.»

Terminate le lezioni di danza classica, Teresa affidò la palestra a Richard. Olivia salì sul suo fuoristrada, ma non ebbe intuizioni su dove stessero andando nemmeno quando arrivarono a destinazione.

Era una piccola zona commerciale. C'erano due bar, un'edicola ed un McDonald in costruzione. C'era anche un negozio di lampadari e Teresa sembrava diretta verso di esso, quando tirò fuori un mazzo di chiavi ed aprì una porta di vetro che lo fiancheggiava.

Olivia la seguì e si ritrovò in un pianerottolo pieno di scatoloni e polistirolo. Teresa li scansò e le fece strada su per una scalinata.

«Forse è un azzardo» spiegò Teresa. «Forse ho troppa fretta e nel giro di sei mesi torneremo alle scuole elementari, ma hai visto quanti bambini ha attirato lo spettacolo? È dalla pandemia che non abbiamo così tanti iscritti ed io credo sia un segno. Il segno di tornare a fare le cose in grande, capisci?»

Teresa aprì un'altra porta di vetro e la bloccò in modo che restasse aperta. Rivolse ad Olivia un sorriso elettrizzato, poi accese la luce e la invitò ad entrare con un gesto teatrale.

Era una scuola di danza. Non una palestra. Non una sala per eventi arredata con un paio di specchi. Una vera scuola di danza. Con un piccolo ufficio all'ingresso, due spogliatoi e due sale per tenere le lezioni.

I lavori erano ancora in corso e c'era cellofan ovunque, ma il pavimento delle sale era già stato ricoperto dal parquet. Gli specchi a figura intera erano al loro posto. Sulle vetrate che davano sulla strada era già stato incollato il logo della scuola di danza.

Olivia era commossa. Si voltò a guardare Teresa e lei, altrettanto emozionata, indicò una parete piena di fotografie che Olivia non aveva notato. Alcune erano dello spettacolo. Altre risalivano ad anni precedenti. Ce n'era una bellissima in cui loro due erano insieme sul palco. Olivia disse che ne voleva una copia, quando l'occhio le cadde sulla foto di fianco.

C'erano sempre lei e Teresa, ma erano entrambe più giovani di almeno un decennio. Olivia era triste ed irriconoscibile nel suo costume da ranocchio, ma Teresa le accarezzava i capelli corti con gli stessi occhi pieni di affetto delle foto più recenti.

Il cuore di Olivia fece male, ma nel migliore dei modi.

«Pronta per una sorpresa?» chiese Teresa.
«Non era questa?»

«Ho lasciato la migliore per ultima.»

Olivia non riusciva ad immaginare cosa potesse essere meglio di un'intera scuola di danza, ma seguì Teresa in ufficio. Si sedettero ai lati opposti della scrivania e Teresa frugò in un cassetto. Olivia era un po' spaventata quando le vennero passate delle carte, ma appena cominciò a leggere si portò una mano alla bocca e pianse. Provò a frenare le lacrime, ma non riusciva a controllarsi.

«Ho bisogno di te a tempo pieno, Olivia» spiegò Teresa. «Mi sto facendo vecchia. Posso occuparmi del lavoro di ufficio, ma voglio che tu prenda le mie classi.»

«Come insegnante? Non l'assistente?»

«Insegnante e coreografa.»

«E se i genitori non sono d'accordo?»

«Lo saranno. Altrimenti possono far ballare i loro figli altrove. Questo posto sarà di tua proprietà quando mi stancherò.»

«No.»

«Sì, invece. Devi solo prendere il brevetto per insegnare, ma ci metterai pochissimo se ti licenzi da quei lavori terribili.»

Olivia era senza parole. Era tutto così assurdo ed improvviso che non riusciva ad afferrare davvero le parole di Teresa.

«Ma sei sicura?»

«Certo. Sei l'unica figlia che ho.»

Olivia fece il giro della scrivania ed abbracciò Teresa. Teresa la tenne stretta e le accarezzò la schiena.

«Devo dirlo ad Enzo.»

«Vai. Ti aspetto qui.»

Olivia strinse un'ultima volta Teresa, poi uscì dalla scuola di danza.

Enzo non rispose alla telefonata. Olivia ci riprovò ed attese più a lungo, ma nulla. Enzo non aveva nemmeno visualizzato i messaggi di quella mattina.

Olivia risalì le scale. Sul suo buon umore si era posata un'ombra, ma questa svanì nell'istante in cui vide Teresa con una bottiglia di champagne in mano e due bicchieri di carta. Olivia rise e ne prese uno. Brindarono ed Olivia pianse di nuovo, felice.

Spazio Autore:

Mancano ancora sei aggiornamenti e poi questa storia sarà finita. 

Come vi raccontavo negli scorsi Spazio Autore, sto lavorando all'editing del plot ed è frustrante sapere quante piccole o grandi modifiche devo ancora fare, ma almeno mi consolo sapendo che serviranno davvero  a migliorare la storia. Nei miei magici piani potevo proporvi il cartaceo a fine maggio, ma mi sa proprio che come data è definitivamente saltata 🤣 

Potrebbe essere settembre? Magari proprio il giorno preciso in cui la storia ha avuto inizio?

Chissà.

Grazie per aver letto, vi aspetto il prossimo mercoledì!

I LOVE YOU, OLIVIAWhere stories live. Discover now